Nel Parco d'Aspromonte il progetto di monitoraggio sul lupo

Nel Parco d’Aspromonte il progetto di monitoraggio sul lupo

Dario Rondinella

Nel Parco d’Aspromonte il progetto di monitoraggio sul lupo

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lunedì 17 Maggio 2021 - 17:51

Obiettivo del progetto è quello di avere una stima della presenza del Lupo in Aspromonte

Il Lupo appenninico è una specie fondamentale per gli equilibri naturali, sulla quale nell’ultimo anno ci sono state importanti novità. Stiamo parlando del primo Progetto Nazionale di Monitoraggio del Lupo, portato avanti dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) su in carico del Ministero dell’Ambiente. L’obiettivo è ambizioso: avviare la prima grande ricerca nazionale standardizzata sulla specie, per avere un quadro aggiornato della sua presenza e conservazione, usando i medesimi protocolli. Questa è una grande novità, unica anche nel quadro internazionale. Per compiere un’attività così complicata è stato necessario costruire una serie di sinergie tra Regioni ed Aree protette (tra cui anche il Parco dell’Aspromonte) ed un protocollo con il CUFAA (Comando Carabinieri per la tutela della biodiversità e Parchi), coinvolgendo varie figure professionali di coordinamento ed una fitta rete di collaborazioni con associazioni importanti, come ad esempio AIGAE e WWF.

Tra le adesioni al progetto, anche quelle delle Guide del Parco dell’Aspromonte che hanno iniziato un percorso di formazione per diventare “operatori del monitoraggio nazionale del lupo. L’obiettivo principale è quello di avere una stima aggiornata della distribuzione e dell’abbondanza del Lupo in Aspromonte, come in tutti gli Appennini e le Alpi.

“Man mano che si andava avanti – viene affermato in una nota dalle Guide del Parco dell’Aspromonte – mettevamo in pratica sempre meglio le indicazioni ricevute, diventavamo più attenti a dettagli che prima non vedevamo e la curiosità di sapere se avessimo trovato qualcosa nell’uscita aumentava sempre di più. In alcune occasioni abbiamo anche provveduto alla raccolta materiale (seguendo precisi protocolli) delle fatte per consentire ad ISPRA l’analisi genetica, anche questa fondamentale per lo studio del Lupo, la sua consistenza numerica, capacità di dispersione e spostamento ed anche la eventuale ibridazione con il cane domestico. Questo ultimo fenomeno è da tenere bene sotto controllo, sempre per poter intavolare corrette strategie di conservazione della specie.

La stessa sarebbe minacciata anche da questa “intromissione” genetica non naturale (le responsabilità dell’ibridazione vengono della scorretta gestione dei cani domestici ed erratici da parte dell’uomo), anche sotto il profilo delle false notizie che vedrebbero il Lupo ibrido come più confidente e quindi più pericoloso per l’uomo, cosa di cui non esiste prova scientifica”. Il lupo – prosegue il comunicato – , quasi scomparso in Italia nel ‘900, a causa di errate convinzioni sulla sua dannosità e pericolosità è invece fondamentale. Come tutti i grandi carnivori ‘serve’ per equilibrare le forze in gioco nell’ambiente naturale e controbilanciare la presenza di altre specie come il cinghiale ad esempio – di cui si nutre in quantità – che in sovrannumero (come molte altre) causano danni.

La natura si autoregola, ma per farlo occorre garantirne la sua diversità, nella quale un posto importante è occupato dal Lupo appenninico. Bisogna saper andare oltre le fake news e raccontare le cose in modo corretto. La convivenza non è facile sicuramente, in particolare per gli allevatori ai quali va garantito sostegno per la prevenzione e corretti ristori per i danni, ma è necessaria”.

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