Ieri è iniziata una nuova fase per l'amministrazione De Luca. Messaggi chiarissimi per i vecchi e i nuovi assessori, chi sbaglia paga. E non le ha mandate a dire ai consiglieri comunali
La giornata di ieri, martedì 3 agosto, rappresenta uno snodo cruciale nel percorso dell’amministrazione De Luca a Messina. L’ingresso di due nuovi assessori scelti tra i fedelissimi dell’entourage del sindaco, la decisione di non aprirsi a partiti politici e alleanze, il depotenziamento di altri due assessori super vicini al sindaco, i messaggi di fuoco al consiglio comunale. Un cerchio che invece di allargarsi si stringe sempre di più, ma che rischia di spezzarsi.
Il sindaco De Luca, uomo solo al comando
Sono stati questi i punti chiave di una conferenza stampa che ha segnato il primo vero cambio di marcia politico dopo due anni di amministrazione. Con un concetto che alla fine della mattinata doveva risuonare più forte e chiaro che mai: il sindaco De Luca è e vuole essere un uomo solo al comando. Con al seguito un esercito che condivide il suo percorso, ma che deve rispettare le regole, agire e operare senza deviazioni sul percorso tracciato, stare al passo. «Sono una persona esigente e pongo sempre nuovi obiettivi al rialzo. Nessuno può sentirsi intoccabile se ha raggiunto un obiettivo, perché nel frattempo ce n’è un altro già pronto su cui lavorare».
E non è stato casuale forse neanche il fatto che per annunciare queste novità il sindaco abbia scelto di essere solo di fronte a chi atteneva di capire quali mosse avrebbe messo in campo. Assessori e componenti delle partecipate erano presenti, ma di fronte a lui, tra la platea. Fanno parte di una squadra, ma l’allenatore è lui. Lo ha spiegato molto bene all’inizio del suo lungo monologo, quando ha esordito dicendo che la strategia usata per rimodulare la sua giunta si può riassumere in tre parole: “a modo mio”.
Vietati i protagonismi
«Sono state 48 ore di estenuanti trattative con me stesso. Nessuna discussione con partiti politici o consiglieri comunali, erano fake news che mi sono divertito a creare per mettere un po’ di pepe. Ho discusso solo con Cateno De Luca. La responsabilità è tutta mia». Sue e solo sue, dunque, le nomine di Laura Tringali e Franceso Gallo. Sue le scelte e le responsabilità. Ma con De Luca è chiaro che chi sbaglia paga. E tra gli errori, a quanto pare imperdonabili, c’è anche quello di emergere troppo.
«Io chiedo di andare oltre il semplice ruolo che assegno. C’è chi lo fa perché crede nella possibilità di incidere sul destino della comunità. Ma c’è chi va oltre per eccessiva mania di protagonismo. E lì si infrangono con la megalomania del sindaco De Luca» ha detto senza mezzi termini. Parlando di se in terza persona. Guai dunque ad attirare le luci della ribalta. La sua squadra è un blocco monolitico che deve camminare sempre unita senza personalismi e protagonismi. Un discorso fatto senza pronunciare nomi e riferimenti precisi, ma probabilmente rivolto in parte al dimissionario/dimissionato Scattareggia e in parte anche agli assessori Mondello e Musolino che nel rimpasto di ieri hanno perso i ruoli che li hanno visti maggiormente in vista in questi due anni.
Una questione di fiducia
Anche da un altro passaggio è emerso chiaramente il De Luca-pensiero su come i ruoli debbano essere rispettati. Che si tratti dell’allenatore o del compagno di squadra. «Io sono il responsabile della squadra dei miei assessori, nel bene e nel male. Ma la squadra deve rispondere sempre e comunque al sindaco. L’assessore è uomo di fiducia del sindaco, nel momento in cui non c’è più fiducia va a casa. E’ ovvio che tutto questo, nell’ambito di una giunta, non dia spazio a persone che puntano a distinguersi rispetto agli altri. Nell’ambito di una squadra non esiste che un collega non difenda l’atto di un altro collega. Gli atti della giunta, al di là di chi siano i proponenti, appartengono alla giunta nella sua interezza. Chi non la pensa così deve andare a casa perché non merita più di restare nella squadra. Chi punta a distinguersi in questi termini va a casa. La giunta governa e si manifesta in modo monolitico, se qualcuno vuole contestare un atto della giunta prima rassegna le dimissioni e poi lo fa. Diversamente viene revocato».
