Con la funzione dell'Ottava presieduta da mons. Accolla si sono conclusi i solenni festeggiamenti in onore della Madonna
NIZZA DI SICILIA – Con la tradizionale “Ottava” che segna il ritorno nella “cappella” del simulacro, si sono chiusi i festeggiamenti in onore dell’Immacolata, solennemente festeggiata l’8 dicembre.
Il rito della risalita si è consumato al termine della celebrazione eucaristica, quest’anno presieduta dall’arcivescovo di Messina, mons. Giovanni Accolla. Ad accoglierlo la comunità, il sindaco Pietro Briguglio e il parroco, don Angelo Isaja, il quale ha spiegato al presule le origini della singolare tradizione nizzarda, le cui radici affondano nel XVI secolo.
Il ritorno della Vergine nella cappella è stato accompagnato dall’antico canto in dialetto. Un gesto di pietà popolare, una invocazione e, al contempo, un ringraziamento alla Madonna.
Il testo e la melodia sono stati tramandati oralmente dai pescatori che la vigila della festa, all’alba, lo intonavano accompagnando la discesa della Vergine dalla Cappella alla vara processionale prima di uscire in mare. “Ch’è ranni stu mari – ripetono ancora oggi, a distanza di secoli – è cchinu di pisci, Maria ni lu furnisci pi tutta l’eternità”.
“Un canto che suscita grande emozione e mette i brividi”, ribadisce don Angelo Isaja. L’arcivescovo lo segue attraverso un foglio. E’ visibilmente toccato ed emozionato. Basta poco per comprendere che in quei versi si racchiude la storia e la devozione alla Madonna di Nizza e dei nizzardi.