AtoMe1. Le organizzazioni sindacali, CGIL, CISL e UIL, hanno scritto al Prefetto di Messina.

AtoMe1. Le organizzazioni sindacali, CGIL, CISL e UIL, hanno scritto al Prefetto di Messina.

AtoMe1. Le organizzazioni sindacali, CGIL, CISL e UIL, hanno scritto al Prefetto di Messina.

domenica 22 Febbraio 2009 - 08:44

Ancora emergenza.

Cassonetti ricolmi di immondizia e spazzatura ammucchiata lungo i marciapiedi e, a volte, persino nella strade di transito.

I cittadini sono costretti a -convivere- tra odori nauseabondi e spazzatura sparsa qua e la. Ma i problemi non sono solo questi!!!

Per i 180 dipendenti di Nebrodi Ambiente e Fasteco il futuro resta incerto.

Pur se hanno ricevuto la mensilità arretrata di novembre e la tredicesima e nei primi 15 giorni di marzo sembra dovrebbero essere versati anche i mesi di dicembre e gennaio, l’intenzione del gestore di rescindere il contratto, il credito accumulato nei confronti dell’ATO sembra proprio portare, infatti, ad una strada senza via di uscita.

Da qui l’inevitabile licenziamento dei 180 operai dipendenti delle aziende Nebrodi Ambiente e Fasteco che gestiscono la raccolta rifiuti per conto dell’ATO Me e l’interruzione del servizio di raccolta.

A tal proposito, le organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL, per salvare i 180 posti di lavoro, , hanno scritto al Prefetto di Messina.

Riportiamo, di seguito, la lettera inviata al Prefetto Alecci a firma di Orlando Latino CGIL, Calogero Emanuele CISL, Nunzio Musca UIL.

«Ill.mo signor Prefetto,

ci corre l’obbligo informarLa che i lavoratori delle Aziende gestori dei servizi di igiene ambientale per conto dell’ATO ME1, sia pure con ulteriori ritardi rispetto agli impegni assunti in sede prefettizia, ad oggi hanno percepito le spettanze del mese di novembre e della 13.ma mensilità. Purtroppo, malgrado la Sua ampia e positiva disponibilità ad incontrare i Sindaci-Soci, ad oggi registriamo il reiterato comportamento passivo del Consiglio di Amministrazione e, soprattutto, l’apparente silenzio dei Sindaci rispetto a questo grave problema, che ingenera gravi e forti preoccupazioni legate al quasi inevitabile licenziamento dei 180 lavoratori, consequenziale all’ormai prossima rescissione del contratto da parte del Gestore.

Bisogna informarLa, altresì, che anche l’incontro riconvocato in data 18 u.s. presso l’Ufficio Provinciale del Lavoro a seguito delle lamentate mancate convocazione dell’ATO ME 1, ha registrato la singolare assenza di questi ultimi e, quindi, l’impossibilità di addivenire ad eventuali accordi tra le parti.

In data odierna, nel rispetto dei termini delle procedure avviate e su richiesta di parte sindacale, è stato tenuto un incontro con le Aziende interessate, ove si è registrata la loro convinta posizione di proseguire il percorso di risoluzione del contratto, in quanto dall’incontro prefettizio del 12 febbraio nessuna determinazione positiva risulterebbe essere stata assunta dagli organi dell’ATO ME 1.

Il Sindacato, di fronte a tali dichiarazioni, ha richiesto l’aggiornamento dei lavori al prossimo 3 marzo, posticipando, di fatto, la scadenza del 26 p.v., quale termine ultimo indicato dall’Azienda per una possibile riconsiderazione dell’avvio della procedura di risoluzione del contratto. Siamo convinti che la soluzione del problema non può essere la rescissione del contratto in danno da parte del Gestore e meno che mai quella di dissociarsi dall’ambito di appartenenza per gestirsi in proprio il servizio o creare piccole aggregazioni di Comuni, così come ipotizzano taluni governatori delle comunità locali.

Crediamo e pensiamo, invece, che un accordo complessivo, se si vuole anche con il coinvolgimento del Sindacato, che passa da una pianificazione del rientro del debito col Gestore e parallelamente dall’avvio della fase di rivisitazione del contratto d’appalto, parametrato alle effettive e reali esigenze di ciascuna comunità, ma senza assolutamente compromettere la forza lavoro in atto in servizio, possa e debba essere un percorso da intraprendere presto e subito. In pari data, come da allegato, abbiamo richiesto al Presidente del CdA ed al comitato ristretto dei Sindaci apposito incontro, da tenere entro brevissimo tempo e comunque non oltre il 26 febbraio p.v., per conoscere quali determinazioni positive intendano assumere in direzione di quanto sopra evidenziato.

Sarà nostra cura informarLa sugli eventi ed eventualmente richiedere il Suo autorevole intervento affinché voglia disporre, in sede prefettizia, la convocazione del CdA, dell’assemblea dei Soci-Sindaci e delle forze sindacali, per scongiurare il fallimento di una importante commessa, nonché l’interruzione del pubblico servizio e le conseguenti gravi ripercussioni sul piano occupazionale, sociale e, soprattutto, igienico–sanitario».

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