Luci, lustrini, addobbi, canzoncine natalizie purtroppo non possono cancellare i problemi di chi fa fatica ad arrivare a fine mese; di chi non ha un lavoro o lo aveva e lo ha perso

Le strade sono illuminate a festa; gli alberi di natale sono addobbati da settimane e colorano le case dei messinesi; ci sono, poi, i presepi, simbolo di una tradizione che si ripete da secoli e non muore mai; persino il freddo di questi giorni “veste” in maniera appropriata questo periodo dell’anno. All’apparenza, quindi, quello che stiamo per vivere è un Natale uguale agli altri. Tuttavia, volgendo lo sguardo al di là dei simboli che lo rappresentano, a cui comunque – se si può – non si rinuncia, ci si rende immediatamente conto che questo Natale 2011 è profondamente diverso: luci, lustrini, addobbi, canzoncine natalizie purtroppo non possono cancellare i problemi di chi fa fatica ad arrivare a fine mese; di chi non ha un lavoro o di chi il lavoro lo aveva e lo ha perso, e a Messina purtroppo sono tanti. Le ripercussioni della crisi ci sono e sono evidenti. Anche nell’inevitabile e naturale fine della cosiddetta “corsa all’acquisto”, durante la quale, una volta, venivano spese intere tredicesime, termine oggi “sconosciuto” ai più. Perché se ieri nessuno rinunciava a comprare i regali di natale – spesso inutili oltre che costosi e frutto di una deriva consumistica che aveva preso il sopravvento negli anni del benessere – , oggi, prima di mettere mani al portafogli, ci si ferma a riflettere ed anche quando le condizioni economiche lo consentono sono banditi gli sprechi e la parola d’ordine è risparmio. Lo confermano i messinesi che abbiamo intervistato in centro città, dediti ad uno shopping ragionato e soprattutto limitato nel budget. Ma forse, come dice qualcuno al microfono, la crisi e le ristrettezze economiche possono aiutare a riscoprire il vero senso del Natale, che è una festa religiosa e non una festa consumistica, come è stata trasformata negli anni. (DLT)

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