Il prof. Biagio Ricciardi, appena eletto presidente della società siculo-campana di Nefrologia, lancia un appello al Governo siciliano sulla paventata chiusura delle Unità operative di Milazzo, Taormina e del Papardo dopo un decreto assessoriale
Nuova affermazione per la scuola nefrologica messinese: il prof. Biagio Ricciardi è stato eletto presidente della Società campano – siciliana di nefrologia. Un plebiscito di 161 preferenze per il direttore dell’Unità complessa di Nefrologia e Dialisi dell’ospedale di Milazzo, che succede alla prof. ssa Maria Capuano.
L’elezione si è svolta in occasione del XIV Congresso della Società: un seggio telematico, rimasto aperto una decina di giorni, ha consentito la votazione anche da parte degli assenti. Ricciardi è presidente eletto e nel 2014 entrerà in carica per un biennio; dopo la proclamazione ha commentato i recenti provvedimenti in tema di sanità siciliana, sottolineando il difficile compito che lo attende.
“E’ un momento estremamente delicato per la nefrologia siciliana – ha dichiarato – in virtù del piano di rientro si paventa una riduzione drastica delle unità operative. Per esempio nella provincia di Messina, rischiano di chiudere quella di Milazzo, Taormina e dell’ospedale Papardo; rimarrà solo il Policlinico universitario. Ciò comporterà ricadute di notevole importanza in termini di prevenzione e cura delle malattie del rene ed è una situazione assurda: la Regione ha investito molto in tali strutture e adesso un decreto dell’assessorato alla Salute minaccia di mandare in fumo lo scrupoloso e prezioso lavoro di tanti operatori del settore.
“E’ impensabile – conclude Ricciardi – che in realtà ospedaliere, ove sussistono aree critiche quali rianimazione, coronarica, emodinamica, cardiochirurgia, ecc., vengano eliminate le strutture complesse di nefrologia, come è assurdo il mantenimento di una nefrologia ogni 700mila abitanti: significherebbe, ad esempio, che da Tusa a Villafranca si creerebbe il deserto (circa 374mila residenti).
non confondiamo le unità complesse con i reparti.
in pratica potrebbero eliminare qualche primario, non i posti letto.