L'ultima delibera mordi e fuggi dell'amministrazione Accorinti questa volta non ha trovato terreno fertile in aula consiliare. Dopo l'assenteismo di ieri sera oggi nuovo tentativo per approvare i debiti fuori bilancio Ato3 e accedere ad un'anticipazione della Cassa Depositi e Prestiti. Ma niente da fare.
Alla fine il secondo round c’è stato davvero. Ma non ha portato comunque al risultato a cui ambiva l’amministrazione Accorinti. Ci hanno provato ma stavolta è andata male. Il Consiglio ha detto no alla delibera di riconoscimento dei debiti fuori bilancio (quai 11,9 milioni) con l’Ato3 per accedere alla possibilità di un’anticipazione di liquidità concessa dal Ministero dell’Economia e delle Finanze attraverso la Cassa Depositi e Prestiti. Una possibilità prevista dall’art. 33 del decreto legge 66 del 2014 che concede agli Enti locali anticipazioni per colmare i debiti con le partecipate. Ieri l’aula aveva dato un bel due di picche all’amministrazione, nonostante la convinzione che il termine perentorio per il voto scadesse alle mezzanotte. I dubbi però erano rimasti e infatti oggi, martedì 30 settembre,l’amministrazione ha deciso di provare comunque a scippare l’approvazione di questa delibera, necessaria per stipulare il contratto con la Cassa Depositi e Prestiti. La seduta anche stavolta è stata lunga, ricca di interventi, ma poco popolata: in aula non più di una ventina i consiglieri presenti, al momento del voto erano in 19. A votare favorevoli in 7: Pippo Trischitta (Forza Italia), Mario Rizzo e Franco Mondello (Udc), Elvira Amata e Rita La Paglia (Dr), Ivana Risitano e Lucy Fenech (CMdB). Gli attuali consiglieri comunali Mondello ed Amata erano assessori ai tempi in cui si generavano i debiti fuori bilancio con l’Ato relativi agli anni 2009-2010 -2011. L’esponente dei Dr aveva addirittura la delega al ramo.
Quello che dato via libera alla delibera è un assetto ormai consolidato, che sulle materie finanziarie non nega mai un voto positivo all’amministrazione. Stavolta però non c’erano i numeri, segno che la troppa fretta di questa ultima delibera mordi e fuggi ha infastidito parecchio molti rappresentanti del Civico consesso che oggi hanno preferito non farsi vedere proprio sugli scranni di Palazzo Zanca. I 7 sì non sono bastati contro i 4 no di Antonella Russo e Nina Lo Presti (Gruppo misto), Daniela Faranda (Ncd) e Carmelina David, che in barba alla linea dei colleghi Udc si è schierata contro il provvedimento, e contro le 8 astensioni di Gino Sturniolo (Gruppo Misto), Giuseppe Santalco, Paolo David, Emilia Barrile, Donatella Sindoni, Claudio Cardile, Benedetto Vaccarino (gruppi Pd), Angelo Burrascano (Megafono).
In questo modo il Comune ha praticamente rinunciato alla possibilità di avere una disponibilità immediata di risorse per chiudere i debiti che si trascinano da anni con l’Ato e che hanno sempre tirato in ballo anche Messinambiente, Tirrenomabiente e diversi fornitori. Tanti i dubbi che sono sorti durante le circa quattro ore di dibattito, anche oggi a convincere l’aula della bontà del provvedimento e delle intenzioni dell’amministrazione c’erano sia l’assessore Guido Signorino che il collega Daniele Ialacqua. Entrambi hanno puntato l’attenzione sul fatto che la proposta di delibera fosse di particolare rilievo e impegno, ulteriore tassello nel percorso avviato con il Piano di riequilibrio. Durissime le contestazioni a cui hanno dovuto rendere conto gli esponenti della giunta Accorinti. L’assessore Signorino però, forse ormai abituato a dover prima chiedere scusa per poi brindare all’approvazione di qualsiasi documento porta in aula, ha subito chiesto fatto ammenda per l’intempestività. “Avevo immaginato di non proporre neanche questa delibera per evitare questa sensazione di schiacciamento avvertita legittimamente dal Consiglio, considerato però che si tratta di un atto che può rivelarsi importante abbiamo deciso di agire in questa direzione” ha detto Signorino, ricordando all’aula che la delibera di oggi altro non è che quella di un anno fa, sempre presentata in fretta e furia alla vigilia di ferragosto e poi sparita nel nulla.
