Tecnicamente il graupel è un fiocco di neve che ha perso la sua struttura iniziale, cadendo dalla base della nuvola a temperature negative
Come abbiamo visto nell’articolo dedicato alle previsioni, nelle prossime ore l’irrompere di un blocco di aria molto fredda dalle latitudini polari causerà fenomeni, anche di carattere nevoso, fra Nebrodi ed Etna, fin dai 1100/1200 metri. Ma in alcune aree, a causa dei forti contrasti fra il Tirreno caldo (circa +20°C in superficie) e l’aria molto fredda in quota (circa -32°C a 5300 metri), si potranno formare nubi cumuliformi in aria fredda che potranno dare luogo a precipitazioni di carattere solido, fino a quote collinari. Una di queste precipitazioni è la cosiddetta gragnola, tradotto dal tedesco “Graupel”
In meteorologia si usa per indicare un tipo di precipitazione tipicamente invernale associate ad una atmosfera è molto instabile. Spesso va confusa con la grandine o la neve. La gragnola ha una superfice irregolare, una forma spesso conica, è molto leggero e quando cade al suolo non fa il rumore della grandine ma un ticchettio nettamente meno acuto. Se pressato tra pollice e indice si schiaccia facilmente.
Si tratta realmente di neve?
Tecnicamente il graupel è un fiocco di neve che ha perso la sua struttura iniziale, cadendo dalla base della nuvola a temperature negative. Durante la sua discesa e in un contesto di moti turbolenti dell’aria, viene in contatto con minute goccioline di acqua sopraffusa (acqua liquida a temperature inferiori allo zero) che a contatto con il cristallo si solidificano rapidamente, creando attorno ad esso una sottile crosta di ghiaccio.
In sostanza la gragnola altro non è che un vecchio cristallo di neve e acqua ghiacciata. Il graupel a differenza della grandine non perde mai la sua struttura primordiale di fiocco di neve (per questo è leggero, contiene molta aria) mentre la grandine è solo acqua che congela, quindi ghiaccio puro. Si associa spesso ai temporali ma non necessariamente, a volte può cadere anche da nubi cumuliformi non temporalesche che non hanno raggiunto lo stadio di temporale.
Si tratta dunque di un fenomeno tipico dei forti contrasti termici invernali quando masse d’aria artica o polare incontrano superfici marine o anche lacustri tiepide che favoriscono l’insorgere di instabilità convettiva. E’ diffuso in tutto il mondo dalle medie latitudini e quelle sub polari, in Italia può essere particolarmente abbondante, tanto da formare accumuli anche di diversi centimetri che gli conferiscono l’aspetto della neve. Fra la prossima notte e la giornata di domani la gragnola si potrebbe presentare fino a quote collinari, soprattutto nei comuni dei Nebrodi e sui nostri Peloritani, lasciando pure temporanei accumuli bianchi. Ovviamente non si tratterà di pura neve, ma l’origine dell’idrometeora è proprio il fiocco di neve.