Le crisi epilettiche, gli amici fuggiti per paura o vergogna, il lavoro che non si trova. Forza e debolezze di un ragazzo di 33 anni che nonostante tutto sorride e vive a colori
servizio di Silvia De Domenico
MESSINA – Quella di Nino Sturniolo è la storia di una grossa caduta e di lenta una risalita. La botta in testa dopo il volo dall’albero del “Pagghiaru”, la vita che è cambiata a partire da quel maledetto 6 gennaio del 2015. Tutto è successo nell’arco di pochi minuti nel giorno dell’Epifania, in cui il villaggio di Bordonaro porta in piazza ogni anno questa tradizione secolare.
“Sognavo di scalare l’albero della cuccagna sin da bambino”
Nino era poco più che ventenne e sin da bambino sognava di scalare l’albero della cuccagna e vincere la sfida più attesa dagli abitanti del paese. Era quasi riuscito ad arrivare in cima, ma poi per disgrazia un colpo gli ha fatto perdere l’equilibrio e così si è schiantato sull’asfalto. Un volo di circa 9 metri, il buio, gli attimi di panico fra la folla, la manifestazione che si interrompe, la corsa in ospedale. Trauma cranico, polso rotto e frattura di alcune vertebre.
“Da quel 6 gennaio del 2015 la mia vita è cambiata”
Da allora la sua vita è cambiata, nella sua testa c’è un focolaio e di tanto in tanto arrivano le crisi epilettiche. Ecco perché insieme al medico ha deciso di utilizzare un caschetto come forma di protezione. “Non me ne vergogno, ne ho pure fatto fare uno a colori perché è così che va presa la vita”, e mentre lo racconta ci fa vedere i suoi capelli rossi e blu. “Guardando il mio taglio e i tatuaggi in tanti pensano che io sia un delinquente, ma non mi interessa. Dopo quello che mi è successo voglio prendere la vita così e fare ciò che mi fa stare bene”, racconta Nino.
“Ho perso alcuni amici e non trovo lavoro, ma non mi arrendo”
Questa sua forma di disabilità gli ha fatto perdere degli amici, che per paura o vergogna si sono allontanati. Anche il lavoro non è stato facile trovarlo e poi mantenerlo: “In passato in seguito ad un episodio di crisi epilettica non si sono più voluti prendere la responsabilità”, racconta Nino, che ancora oggi aspetta la sua occasione per riscattarsi nel mondo del lavoro.
Una nuova vita immerso nella natura e circondato dagli animali
Ciò che non ha mai perso, per fortuna, è l’affetto dei suoi cari, la voglia di costruire una famiglia e la sua casa in campagna. Ora è li che trascorre le sue mattinate, a coltivare la terra, raccogliere le uova fresche e curare i suoi animali. Galline, caprette, cani e gatti, che lui definisce la sua seconda famiglia.
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