Un duro atto di accusa che forse in parte era indirizzato a Scattareggia e in parte agli assessori Mondello e Musolino che nei giorni scorsi erano entrati in contrasto sulla questione isola pedonale estiva a Torre Faro. Anche se, a precisa domanda, De Luca ha risposto che il caso isola non ha avuto nessun valore e che le decisioni che hanno riguardato Mondello e la Musolino non sono bocciature o punizioni ma scelte precise e motivate.
Gli ex Trimarchi e Scattareggia
Ha ringraziato Trimarchi e Scattareggia, che ieri, martedì 3 agosto, ovviamente non erano presenti. Ma per loro il rodaggio era finito e non hanno saputo dimostrare di saper stare al passo. Trimarchi però resterà come esperto a titolo gratuito. Per Scattareggia invece è chiaro che l’addio sia stato più burrascoso. E sui due ormai ex assessori, De Luca è stato tutt’altro che tenero: «Io sono sempre stato chiaro con tutti. Con me non esiste la posizione di rendita. Far rimanere chi non ha capito il contesto in cui si trovava e come ci si doveva comportare sarebbe significato fare danno alla città».
Il post-datato Salvatore Ingegneri
De Luca ha poi ricordato anche il giovane Salvatore Ingegneri, nominato mesi fa assessore post-datato ma che non entrerà a far parte dell’amministrazione. «Gli ho spiegato che non è il momento di entrare in giunta perché la fase che ci aspetta richiede delle caratteristiche che impongono esperienze specifiche. Faccio le mie scuse per averlo annunciato come assessore e di non avere oggi la possibilità di inserirlo. Abbiamo avuto modo di precisare che la collaborazione continua anche perché è un giovane brillante e ha la stoffa per potersi inserire nell’amministrazione della cosa pubblica». Per lui potrebbe esserci all’orizzonte qualche altro incarico.
L’attacco al consiglio comunale
Non è mancato poi un attacco al consiglio comunale. Sferrato nel giorno in cui De Luca ha deciso di prendere nelle sue mani anche i rapporti con il consiglio comunale, delega che finora era stata di Mondello. Rapporti che in questi due anni sono andati avanti tra alti e bassi, ma sempre all’insegna della tensione. «Ognuno deve fare il proprio dovere. E di certo quello del consiglio comunale non è rallentare gli atti, pensando di colpire il sindaco De Luca. C’è un regolamento di cui nessuno si è preoccupato. Lo dico al presidente del Consiglio che si agita se do del coglione a un consigliere comunale, ma non si preoccupa se i consiglieri comunali violano continuamente il regolamento comunale. Non si preoccupa se per fare una “cazzata” di delibera di isola pedonale estiva si perdono 40 giorni. Abbiamo fatto un patto all’inizio di questo mandato: velocità. Per il resto c’è tempo per la campagna elettorale, ma non si può fare ogni giorno sulla pelle della città».
De Luca 2.0
La fase 2 dell’amministrazione De Luca è dunque iniziata. Due dimissioni e due nuovi assessori da una parte. Una Carlotta Previti promossa a pieni voti che prende il ruolo di vicesindaco. Un colpo inaspettato su Salvatore Mondello e Dafne Musolino ,che nelle “pagelle” annunciate dal sindaco al suo rientro di certo non sembravano destinati a finire tra i rimandati a settembre. Eppure, i volti dei due assessori, da sempre primi della classe, erano quelli scuri degli alunni che vedono insufficienze inaspettate nei quadri di fine anno scolastico. Poi polemiche e nervi tesi con il consiglio comunale. Un Salva Messina e un “cambio di passo” da portare avanti. E un sindaco De Luca che detta le sue regole e che decide su tutti, “senza se e senza ma”. Per dirla con uno dei suoi motti.
Che dire? Questo hanno votato i messinesi e questo si devono “zuppare”. Speriamo solo che – metodi opinabili o no – i risultati ci siano, che è l’unica cosa che davvero va pesata per esprimere un giudizio positivo o negativo.
Altrettanto sicuro è il fatto che qualunque cosa succede sappiamo a chi attribuirla…
Che Dio ce la mandi buona.
Più leggo le sue dichiarazioni più resto perplesso.
E’ come se alla fine non si facesse mail il punto su nulla, ma si continuasse a discutere all’infinito.
L’ex vicesindaco secondo me non resterà a lungo.
Mi chiedo come fanno gli assessori ed i consiglieri a tollerare un sindaco così indisponente ed egocentrico ed affetto da mania di eccessivo protagonismo!