Mons. La Piana nel rivolgere gli auguri di Natale alla città, invita tutti a ripensare al proprio stile di vita, pensando più all’essere e meno all’avere: «La crisi potrebbe forse aiutare a riscoprire il valore delle cose importanti». Un pensiero all’alluvione del 22 novembre e ai lavoratori Servirail
Sobrietà e solidarietà. Queste i punti chiave del messaggio di auguri di Natale che Mons. La Piana “regala” alla città. L’Arcivescovo che questa mattina ha incontrato la stampa presso la sede della Curia Arcivescovile, ha innanzitutto rivolto un pensiero alle vittime del nubifragio del 22 novembre e alle famiglie ancora straziate dal dolore per la perdita dei propri cari. «Il Natale è alle porte – esordisce il presule – naturale chiedersi come lo vivono coloro che hanno sofferto i momenti dell’alluvione? La dolorosa esperienza di eventi drammatici spingono quasi naturalmente a domandarsi: cosa significa Natale oggi?»
La Piana punta l’attenzione sui “difetti” di una società materialista che sempre di più pensa solo all’avere e non all’essere: «Forse – commenta La Piana – la durissima crisi che sta attraversando l’Italia e il mondo e che sta colpendo tutte le fasce della popolazione, potrebbe aiutarci a diventare più sobri, perché ci costringerà a dover pensare a cose più essenziali, perché fino ad oggi abbiamo corso troppo. Non c’è più la possibilità di “rifugiarsi” dietro l’apparenza delle cose perché rimane sempre meno. Ecco perché tutte le istituzioni, compresa la Chiesa, devono agire considerando la nuova situazione che si presenta. Deve esserci un rapporto più vero e più essenziale con la realtà, l’abbandono di false esigenze e di fittizie necessità, lo stimolo a dare più verità e moderazione al nostro comportamento, eliminando ipocrite ostentazioni e vuote apparenze».
L’Arcivescovo passa poi al secondo aspetto, quello della solidarietà. Il pensiero vola immediatamente ai lavoratori della Servirail, incontrati durante la mattinata: «Le difficoltà che stanno vivendo queste persone – commenta La Piana – domani potrebbero essere la condizione di qualsiasi altro cittadino, ecco perché dobbiamo stare loro vicini, dobbiamo far sentire il nostro conforto, il nostro affetto. Le loro proteste sono urla di solidarietà che non possiamo e non dobbiamo ignorare. E’ anche nella condivisione delle sofferenze e nei dolori della solidarietà che si manifesta il Natale. Lasciamoci educare al Natale del Signore, dal suo stile sobrio e solidale per portare più attenzione e umanità verso le persone deboli e bisognose, per riaccendere la speranza in noi stessi e negli altri».(EDP)
(FOTO STURIALE)
monsignore! ma perchè una volta tanto non invita i politici ad un maggior rispetto per i cittadini.sobrietà, rispetto e sopratutto evitare che siano sempre i poveri a pagare e gli amici dei, politicanti a pappare.
CARO ARCIVESCOVO MI DICA LEI CONOSCE MESSINA? IN QUANTE ZONE BARACCATE E ANDATO A PORTARE QUALCHE AIUTO SIA IN DENARO O IN GENERI ALIMENTARI O ANCHE UNA PAROLA DI CONFORTO? HA MAI FATTO MESSA IN UNA BARACCA? HA MAI VISTO IN CHE CONDIZIONI VIVONO ? E MAI ANDATO, DA QUANDO E A MESSINA, NEGLI OSPEDALI NELLE CASE DI CURA PER MALATI MENTALI, ORA DETTE CASE PROTETTE? NON CREDE SIA PIU OPPORTUNO FARE QUANTO DESCRITTO SOPRA PIUTTOSTO CHE APPARIRE NELLE TV PRIVATE DI MESSINA PER FARE GLI AUGURI? VOI MESSINESI COSE NE PENSATE A VOI I COMMENTI
Le solite belle parole… ma i fatti dove sono eccellenza…Hai ragione precario affamato… non si sporca la Talare, a Barcellona prima ha fatto asciugare il fango e poi è andato.
La sobrietà e la solidarietà ma quale…
Lo dice Gesù fate ciò che vi dicono ma non fate ciò che fanno.
Purtroppo anche nella Chiesa c’è la voglia di apparire… più fatti e meno parole Eccellenza perchè le parole servono a poco. Quale sobrietà e solidarietà… quale è andato a Barcellona dopo tre giorni, forse per non sporcarsi la talare di fango.