Tra i dubbi che poi hanno portato alla bocciatura del provvedimento soprattutto la reale “identità” di questi debiti riportati nella delibera: “Si tratta davvero di debiti fuori bilancio? Possiamo ritenerli tali? Ci sono le condizioni per cui inserire queste somme nell’alveo dei debiti fuori bilancio? “ questi gli interrogativi di Russo, Santalco, Faranda, Russo. E poi ancora chiarimenti sul perché questa delibera così importante non sia stata redatta dal dirigente competente ma dal Segretario generale. La versione ufficiale dice che proprio per la complessità del procedimento il segretario ha avocato a se i poteri. Ma non tutti si sono trovati d’accordo: “Quest’amministrazione ancora una volta vuole coprire il vecchio. Noi comprendiamo tutto, ma per il naso non ci può prendere nessuno. La verità è che il Dirigente del dipartimento Partecipate non ha voluto fare la delibera e quando il segretario Le Donne si è reso conto che si stava correndo il rischio di bruciare il termine perentorio del 30 settembre ha preso in mano il procedimento” ha ammonito Santalco. “Questo modus operandi è intollerabile, non posso più ascoltare che vi trovate a operare in emergenze continue perché anche per noi è lo stesso” ha dichiarato Daniela Faranda, sulla stessa scia Paolo David: “Questi discorsi li abbiamo già fatti in altre circostanze, avevo detto all’amministrazione che non avrei più votato atti di urgenza. Rispetto molte persone di questa giunta, ma ancora una volta mi sento violentato per come l’amministrazione ci tratta”. Durissima come sempre Nina Lo Presti: “Ero convinta che i debiti li avessimo pagati con i talleri dell’assessore Perna e invece eccoli qua. Ci viene presentata una delibera blindata con cui approviamo debiti e accendiamo un mutuo per il quale dovremo pagare delle rate a tassi di mercato. Dobbiamo dire ai cittadini che stiamo caricando sulle loro spalle un altro prestito”. Non le ha mandate a dire neanche Donatella Sindoni: “Questa è l’amministrazione “in”: inconcludente, inconsistente, incipiente, incorreggibile, inaccettabile. Venire al fotofinish una delibera così tanto importante è impensabile. Se questa occasione si perde è solo ed esclusivamente una responsabilità di questa amministrazione”.
Signorino ha provato a placare gli animi chiarendo dubbi e spiegando vantaggi: “Si tratta di debiti fuori bilancio che si manifestano quando il Comune si avvalse di una prestazione da cui deriva un vantaggio in suo favore e per la quale non è stato corrisposto un pagamento. Nel nostro caso la società d’ambito realizzava la prestazione e in corso d’opera si trovava con una decurtazione delle somme precedentemente accordate, senza neanche l’indicazione su quali servizi eventualmente operare riduzioni. Il vantaggio sarebbe che avremmo a disposizione circa 8 milioni del Piano di riequilibrio e sarebbe anche uno sgravio e un vantaggio sui bilanci annuali. Il tasso di interesse con cui dovremmo corrispondere le rate è pari a 1,465%, e abbiamo la possibilità di diluirlo in trent’anni”. Ancor più tecnico e accorato l’intervento del segretario Le Donne, un’inedita arringa per allentare dubbi e considerazioni fuorvianti, intervento che ha attirato le critiche dei consiglieri Lo Presti e Sturniolo che hanno visto nelle parole del segretario troppa politica e troppa strategia.
Ad avvalorare la bontà del provvedimento Pippo Trischitta che ha contestato i ritardi ma ha poi voluto rassicurare i colleghi sul fatto che quella che si stavano accingendo a votare era un’anticipazione di liquidità, non un mutuo e che dunque l’operazione sarebbe stata particolarmente conveniente. Anche Mario Rizzo e Lucy Fenech hanno provato a modificare la parte sui cui i Revisori dei Conti avevano lasciato delle perplessità, in modo da far arrivare in porto il provvedimento. Alla Fine però ha vinto il fronte degli scettici.
L’amministrazione ha incassato la prima vera batosta sulle delicate e scottanti materie economico-finanziarie, Messina rinuncia alla possibilità di avere subito la liquidità necessaria a estinguere tutti i debiti con l’Ato3 e di conseguenza i contenziosi con Messinambiente. La politica dell’ultimo secondo stavolta non ha funzionato. Lo hanno detto gli assenti non presentandosi in aula, lo hanno detto gli 8 astenuti e i 4 contrari che hanno portato alla bocciatura della delibera. Che non era nata sotto una buona stella e che alla fine non ha avuto lunga vita.
Francesca Stornante
Trombati.
La giunta e la stufa arrugginita.
George
Trombati.
La giunta e la stufa arrugginita.
George
Gli assenti, sono ingiustificabili.
Non è corretto dire che hanno dimostrato “il mancato funzionamento della politica dell’ultimo secondo”.
Il proprio dissenzo lo si dimostra votando contro.
La presenza è un dovere, importante anche per il cittadino che ha il diritto di valutate chiaramente le posizioni di chi ha votato.
In nessun altro posto l’assenza è considerata una posizione politica.
Gli altri hanno votato in coscienza spero ed hanno fatto il loro dovere.
Salvatore
Gli assenti, sono ingiustificabili.
Non è corretto dire che hanno dimostrato “il mancato funzionamento della politica dell’ultimo secondo”.
Il proprio dissenzo lo si dimostra votando contro.
La presenza è un dovere, importante anche per il cittadino che ha il diritto di valutate chiaramente le posizioni di chi ha votato.
In nessun altro posto l’assenza è considerata una posizione politica.
Gli altri hanno votato in coscienza spero ed hanno fatto il loro dovere.
Salvatore
preparate le valige si va…no a carrubbara ma a casa…………
preparate le valige si va…no a carrubbara ma a casa…………