Durante un incontro con i vertici di Rfi l'azienda si è assunta dei precisi impegni che hanno convinto il sindacato Orsa a sospendere, per il momento, lo sciopero dei marittimi di Rfi fissato per il 5 aprile. Resta però l'ombra della dismissione.
Lo sciopero dei marittimi di Rfi proclamato dll’Orsa per il 5 aprile è stato momentaneamente sospeso. Il sindacato ha deciso di fare un passo indietro dopo l’ultima riunione con i vertici. Un passo indietro che arriva solo grazie all’assunzione di una serie di impegni che l’azienda ha garantito. Questi i punti su cui l’Orsa ha deciso di sospendere la protesta: ripristino del turno pendolare, pagamento delle presenze in più di secondo turno effettuate dagli equipaggi in rispetto della programmazione aziendale e il futuro sfruttamento di tali presenze a bordo per effettuare le manutenzioni, blocco del congedo attribuito d’ufficio che sarà organizzato attraverso la programmazione esibita dai lavoratori, convocazione dei sindacati per il prossimo 11 aprile con l’obiettivo di attivare l’accesso al fondo straordinario e mandare in pre-pensione volontaria i colleghi aventi requisiti. Restano però i dubbi su quali siano i progetti di Rfi riguardo al mantenimento degli impianti di navigazione ferroviaria a Messina. “Sarebbe da irresponsabili continuare a far finta di niente mentre l’impianto, numeri alla mano, si avvia verso l’abbandono dell’area dello Stretto. La compressione dei livelli occupazionali, i tagli alla manutenzione delle poche navi rimaste, le continue provocazioni e gli attacchi alla dignità professionale di tutti noi lasciano intravedere una tattica aziendale volta all’inasprimento del conflitto per spianare la strada alla dismissione. Nessuna smentita è giunta dall’azienda in risposta alle insistenti voci che promettono il trasferimento, in tempi brevi, del servizio di traghettamento, comprensivo di strutture, navi ed equipaggio ad altro armatore. L’esperienza Blu-Ferries si appresta ad essere applicata anche nel traghettamento ferroviario? Da ferrovieri a marittimi con un colpo di mano?” si chiede il sindacato che nelle ultime settimane aveva denunciato più di una volta alcune anomalie che si registrano nella organizzazione del servizio. L’Orsa spiega che i paradossi che evidenziano l’apparente schizofrenia della dirigenza territoriale si possono riassumere analizzando i fatti accaduti dopo la sottoscrizione dell’accordo del 6 febbraio che, tra l’altro, prevedeva l’attivazione delle procedure per l’accesso al Fondo straordinario di sostegno al reddito per “accompagnare” alla pensione i colleghi aventi requisiti. “Era logico aspettarsi una forte pressione della dirigenza per attivare al più presto lo strumento utile a mandare personale in pensione, ridurre i costi e governare gli esuberi, invece si è verificato l’esatto contrario; il sindacato chiedeva di attivare il Fondo mentre l’azienda porgeva l’orecchio sordo e nel contempo massacrava il personale con periodi di congedo imposto d’ufficio, utilizzazione a terra del personale imbarcato”. Dal sindacato non mancano neanche attacchi ad altri colleghi sindacalisti. “Non vogliamo dar credito alle voci da piazzale che raccontano di una sigla sindacale impegnata a bloccare l’accesso al fondo straordinario per pressare l’azienda col fine di concretizzare gli avanzamenti di carriere dei propri associati o risolvere positivamente alcuni provvedimenti disciplinari in corso”. Per questo l’Orsa lancia a tutti i lavoratori l’appello di unirsi e fare fronte comune.