Continua la settimana de "Il giornale degli studenti" ed anche tra i corridoi dei licei si parla della manifestazione di Venerdì 10 Ottobre. Gabriele Casablanca, del Wikimede di Blog34, ci racconta la protesta vista dal plesso del Boccetta
"Il giornale degli studenti" si occupa ancora della protesta di venerdì 10 ottobre e lo fa attraverso la visione di Gabriele Casablanca, studente del Liceo Archimede e redattore del Wikimede.
Parlare di scuola non è mai semplice. Tanto meno per uno studente, tanto meno per uno studente italiano di oggi, bombardato da notizie che lo riguardano in prima persona e che sembrano tuttavia non appartenergli, da leggi e contro-leggi, riforme, tagli, privatizzazioni, proteste in piazza, che incrementano sul territorio nazionale la confusione generale.
In merito all'imminente manifestazione nazionale del 10 Ottobre 2014, ho dato uno sguardo alle motivazioni e ai criteri cui si basa, e spulciando su internet e blog vari, è giustamente presente una forte impronta politica. Mi sono ritrovato davanti a leggi interminabili, riforme ministeriali, “spending review” (tradotto, revisione della spesa pubblica, cioè un'analisi amministrativa dei fondi destinati alle strutture statali, come appunto la scuola). Ero partito dall'idea di cercare di chiarire io, in questo articolo, le problematiche dell'istruzione italiana attuale, ma, a discapito della mia condizione iniziale, mi sono ritrovato più confuso di quanto già non lo fossi.
Tra le varie argomentazioni lette quello che mi ha portato a delle riflessioni è quello relativo alla “privatizzazione” delle scuole e pensandoci lo scenario che potrebbe prefigurarsi è quello di ritrovarsi tra qualche anno con scuole finanziate da istituzioni private e con altre che dovrebbero continuare a ricevere i finanziamenti da parte dello Stato. Ma sarà proprio così? Bene, e tutte le scuole che non avranno la possibilità di essere finanziate da privati? Declineranno verso la privatizzazione? Sarebbe un escamotage dello Stato per risparmiare sui fondi? Rendere la scuola un'azienda, creando istituti di “serie A” e istituti di “serie B”, potrebbe incidere sull'offerta formativa per gli studenti? Potrebbe limitare l'istruzione o peggio ancora creare delle condizioni discriminatorie tra il mondo studentesco?
E qui suona il campanello della nostra Costituzione, unico principio rimanente di un passato in cui tutto era più vero, che ci ricorda come l'istruzione dovrebbe essere accessibile a chiunque e senza alcuna distinzione. “La scuola è aperta a tutti, (art.34) ed è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale,che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”( art.3 2° co.)
Il Ministero della Pubblica Istruzione ha promosso un questionario online, “La Buona Scuola” visibile sul sito dello stesso, in cui sono elencati i 12 punti della riforma Renzi, con le rispettive domande articolate in 7 sezioni. Sarà d'aiuto per il Governo? E noi studenti siamo davvero consapevoli della scuola che vorremmo? Tu, studente, che scuola vuoi? Io vorrei una scuola all'avanguardia, al pari di quella europea che molto e direi quasi tutto punta sull'istruzione, una scuola accogliente, in grado di formare con tutti gli strumenti possibili presenti nel campo, un ambiente che s'interessi meno di politica e più di cultura, che inneschi la voglia di studiare, apprendere, sperimentarsi, una scuola che renda curiosi. Ma sarà mai così?
Lascio le domande aperte, senza risposta, poiché io stesso mi trovo nell'impossibilità di rispondere, essendo anch'io studente, con i miei dubbi e miei progetti, e spero vivamente che queste non siano congetture fantascientifiche, ma buoni propositi per il futuro di una scuola universale e uguale per tutti.
Non dimentichiamo queste meravigliose parole: Articolo 2- “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.”
Gabriele Casablanca
Redazione Blog34