Informauro - Participio presente di "studiare"

Informauro – Participio presente di “studiare”

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giovedì 20 Novembre 2014 - 16:27

"Il giornale degli studenti" non si ferma e alle porte del weekend continua ad informare i suoi lettori. News provenienti dal Liceo Maurolico raccontate nell'Informauro di Blog34. Firma di Marea Mammano

Continua la scia di pubblicazioni de "Il giornale degli studenti" con notizie in arrivo dal Liceo Maurolico. L''Informauro di Blog34, targato Marea Mammano, riporta un'interessante riflessione sulla giornata internazionale dello studente e sul suo valore.

So che tutti voi vi aspettate sproloqui su gonne e cravatte a quadretti e pacchetti di pop corn, luci psichedeliche e musica a volume altissimo, e mi sarebbe piaciuto parlare della scorsa festa di istituto ma no….non è esattamente l'argomento che mi preme di più, almeno per questa settimana.

Tre giorni fa era una data molto, molto particolare; ma son sicura che, se chiedessi un po' in giro, nessuno saprebbe dirmene il motivo. Eppure era la giornata dedicata alla maggior parte di noi… no, non di noi italiani, di noi adolescenti, ma di noi studenti. Il punto saliente è forse il fatto che, non riconoscendo i diritti e le possibilità che abbiamo con il diritto di studiare, non riusciamo a renderci conto di quanto questa ricorrenza possa essere importante!

Allora beh, apriamo una piccola parentesi prettamente storica: la giornata dello studente nasce in memoria di Jan Opletal, giovane universitario ucciso dai nazisti durante le proteste contro l’occupazione tedesca a Praga. Nel giorno del funerale, il 15 novembre, molti studenti colsero l’occasione per una seconda manifestazione; in risposta alla protesta, i nazisti fecero chiudere tutte le università, deportando oltre 1.200 studenti nei campi di concentramento. Il 17 novembre 1939, senza alcun tipo di processo, vennero infine giustiziati 9 tra studenti e professori, considerati fautori della rappresaglia. Da allora la data venne celebrata ogni anno, rappresentando una giornata mondiale di protesta, talvolta soffocata nel sangue, come accadde ad Atene nel 1973 e nel 1989 in Repubblica Ceca e Slovacchia. Ancora oggi in tutto il mondo in questi giorni si moltiplicano cortei, manifestazioni, scioperi, ma anche momenti di aggregazione e solidarietà con concerti, dibattiti, reading e tavoli tematici.

Bene, dopo il piccolo inciso informativo ecco la parte importante, la lamentela, la critica, la pulce nell'orecchio, chiamatela come desiderate.

È davvero possibile che nessuno studente sappia mai di questa ricorrenza così importante? Che nessuno ne parli o ricordi i motivi? Se sfruttassimo queste giornate al meglio, sono sicura, potremmo ottenere grandissime agevolazioni da parte dello Stato o comunque di "chi comanda". Credo infatti che questo possa essere un giorno perfetto per rivendicare i diritti da parte di ogni singolo studente, indipendentemente dalla posizione economica, dalla nazionalità e dal rendimento scolastico. I punti fondamentali delle proteste sono solitamente basi per un'istruzione senza tasse e costi indiretti, appunto perché questa è un diritto e non un privilegio, o una merce da comprare e vendere, ma la chiave per lo sviluppo di una società informata ed emancipata. Quindi non dovrebbero esserci barriere legate a vincoli economici; inoltre ci si aspetta che essa sia libera dalla discriminazione, poiché scuole e università dovrebbero decostruire attivamente i pregiudizi e gli stereotipi sociali per assicurare a tutti uguali diritti nei luoghi della formazione e nella società. E inoltre, problema che interessa principalmente stati che vivono in regimi terroristici o comunque non completamente evoluti dal punto di vista sociale, un'istruzione libera dalla paura, in quanto sempre più spesso gli studenti sono presi di mira da istituzioni, governi e regimi che impongono loro riforme scolastiche e sociali dannose. Chi è al potere dovrebbe essere all’altezza delle proprie responsabilità, sostenendo i diritti degli studenti di esprimersi ed organizzarsi senza paura; tutelando gli studenti in conflitto e garantendo il loro diritto di impegnarsi come società civile.

La crescita libera, aperta, completa degli studenti rappresenterebbe senza dubbio enormi passi avanti per la società del futuro; sono quindi convinta che anche nella nostra scuola si dovrebbe iniziare a far sentire una tendenza rivoluzionaria, se non semplicemente cosciente della realtà, una volontà di migliorie e cambiamenti. È impensabile che la nostra Nazione, o (nel piccolo, anche la nostra scuola) non si batta continuamente per azioni del genere, solo perché colpita con minor gravità dal problema in sé.

Concludo con la frase di una diciassettenne, Malala Yousafzai, che mi ha lasciato la mente molto, molto impegnata in mille pensieri. E la lascio a voi per riflettere. "Let us pick up our books and pens. They are our most powerful weapons. One child, one teacher, one pen and one book can change the world. Education is the only solution".

Sarebbe bello se un'onda di interesse nei confronti di queste tematiche si alzasse proprio dalle menti che stanno dietro ogni singolo banco della nostra scuola, perché si sa, i più grandi tsunami vengono generati da flussi minuscoli, all'inizio, ed hanno una forza ineguagliabile, capace di travolgere tutto e tutti. Come l'amore per la cultura, d'altronde.

Marea Mammano

Redazione Blog34

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