"Il giornale degli studenti" è carico di notizie fin dalla partenza nel 2015. News dal Liceo Maurolico, raccontate nel Bisinfo di Blog34. Firma di Marea Mammano
Notizie in arrivo, anche se il 2015 è appena iniziato, per "Il giornale degli studenti". News dal Liceo Maurolico, riportate nell'Informauro di Blog34, targato Marea Mammano, in cui il resoconto dello spettacolo teatrale "Prometeo incatenato" della compagnia dell'istituto è accurato quanto sentito.
Nonostante il periodo di instabilità che la scuola sta attraversando, il laboratorio teatrale dona ancora una volta a un vastissimo pubblico una preziosa rappresentazione, e l'arte sopravvive. Sarò di parte, ma la mia critica è assolutamente positiva!
Sembra sia passato moltissimo tempo dal quel giorno di Dicembre, eppure, scolasticamente parlando, solo tre giorni fa il gruppo teatrale del Liceo Maurolico ha portato in scena il "Prometeo incatenato" tratto dalla famosissima opera di Eschilo, con la regia di Sasà Neri. Per chi vi avesse assistito, dovrebbe essere semplice ripescare dalla propria memoria tutte le emozioni che il gruppo teatrale è riuscito a suscitare nel pubblico; da parte mia sarà un po' diverso, avendovi preso parte.Così, oltre ad assaporare delle emozioni tutte mie, ho chiesto anche un po' in giro ad amici e conoscenti che erano venuti a vedere lo spettacolo. Innanzitutto c'è da dire che non tutti conoscevano la trama dello spettacolo, quindi, per evitare incomprensioni, ecco a voi!
Dopo la rivolta di Zeus contro il padre Crono, e la guerra che ne segue, Zeus si insedia al potere e annienta i suoi oppositori. Prometeo, il « filantropo » nel senso proprio del termine, subisce la sua collera e viene incatenato ad una roccia ai confini della Terra.Efesto, Cratos e Bia hanno catturato il titano e lo hanno incatenato ad una rupe, Zeus lo punisce perché ha donato il fuoco agli uomini, ribellandosi al suo volere. Il titano viene quindi raggiunto da vari personaggi, che tentano di portargli conforto e consiglio: le Oceanine, Oceano e Io. Prometeo ha però una via di fuga dalla angosciosa situazione in cui si trova, perché egli conosce un segreto che potrebbe causare la disfatta del potere olimpico retto da Zeus. La minaccia consiste nel frutto della relazione fra Zeus e Teti, che potrebbe generare un figlio in grado di sbaragliare il padre degli dei. Zeus invia il dio Ermes per estorcere il segreto a Prometeo, ma egli non cede e viene scagliato, insieme alla rupe cui è incatenato, in un abisso senza fondo.
Si intuisce facilmente che alcuni dettagli siano stati stravolti per rendere la rappresentazione più intensa, qualsiasi personaggio tastasse il suolo del palcoscenico del teatro Vittorio Emanuele lasciava dietro sè un'aura, una scia intrisa di caratteristiche solo sue. Da partecipante al progetto posso assicurarvi che la magia non è scaturita dal luogo o dalla presenza del pubblico (componente comunque essenziale per la riuscia dell'insieme), ma che sia più che altro conseguenza di un lavoro minuzioso ed attento svolto dentro un'aula. Ho visto una luce brillare negli occhi di molte persone che hanno lasciato il teatro al termine dello spettacolo, ho sentito molte voci tremare d'emozione nel fare i complimenti, e questa si può ritenere una soddisfazione unica; ma più di tutto, ciò che davvero accende in noi la passione e la voglia di farne parte sono le emozioni che ci pervadono durante ogni prova. Quei pomeriggi in cui la pioggia scrosciante sui vetri si trasforma, nel nostro immaginario, nell'acqua che ci circonda, e ci rende veri, prima che alla vista di un pubblico, agli occhi di noi stessi; la percezione che ci sia qualcosa in più d'una sala infuocata dal sole, la percezione che, davvero, una fiamma venga rubata e donata a noi.
Perchè questo tipo di lavoro va al di là dell'assegnazione di un copione e di prove tecniche e di movimento, si sviluppa seguendo un filo di pensieri e onde emotive che vengono evocati nei ragazzi da uno studio su ciò che viene rappresentato e su ogni sfumatura di cui la vicenda potrebbe colorarsi; e queste esperienze di aggiungono, prova dopo prova, in ogni mente, per poi creare un perfetto equilibrio tra la persona ed le caratteristiche assegantele, tanto da formare un vero e proprio scambio d'anime, e realtà che potrebbero sembrare magiche in alcuni momenti. Per dirlo metaforicamente, è come se uno stesso vento soffiasse sull'intera superficie della terra, e lasciasse qualcosa di diverso in ogni dove, incrinando l'acqua degli oceani, carezzando le valli, levigando le cime aguzze dei monti e spostando granelli di sabbia, collegando il tutto in un unico grande cerchio.
Sicuramente molti nel pubblico sono rimasti scossi da particolari interpretazioni, proprio perchè, semplicemente, si trattava di emozioni messe a nudo e reinterpretate, bruciante rabbia, piatta rassegnazione, angoscia, speranza, delusione, terminando con il più puro e sentito desiderio di essere "un uomo" del monologo finale.Questo progetto è la prova tangibile che il teatro non sia finzione, che la recitazione non sia farsa; che spesso il teatro sia la forma più nuda e sincera di vita. Tanto sincera da far paura, tanto sincera da incantare.
Marea Mammano
Redazione Blog34