Dall’1 all’8 dicembre. “Un Festival di idee”, così lo racconta a Tempostretto il direttore artistico
MESSINA. Un grande ritorno in città: quello del Messina Film Festival. Il Festival rinasce, con una stagione speciale dal tema “Cinema & Opera”. Dall’1 all’8 dicembre, la sala Laudamo, il Teatro Vittorio Emanuele, e altri spazi cittadini, si riempiranno di eventi e proiezioni dedicati al rapporto tra il cinema e l’opera lirica, scoprendone l’intreccio e i legami, dai tempi del muto sino ad oggi. A renderlo possibile è stato il suo direttore artistico, un’istituzione per l’arte a Messina: Ninni Panzera, già segretario generale di Taormina Arte.
“Il Messina Film Festival nasce nel 1995 nella Sala Milani e, nelle sue sei edizioni fino al 2001, porta a Messina anteprime mondiali, grandi nomi e tanta arte. Torna nel 2023 in chiave inedita e originale. Se le prime sei edizioni erano dedicate al cinema italiano indipendentemente, adesso il nostro festival avrà come protagonista il rapporto tra Cinema e Opera, attraverso diverse prospettive, stili e punti di vista. Un festival cinematografico dedicato a questa tematica è un unicum nel panorama italiano. Una prima assoluta. Tutto nasce dal lavoro per il mio libro “Bellini al cinema”, edito nel 2022. Per la sua realizzazione ho analizzato come il cinema ha letto e interpretato Vincenzo Bellini e ho scoperto una piccola miniera di rarità e curiosità. Da qui il desiderio di indagare il legame tra le due arti”: così Panzera ha presentato il Festival a Tempostretto.
Un festival delle idee
“Tra le riscoperte più interessanti che ho fatto c’è quella dei calendarietti da barbiere, piccoli calendari tascabili regalati ai clienti. L’Opera era grande protagonista di questi veicoli pubblicitari – che poi si evolveranno nel corso della storia, lasciando spazio ad immagini decisamente meno culturali. Ho iniziato, così, ad interrogarmi sull’enorme patrimonio popolare che l’opera costituisce per la nostra cultura fino agli anni ‘50 del Novecento. Tutti conoscevano e cantavano le arie d’opera, pur non avendo mai messo piede in un teatro. Erano l’equivalente di ciò che oggi rappresentano le canzoni di Vasco Rossi o di Jovanotti. Inevitabilmente, perciò, anche il cinema la voleva come sua protagonista. Chi non poteva andare a teatro, aveva la possibilità di conoscere le opere e le vite dei compositori tramite il grande schermo. Tra gli anni ‘30 e gli anni ‘50 del Novecento, era la scelta più popolare della cinematografia. Oggi tutto ciò si è perso, ma ha animato fortemente la mia curiosità”.
Da tale curiosità, Panzera realizza ciò che definisce un Festival delle idee: “La potenza dei festival oggi si misura in termini economici, con la possibilità di avere grandi film e grandi nomi, che a volte pongono in secondo piano il valore del prodotto presentato. Oppure si parla di festival delle Idee. Questo vuole essere un festival piccolo, rigoroso, ma di idee. E con una speranza: la possibilità, magari, di trovare una continuità e diventare un segno di riconoscibilità che manca ma servirebbe alla città”.
Sono tre i grandi periodi che caratterizzano il rapporto tra cinema e opera lirica: il primo periodo va dalla fine dell’Ottocento, con la nascita del cinema muto, fino agli inizi degli anni ‘30 del Novecento; il secondo riguarda l’avvento del sonoro, dagli anni ’30 fino alla metà degli anni ‘50 e, infine, dagli anni ‘50 in poi, l’ultimo periodo è caratterizzato dal cambiamento radicale della tradizioni culturali realizzato dal successo della televisione e dai programmi come Sanremo. L’ossatura della Festival ripercorrerà proprio questi tre momenti.
Il cinema muto
Si parte con tre grandi capolavori del cinema muto: la Norma di Gerolamo Lo Savio del 1915, tratta dall’opera di Vincenzo Bellini; la Tosca del 1918, tratta dall’opera di Giacomo Puccini con l’interpretazione di Francesca Bertini; Harakiri di Fritz Lang del 1919, ispirato all’opera “Madama Butterfly” di Giacomo Puccini. Il cinema muto saccheggia l’opera lirica, perché trova in essa il perfetto bagaglio di storie e di immagini da raccontare.
I primi due film saranno proiettati nella sezione “Il canto silenzioso”, mercoledì 6 dicembre presso la Sala Laudamo, e accompagnati dalla musica dal vivo dell’ensemble di studenti del Conservatorio statale di musica “A. Corelli” di Messina, su una partitura originale arrangiata da due dei ragazzi, Carmelo Siracusa e Gianfranco Vitello, sotto la guida del maestro Luigi Prestipino. L’ingresso sarà gratuito.
