Chi sono e cosa hanno da dire i giovani che scendono in campo per la città di Messina sotto lo slogan Messinerà
MESSINA – Ci mettono la faccia i giovani messinesi, faccia e impegno per la loro città. E’ stato presentato alla Libreria Feltrinelli il movimento Messinerà, il gruppo che “pensa, parla e agisce per il futuro di Messina”.
Hanno scelto la libreria per distinguersi, spiegano dalle “principali coalizioni politiche (che) si sono rinchiuse dentro le stanze dei palazzi, forse perché si vergognano del fallimento di tutte le politiche fin qui attuate, incapaci di frenare l’emorragia di giovani costretti ad andare via da questa città.” Di seguito, il loro intervento.
Abbiamo sentito l’obbligo di lanciare il nostro appello, volendo sporcarci le mani e scendere in campo, pensando che solo chi ha il futuro in mano, può dare vere e concrete prospettive di futuro a Messina, liberandoci dal fumo negli occhi e dalle promesse da campagna elettorale, già pronte a non essere rispettate. Le proposte contenute negli striscioni e nella campagna social sono provocatorie e goliardiche, come a voler dire che non c’è spazio per politiche giovanili in questa città.
L’invito e la presenza del segretario Gaetano Santagati Sindacato dei Pensionati SPI CGIL ha significato inoltre che non volevano essere nemmeno provocazioni offensive rivolte agli anziani, che hanno diritto a politiche rivolte alle loro esigenze, quanto alla classe politica della città, che non è stata inclusiva nei nostri confronti in passato e nell’ultimo periodo.
Siamo le/i giovani che hanno deciso di rimanere a vivere nella nostra città ma che si trovano costretti a vivere da esclusi da uno spazio cittadino che non pensa a noi: la movida serale diventa la tossica mala-movida; i centri culturali e di aggregazione sono destinati solo agli anziani e mai a noi giovani; siamo ritenuti “troppo giovani” per partecipare alle scelte amministrative, in una città che ha fatto del “qui è stato sempre così” l’unico credo politico possibile.
Siamo succubi delle politiche lavorative: viviamo di occupazione in nero, viviamo di salari sottopagati, viviamo di sfruttamento oltre l’orario di lavoro, viviamo di lavoro senza essere pagati perché “i
soldi non ci sono”, viviamo di stage non retribuiti, viviamo grazie alla costante assistenza delle nostre famiglie.
Siamo le/i giovani migranti che sono costretti a fuggire dalla nostra amata Messina a causa anche dell’inesistente diritto allo studio e di politiche comunali che ci hanno, poi, costretto ad emigrare in cerca
di un futuro migliore.
Tranne alcune rare eccezioni, la classe politica messinese è anti-giovanile, impegnata da sempre a salvare le proprie poltrone. Non ci siamo fatti illusioni. Del resto, nessuno ci ha mai regalato niente: eppure crediamo ancora nella possibilità di costruire una città all’altezza dei nostri sogni, salda nelle nostre necessità.
Per questo, al termine di questa velenosa esperienza amministrativa, in cui c’è stato uno spaventoso accentramento del potere, crediamo che oggi serva un soggetto generazionale che sia voce e rappresentazione di una generazione che continua a vivere il conflitto del rimanere e
dell’andarsene, che ha coltivato sogni e competenze con cui vorrebbe la città che verrà.
La città del futuro dovrà puntare davvero sulla promozione e riqualificazione del territorio, restituendo alla città spazi fisici, sociali e culturali ad oggi abbandonati a sé stessi.
La nostra voce finora non è mai stata ascoltata. Non siamo una voce neutrale da strumentalizzare per l’occasione, rivendichiamo per noi una vera possibilità di autorappresentarci e di poter realizzare le nostre idee per la città.
Pensiamo che questo debba avvenire a partire dal fronte progressista, di sinistra e civico che deve avere la responsabilità di costruire un altro modello di città.
ecco qua la pagliacciata servita fredda
Messina non risorgera mai, c’è troppo marciume. X risorgere ci vorrà un’intera generazione che porti Messina a essere come l’Olanda allora si che ci sarà lavoro ,cultura e bellezza. Oggi c’è solo munizza.