“Il comune non sborserà un euro di risarcimento alla Vodafone”.
Non si sposta di un centimetro la posizione dell’amministrazione comunale dopo la decisione del Consiglio di Giustizia Amministrativa di Palermo di non accogliere, perché presentato in ritardo, il ricorso contro la sentenza del Tar di Catania circa il divieto di installazione di un traliccio telefonico in contrada Catutè.
Risarcimento da 1.800.000 euro, secondo l’opposizione che nei giorni scorsi ha duramente attaccato l’amministrazione chiedendo le dimissioni dell’assessore al contenzioso e del legale del comune.
Cifra contestata e ridimensionata dal sindaco Enzo Sindoni nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte giunta e consiglieri di maggioranza.
Il primo cittadino ha ricordato che la sentenza del Tar quantifica in 500 euro al giorno il danno procurato dall’ordinanza di sospensione dei lavori ma “è assolutamente fuori da ogni logica pensare che quel risarcimento possa essere dovuto dal giorno dell’ordinanza ad oggi visto che- ha aggiunto Sindoni- quella stessa ordinanza venne revocata dopo 20 giorni e quindi l’azienda avrebbe potuto montare gli impianti”.
“Invece- ha proseguito il sindaco- se non hanno montato ci saranno stati anche altri motivi come l’intervento della forestale oppure la modifica dei confini con i vicini dopo la suddivisione del terreno in cui si intendeva montare il traliccio”.
Quindi è stata ribadita la totale fiducia sia all’assessore Annalisa Germanà (“non era neppure in giunta nel periodo in cui avvenne la vicenda”) ed al legale che ha tardato il deposito contestando una tardata notifica.
In ogni caso l’amministrazione ha difeso le proprie scelte operate contro la Vodafone parlando di interventi ad esclusiva difesa della salute dei residenti e per questo è stato espresso rammarico per le numerose speculazioni politiche che in questi mesi, secondo il sindaco, hanno dato l’impressione che qualcuno voglia più radiofrequenze sul territorio senza il rispetto dei regolamenti.