L’omaggio a Bellini
Il secondo blocco – riguardante il periodo del sonoro dagli anni ‘30 agli anni ‘50 – è incentrato su Vincenzo Bellini, con 6 film a lui dedicati che hanno dominato gli incassi cinematografici italiani di quegli anni. Carmine Gallone è il regista che più ha indagato la figura del grande compositore, realizza tre versioni diverse di Casta Diva: quella del 1935 con Sandro Palmieri; The Divine Spark, la versione americana del 1935, con Philipps Holmes (in entrambi la protagonista femminile resta sempre Marta Eggert) e Casta Diva del 1954 con Maurice Ronet. Le tre proiezioni saranno le protagoniste dell’omaggio a Bellini, insieme a Casa Ricordi (1954) sempre di Gallone; La Sonnambula (1942) di Piero Ballerini e Maria Malibran (1943) di Guido Brignone.
Il mondo contemporaneo. Da Bellocchio a Maria Callas
“Il terzo blocco, infine, attraversa la nostra contemporaneità, dall’avvento di Sanremo in poi. L’opera lirica perde pian piano centralità, sebbene continuano ad essere realizzati film che la rendono protagonista. Ho voluto, allora, puntare lo sguardo – spiega Panzera – su grandi registi che hanno assimilato e interiorizzato l’opera lirica, riproducendola nella loro arte”. Artisti come Luchino Visconti, di cui verrà presentato “Senso” o Bernardo Bertolucci con “La luna”.
E poi un omaggio a Marco Bellocchio, grande verdiano, con quattro diversi film incentrati sul suo amore per la lirica e per Giuseppe Verdi. Ancora un omaggio, stavolta a Maria Callas, nel centenario della sua nascita, raccontando il cinema che l’ha voluta come sua stella, da “Medea” di Pier Paolo Pasolini al “Callas forever” di Franco Zeffirelli, per finire con il documentario sulla sua vita “Maria by Callas: In Her Own Words“ di Tom Volf.
Le pubblicità
“Non volevo un programma che fosse considerato in alcun modo antico, per questo una parte originale della stagione rifletterà sulla scelta di molti pubblicitari di utilizzare l’Opera come colonna sonora o argomento dei propri spot. Ho selezionato una serie di 21 spot pubblicitari, dagli anni ‘80 al 2023, con la musica lirica protagonista” continua Panzera. Un esempio sono “Classique” e “Le Male”, i due protagonisti del film pubblicitario di Jean Paul Gaultier sulle note di “Casta Diva” di Vincenzo Bellini.
Il concorso cortometraggi
Grande sfida del Festival è il concorso di cortometraggi a tema. Sarà Marco Dentici il Presidente di Giuria, apprezzato scenografo messinese di cinema, teatro e lirica, vincitore di David Donatello, Nastri d’argento e Ciak d’oro, collaboratore di Bellocchio, Maselli, Corbucci e Chabrol. Insieme a lui il musicologo Eugenio Tassitano, compositore per cinema e teatro e autore di alcuni volumi sulla storia della musica al cinema, e Lucilla Mininno, attrice e regista messinese, autrice del film “Solo no”, che ha per sottofondo una Madama Butterfly di Puccini che non si è realizzata (anche il film verrà presentato al Festival).
Ed ancora un convegno curato da rappresentanti dell’Università di Messina, una presentazione dei libri che nel tempo hanno indagato il rapporto tra le due arti e poi tanti ospiti, nazionali e internazionali. A chiudere, l’8 dicembre, il Messina Film Festival Cinema&Opera sarà, infine, un grande concerto sinfonico con l’Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele. A dirigerla l’acclamato direttore austriaco Matthias Fletzberger. Il concerto è dedicato alla musica classica utilizzata al cinema. Produzione dell’E.A.R. Teatro di Messina.
Le collaborazioni
Sono in tanti, infatti, a sostenere il Festival: le tre prestigiose associazioni musicali cittadine (Filarmonica Laudamo, Associazione V. Bellini e Accademia Filarmonica), poi, il Cineforum Don Orione e l’Officina del Sole. È coprodotto dall’Associazione La Zattera dell’Arte, dall’EAR Teatro di Messina, dall’Assessorato Regionale Turismo, Sport e Spettacolo, dal Comune di Messina e si avvale della collaborazione del Centro Studi Cinematografici di Roma e del Coordinamento Festival di cinema in Sicilia.
Un festival ricco e variegato capace di catturare un pubblico di esperti e appassionati ma anche tanti curiosi; una celebrazione della bellezza che ha tutte le carte in regola per diventare positivo simbolo distintivo per la nostra città.