Il mondo sindacale decide di fare sul serio per puntare ad ottenere risposte concrete sulla stabilizzazione dei precari. Programmate per il mese di aprile una serie di manifestazione che intendono sollecitare, una volta per tutte, l’attenzione delle diverse amministrazioni comunali della provincia di Messina
Mobilitazioni territoriali a partire da mercoledì 11 aprile e grande manifestazione territoriale. Questo il primo appuntamento delle iniziative annunciate dai Segretari Generali delle Funzioni Pubbliche di CGIL CISL e UIL per rivendicare la stabilizzazione dei precari . Per i sindacati continua ad essere inaccettabile l’immobilismo delle amministrazioni locali e del governo regionale, che ritengono dunque necessaria la mobilitazione ancor di più alla luce dello stop imposto dalla Corte dei Conti alla stabilizzazione del personale precario nelle pubbliche amministrazioni: “Non accetteremo nessuna forma di licenziamento dei lavoratori precari che ormai da più di 25 anni reggono i servizi negli Enti Locali ove senza il loro apporto non verrebbero assicurati i servizi ai cittadini – dichiarano Clara Crocè, Calogero Emanuele e Giuseppe Calapai – Rivendichiamo la definizione delle dotazioni organiche e la prosecuzione dei tavoli tecnici per definire i processi di stabilizzazione. Un passo, quello della stabilizzazione del personale – che oggi fa funzionare gli Enti Locali e consente ai comuni di incassare risultati positivi – spiegano i sindacalisti – ottenendo un risparmio concreto dal momento che il costo per le assunzioni è a carico della Regione e assicurarsi la presenza di personale già formato che può garantire una maggiore efficienza e migliore risposte all’utenza”.
La prima assemblea si terrà giorno 11 aprile, aula consiliare Comune di Messina. A seguire, assemblee zonali: il 16 aprile, aula consiliare Comune di Barcellona P.G.; il 17 aprile Aula consiliare Comune di Giardini Naxos; il 18 aprile Aula Consiliare Comune di Capo D’orlando; il 23 aprile Comune di Sant’Agata di Militello. “Avvieremo la più grande mobilitazione di tutti i tempi dei precari degli Enti Locali della nostra provincia – continuano Crocè – Emanuele e Calapai – previsto un corteo per le vie della città di Messina. Manifestazioni propedeutiche, per avviare ,la vertenza a livello regionale e nazionale per chiedere il superamento delle norme nazionali che impediscono la stabilizzazione. La classe politica nazionale e regionale deve farsi carico della situazione dei precari siciliani. Per anni, i nostri deputati- continuano Crocè Emaunele e Calapai – hanno dispensato promesse ai precari e molti di loro hanno costruito le loro fortune elettorali. A distanza di anni, non solo non sono state mantenute le promesse ma hanno dimenticato i precari siciliani”.
Perchè norme nazionali impediscono la stabilizzazione? Forse perchè a determinati lavori si accede per pubblico concorso?Con tutta la comprensione possibile per i precari,non sarebbe ora di finirla con la logica che”chi è dentro,resta dentro a vita; a chi è fuori, non è data la possibilità di entrare”.Per equità,non sarebbe il caso di bandire un concorso(anche riservando ai precari una quota dei posti)in cui ciascuno possa dimostrare le proprie competenze?
Concordo in pieno con quanto espresso dalla commentatrice “liliana parisi”.
Il fatto che siano precari da 20 anni è sicuramente squallido ed in parte sono solidale, ma certamente è solo il risultato di una “pessima politica”.
La normativa sul pubblico impiego parla chiaro. Si accede ai posti pubblici solo tramite pubblico concorso. Questo peraltro è quanto accade nelle “normali” città d’Italia.
Si faccia un concorso con riserve, titoli di servizio ecc… ma nulla più, così come fatto altrove (anche in situazioni simili con precari di lungo corso). Questa è equità. Inoltre la stessa pessima politica di cui sopra, negli anni ha elargito occupazioni facili (quasi sempre con chiamate dirette) ed ha prodotto come risultato il fatto che da un ventennio non si effettuano più concorsi a Messina. Stesso discorso per le partecipate (Amam, ATM con relativi parcheggiatori al seguito, Messinambiente, Ato….), nessuna minima forma di selezione ad evidenza pubblica. Non voglio generalizzare, ma francamente il risultato è sotto gli occhi di tutti. Aziende in deficit, piante organiche sproporzionate, servizi inesistenti e scarsissima propensione al lavoro di molti (non tutti) tra gli stipendiati a spese della collettività. Di conseguenza una città in condizioni penose. Vi chiedo sinceramente, la vogliamo smettere? ma quanto la volete ancora tirare sta corda? Mi spiegate perchè non dobbiamo avere tutti le stesse opportunità e rispettare le regole che la legislazione impone? Gli stupidi prendono le valigie ed attraversano lo stretto….ai furbi invece tutto è concesso e dovuto….ed a quale prezzo? con quale risultato? Ipocriti.
