Contro i tagli regionali il Teatro Vittorio Emanuele chiama a raccolte le forze: futuro a rischio

Contro i tagli regionali il Teatro Vittorio Emanuele chiama a raccolte le forze: futuro a rischio

Contro i tagli regionali il Teatro Vittorio Emanuele chiama a raccolte le forze: futuro a rischio

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martedì 08 Maggio 2012 - 11:34

Il consiglio d’amministrazione dell’Ente ha votato e inviato a tutti i rappresentanti politici messinesi e ai sindacati, un ordine del giorno in cui chiede un intervento deciso. Si rischia il blocco dell’ attività

Si parla di teatro, ma stavolta di recitato e finto c’è ben poco. Contro i durissimi tagli regionali che hanno letteralmente “falcidiato” i teatri siciliani, prende posizione il Consiglio d’amministrazione del Teatro Vittorio Emanuele. I rappresentante dell’Ente Autonomo Regionale hanno infatti votato all’unanimità un ordine del giorno “in cui si esprimono forti timori per il futuro dell'attività”. Il documento, che si spera non rimanga lettera morta, è stato inviato al Presidente della Regione, agli assessori regionali al Turismo, ai Beni Culturali e al Bilancio, ai presidenti delle commissioni legislative Turismo, Cultura e Bilancio, al Prefetto di Messina, al Sindaco di Messina, al Presidente della Provincia Regionale, a tutti i deputati nazionali e regionali della provincia di Messina, a tutti i Sindacati e a tutti gli Organi di Stampa, per sollecitare un immediato intervento. E stavolta la recitazione cent

Di seguito riportiamo integralmente il testo del documento, che permette bene di capire come il rischi sono tutt’altro che “inventati”

"Il Consiglio di Amministrazione dell'Ente Autonomo Regionale Teatro di Messina desidera esprimere il proprio rammarico, forte e sentito, per il taglio del 20% che ha colpito in modo indiscriminato tutti i teatri della Sicilia, impedendo di fatto il proseguimento di una corretta programmazione sia in riferimento alla continuazione dei cartelloni già in corso sia a tutta quella che è l'attività culturale di un Ente che, come il nostro, è un punto di riferimento, necessario e solido, per l'intero territorio del capoluogo e della Provincia.

Se certamente il taglio del 20% si abbatte sulla forza vitale di tutti i teatri della Regione, ciò è tanto più vero per il Teatro di Messina, unico ente regionale che, per legge, è tenuto a svolgere attività di musica e di prosa insieme e che dal 1995, anno della sua costituzione, non ha mai avuto alcun aumento del finanziamento. A fronte di questa grave limitazione, altri Enti che svolgono attività solo in campo musicale oppure solo nella prosa hanno ottenuto negli anni considerevoli aumenti, anche per ripianare deficit e bilanci in rosso che, invece, non si sono mai registrati nell'attività del nostro Teatro.

Per questo il Consiglio di Amministrazione sottolinea la necessità che i tagli, seppur necessari, non siano frutto di una non scelta indiscriminata, ma tengano conto delle singolarità di ciascuno e del compito culturale che si è chiamati a svolgere. La cultura è un fatto estremamente concreto, frutto di azioni, scelte, programmi che puntano sullo sviluppo di un territorio e lo aiutano a stare al passo con i tempi. La cultura non è quindi solo una parola con la quale ammantarsi in pubblici discorsi, lasciandola poi vuota di contenuto materiale.

Perseguendo questa idea con estrema convinzione, il Teatro di Messina, in tutte le sue componenti, ha organizzato la stagione in corso – come anche quelle precedenti – rendendola particolarmente ricca di avvenimenti, senza però mai perdere di vista l'obiettivo del pareggio di bilancio. Le sale del teatro sono attive ogni giorno per tutta la stagione, sono state moltiplicate le occasioni di lavoro e di occupazione anche per i messinesi inseriti nel settore dello spettacolo. Molte produzioni, di sicuro richiamo nazionale, hanno visto protagonisti i nostri attori e i nostri tecnici! Cosa che significa, oltre alla valorizzazione di chi merita, anche un ritorno economico per il nostro territorio. E il pubblico ha risposto, eccome! Gli abbonamenti, pur in un momento difficile, sono stati confermati sia per la prosa sia per la musica, in netta controtendenza con il resto d'Italia, evidente sintomo di una richiesta viva e partecipe.

La scure del bilancio regionale, che non fa differenza fra una situazione e l'altra, arriva quando ormai sono comunque da rispettare i contratti già fatti con le compagnie per l'intera stagione e anche i contratti sottoscritti con gli spettatori (gli abbonamenti sono contratti). Si crea, quindi, una situazione di grande disagio per un Ente che ha sempre operato senza alcuno spreco e nel pieno rispetto dei risultati di bilancio.

Non si deve e non si può nascondere anche il fatto che la nuova situazione rischia di penalizzare ancora di più le rivendicazioni dei professori d'orchestra, cui va la solidarietà del Consiglio di Amministrazione. Avvenimenti musicali già previsti sono rimasti da un giorno all'altro senza copertura finanziaria.

Si può davvero pensare che una Regione conosca sviluppo senza un'adeguata politica culturale? La risposta, inequivocabile, è assolutamente no! Auspichiamo che l'Assemblea regionale siciliana, la Presidenza della Regione, l'Assessorato al Turismo competente per le attività teatrali, l'intera deputazione regionale messinese si muovano sollecitamente per trovare una soluzione diversa dal taglio indiscriminato e che tenga conto delle specificità. In poche parole che consenta all'Ente Teatro di Messina, pur in un quadro complessivo di austerità, di adempiere al proprio ruolo culturale (e, come abbiamo visto, anche economico) nel rispetto del pubblico e al servizio del territorio".

3 commenti

  1. La scure alla fine si abbatterà solo sul teatro messinese.
    La regione trovarà il modo di far pervenire al teatro di Catania e di Palermo più di quanto gli è stato tagliato.
    Ovviamente Messina sarà esclusa da eventuali ricompensazioni. La regione per Messina ha solo tagli, e tagli e tagli, anche se il teatro di Messina ha una gestione positiva e propositiva rispetto agli altri……ma Messina ormai ha rafforzato la sua posizione di colonia, tutto quello che era messinese e diventato catanese o palermitano.
    Si favoriscono gli interessi di certa politica, che ha puntato solo sui palazzinari e sui traghettatori messinesi…Politica che è rimasta inerme nella depredazione di Messina e che resterà inerme tutti i tagli provincia coloniale di messina.

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  2. puzza di bruciato 8 Maggio 2012 14:21

    Sono sicuro che la protesta avrà successo… ho visto un rappresentante sindacale in tv che faceva benissimo il Suo mestiere, insomma non era uno sprovveduto; e penso che rispecchiasse molto gli stati d’animo e la fermezza dei colleghi. Quindi se i politici cittadini non vogliono fare qualche altra “figuraccia” gli conviene schierarsi con i lavoratori del Teatro che la “spunteranno”….

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  3. potrebbe dare l’esempio il presidente del teatro rinunciando al compenso l’ex onorevole luciano ordile che percepisce una indennità di parlamentare regionale molto “sostanziosa”

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