Le comunità sperano in uno stop ai tagli, sia all'ospedale di Sant'Agata che ai servizi di emergenza. Perché non si può morire di 118 che non c'è
SANT’AGATA MILITELLO – Più che il buono proposito di qualcuno è quel che tutti gli abitanti dei Nebrodi, soprattutto quelli delle aree montane, si augurano. Sono state soprattutto le aree interne, infatti, a fare i conti con gli effetti del progressivo smantellamento dell’assistenza sanitaria. Progressivo e inesorabile, malgrado i proclami in segno contrario dei vertici delle amministrazioni pubbliche e degli esponenti del governo regionale.
Le comunità dei tanti piccoli centri montani hanno sotto gli occhi l’incremento dei casi di decessi dovuti al ritardo nell’arrivo dei soccorsi, spesso inadeguati anche quando giungono. I casi di segnalazione di morti giovani e di denunce sulla scarsa attrezzatura dei mezzi dei 118, come l’assenza dei medici, nel 2023 si sono moltiplicati.
118 ko
“Sul nostro territorio le postazioni del 118 demedicalizzate sono in aumento. In assenza della figura chiave delle procedure di soccorso, il medico appunto, le situazioni di pronto intervento diventano insostenibili e problematiche, soprattutto riguardo le patologie tempo-dipendenti come infarti, ictus, aneurismi, incidenti stradali, ecc.”, dice Vincenzo Amadore, sindaco di Galati Mamertino, comune montano a 850 metri sul livello del mare e 20 minuti di strada dal primo ospedale. Ovvero quello di Sant’Agata di Militello. Ospedale, quest’ultimo, dove il problema del depotenziamento non ha cambiato rotta, anche nel 2023.
Ospedale di Sant’Agata sempre più spogliato
“Non possiamo più attendere – continua il primo cittadino galatese – ormai è diventato prioritario che si ponga una maggiore attenzione a questo gravoso problema e che il distretto sanitario attenzioni l’emergenza della diminuzione delle postazioni demedicalizzate e attivi quanto prima percorsi e piani organizzativi efficaci per la possibilità di interventi tempestivi che possano essere risolutivi in situazioni di patologie d’emergenza”. Amadore ha condiviso questo appello anche in sede istituzionale, qualche settimana fa in Prefettura a Messina, parlando a nome della comunità insieme ad altri sindaci della zona durante la riunione convocata per fare il punto sulla situazione del presidio ospedaliero.
Nel 2024 niente più tagli alla sanità
A quel tavolo l’Asp si è impegnata ad aprire in tempi brevi il bando per assegnare i servizi lasciati scoperti dalla revoca della convenzione con la Fondazione Giglio di Cefalù. Su 118 e punti di prima assistenza, invece, è il silenzio. Il desiderio che i Nebrodi sperano sia realizzato, nel 2024, è quindi l’inversione di tendenza rispetto ai sempre maggiori tagli alla sanità, in quest’area indispensabili vista la conformazione del territorio. Se qualche politico volesse farne il proprio buono proposito, scevro dalla retorica, in tanti gliene saranno grati.
(foto d’apertura: una passata protesta di comitati e sindaci davanti l’ospedale di Sant’Agata)