Scusatemi. Forse perchè sono parte in causa, comunque nel lontano 1990 mi hanno chiesto di presentare una domanda all’Ufficio di Collocamento, e partecipare ad una selezione pubblica per poter essere inserito in una lista e successivamente avviato in una cooperative come “Articolista” ai sensi dell’art. 23 della L. n. 68/88.
Sono stato valutato e selezionato dall’Ufficio di Collocamento, immesso in servizio e per la bellezza di 20 anni svolgo il mio lavoro nel miglior modo possibile presso un’Ente Pubblico.
Premetto, sono stato selezionato senza avere “Santi” in Paradiso, pertanto chiedere la stabilizzazione definitiva dopo 20 anni, e oltre, di lavoro è vergognoso, dovrebbe essere invece un atto dovuto, anche in virtù del fatto che molti Uffici sono retti soltanto da Noi ex Articolisti. Inoltre le Casse Comunali non vengono intaccate in alcun modo perchè noi costiamo soltanto il 20% del nostro misero stipendio Part-Time, come invece avviene con gli incarichi di Esperto, Consulente e quant’altro, anche avendo le stesse figure professionali all’interno dell’Amministrazione.
Pertanto vi prego, prima di additare la nostra categoria come la causa di tutti i mali della Pubblica Amministrazione, pensateci bene, perchè sicuramente in qualsiasi famiglia della Sicilia c’è un Articolista che lavora, che ha famiglia e che rischia seriamente di rimanere a casa, in questo casi si per causa della Politica, che non riesce a dare risposte concrete se non rinviare Sine Die la problematica ad altri.
Ciao a Tutti
La situazione effettivamente è inaccettabile ed il mio non voleva essere ne un additare ne un generalizzare. Ho evidenziato infatti in materia di scarsa propensione al lavoro un “non tutti”.
Lei ha peraltro evitato di sottolineare tante brutte situazioni che vi riguardano come categoria, quali contributi inesistenti o ridotti, disparità di trattamento rispetto ai regolari dipendenti (nonostante le simili mansioni) ecc…
Detto questo però, dovrà convenire che le “selezioni e valutazioni” dell’ex ufficio di collocamento certamente non sono sostitutive o equiparabili al concorso pubblico richiesto dalla normativa nazionale.
Quel tipo di selezioni doveva dar vita a “semplici” contratti a termine non rinnovabili certo per un ventennio, come però avvenuto nei fatti, in quanto “facile bacino elettorale”.
Inoltre, l’assenza di regolari concorsi ed i fisiologici pensionamenti hanno fatto si che tantissimi enti si reggano oggi quasi esclusivamente sul personale contrattista.
Sulla non correttezza di una “automatica” stabilizzazione in assenza di concorso (mai espletato neanche a Tempo determinato) è possibile trovare moltissime pronunce della Corte Costituzionale che si è già ampiamente espressa in merito.
Io non dico che bisognerebbe mandare tutti a casa ignorando il pregresso, i drammi ed i disagi delle famiglie coinvolte, dico solo che le procedure di stabilizzazione dovrebbero seguire un iter concorsuale “legislativamente corretto” con riconoscimento in termini di maggior punteggio, di quanto la sua categoria ha fatto in questi anni, ma con un’apertura (Costituzionalmente richiesta) a tutti i cittadini.
Diverso il discorso delle varie “partecipate”, sul quale essendo talmente palese e sotto gli occhi di tutti la questione, francamente evito anche di usurare i tasti della tastiera.
Le faccio comunque, per quanto vale, i miei auguri per la questione che la riguarda.
Quando io, nei mesi scorsi, ho denunciato continuamente – ed anche su questo quotidiano – l’aberrazione giuridica delle stabilizzazioni senza concorso, sono stato oggetto perpetuo di riprovazione, al limite degli insulti alla mia persona.
Noto, quindi, con sommo piacere la presenza e i commenti obiettivi di altre persone che, fermi restando gli aspetti “umanamente condivisibili”, argomentano la questione secondo la legge.
Quella legge con cui, spesso e volentieri, ci si sciacqua la bocca, salvo poi tentare di disapplicarla o, peggio, aggirarla quando si tratta di questioni personali.
Un sentito grazie, quindi, a Liliana Parisi e a tino68.
Errata corrige: al posto di tino68 (al quale va la mia più totale stima sul piano umano), sosituire Gia77