Gamma Interferon, Parco dei Nebrodi parte civile al processo sulle agromafie

Gamma Interferon, Parco dei Nebrodi parte civile al processo sulle agromafie

Alessandra Serio

Gamma Interferon, Parco dei Nebrodi parte civile al processo sulle agromafie

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giovedì 18 Ottobre 2018 - 13:04

L'ente ha scelto di costituirsi al procedimento in corso a Patti nato dall'inchiesta dei poliziotti di Sant'Agata sulla macellazione delle carni sui Nebrodi, gli interessi della criminalità e la complicità di allevatori e veterinari.

Il Parco dei Nebrodi si costituirà Parte civile nel processo Gamma-Interferon, sulle presunte frodi alimentari avvenute sul territorio nebroideo.
La decisione è stata approvata dal Comitato Esecutivo dell’Ente, presieduto da Luca Ferlito, nel corso della seduta di ieri. "La delibera- spiega una nota del Parco- è stata adottata per difendere l’immagine dell’Ente nel processo che si aprirà il 26 ottobre a Patti e per tutelare le eccellenze agroalimentari del territorio, in difesa della salute dei consumatori”.

Il processo partirà il 26 ottobre davanti al Tribunale di Patti e vede alla sbarra 41 persone accusate a vario titolo di abigeato, macellazioni clandestine e false certificazioni nei controlli sul bestiame, furto, auccisione di animali, ricettazione alla adulterazione, detenzione e commercio di sostanze alimentari nocive, diffusione di malattie infettive e truffa ai danni dell’Agea.

Tra gli imputati anche alcuni dei veterinari in servizio presso il dipartimento Asp di Sant’Agata Militello, accusati di omissione nei controlli sanitari e falsificazione di atti d’ufficio, noti produttori dei Nebrodi e pregiudicati ai quali viene contestata l’aggravate mafiosa. Le indagini, condotte dagli agenti di polizia del Commissariato di Sant’Agata Militello, al comando del dirigente Daniele Manganaro, avevano portato a 33 misure cautelari il 14 dicembre 2016.

Un’inchiesta che aveva fatto luce sugli interessi, anche della criminalità, nella filiera alimentare e gli allevamenti sui Nebrodi. “Quello che abbiamo scoperto ci ha convinto a diventare vegetariani”, aveva svelato il Commissario Manganaro, che tra i suoi uomini più impegnati nell’inchiesta aveva Tiziano Granata e Rino Todaro, morti a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro, a marzo scorso.

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