“Il Piano Regolatore ignora la dimensione paesaggistica ed è in contrasto con le norme tecniche”

“Il Piano Regolatore ignora la dimensione paesaggistica ed è in contrasto con le norme tecniche”

Gi. Br.

“Il Piano Regolatore ignora la dimensione paesaggistica ed è in contrasto con le norme tecniche”

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Gi. Br. |
mercoledì 30 Settembre 2015 - 08:17

Il Partito Democratico di Nizza di Sicilia, su richiesta del sindaco Di Tommaso, ha raccolto in una corposa nota le opinioni in merito al Piano Regolatore Generale. Di seguito critiche e proposte

“Attenzione a quanto si sta approvando per evitare problemi in futuro”. E’ il monito del Partito Democratico di Nizza di Sicilia che, su richiesta del sindaco Di Tommaso, ha raccolto in una corposa nota le opinioni in merito al Piano Regolatore Generale riscontrate durante un incontro organizzato dal Pd stesso e in uno successivo voluto dall’Amministrazione comunale per rendere partecipi cittadini, forze politiche e tecnici sullo strumento urbanistico che presto approderà in consiglio comunale.

L’avvertimento deriva dal fatto che "le nuove norme tecniche – spiega la nota – sono in parte in contraddizione con quanto operato fino ad adesso nella nostra cittadina, sono poco funzionali al nostro sviluppo e si contraddicono tra i vari articoli". Per questo il circolo democratico consiglia all’Amministrazione di ascoltare i suggerimenti che arrivano dal mondo dei tecnici.

Altra preoccupazione principale del circolo Pd è “che troppo spesso il Piano Regolatore è visto solo come uno strumento di espansione urbana e di offerta di nuove aree all’edilizia”. Ignorate invece “le caratteristiche ambientali e la dimensione paesaggistica, senza porsi il problema di realizzare un abitato a misura d’uomo e che sappia nel contempo dare un progetto di sviluppo capace di valorizzare le proprie risorse (agricole, turistiche, artigianali o di servizi)”.

Un difetto di fabbrica, lo si potrebbe definire: il piano prosegue infatti nel solco scavato negli anni che ha visto la crescita di case in mezzo al nulla, nelle zone periferiche e a monte del paese, creando “disfunzioni nel tipo di sviluppo in quanto non prevede una nuova viabilità e delle zone pubbliche capaci di essere veramente al servizio dei cittadini”.

“La crisi economica e dell’edilizia in particolare potrebbero essere occasione di ripensare al nostro utilizzo del suolo ed ai pericoli dati dal dissesto idrogeologico per poter progettare un paese che si sviluppi in modo più armonico e più sicuro – suggerisce il Pd – via Villafranca, la provinciale per Fiumedinisi, il torrente Landro, sono i punti deboli della nostra cittadina e sui quali bisogna intervenire”.

Non solo critiche. Una lunga lista di indicazioni arriva dal circolo Pd per tentare di ovviare alle carenze riscontrate.

Di seguito alcune delle proposte: Riprendere le indicazioni dei tecnici riportate nella delibera di G.M. n.23 del 3 aprile 2012, soprattutto per quanto riguarda il piano dei colori che andrebbe applicato soprattutto lungo la via Umberto I,via Garibaldi e sul Lungomare Unità dell’Italia; valorizzare e potenziare i servizi comunali che possono assumere una valenza strategica nel comprensorio, particolare attenzione va posta a La Cittadella della Speranza con la necessità di poter reperire aree che possano consentire uno sviluppo della struttura; ottimizzare il piano di viabilità comunale con la previsione della strada all’interno zona artigianale indipendentemente dalla la realizzazione della stessa; realizzare un collegamento viario che, proseguendo dalle cooperative Zagara e Dioniso, si congiunga al torrente Landro nella zona prevista a copertura.

Per quanto riguarda l’ulteriore viabilità e la migliore organizzazione delle nuove zone si consiglia nelle lottizzazioni di indicare un lotto minimo di mq. 3.000 senza possibilità di deroghe , con un minimo di 1.000 mq. da cedere, di non ammettere la monetizzazione degli oneri di urbanizzazione primaria e di accettare solo strade non inferiori ai 10 metri. Per dare una risposta immediata al quartiere Casapinta sarebbe necessario realizzare, anche in modo provvisorio, una strada parallela al rilievo ferroviario che congiunga via dei Villini al parcheggio iniziale e che, con un senso unico, potrebbe far “respirare” la circolazione dei veicoli. Per quanto riguarda la difesa idrogeologica dell’abitato si dovrebbero prevedere più linee di gronda: lungo la via Villafranca proseguendo per la strada prevista all’interno della zona artigianale; dalla via Borsellino che tagli dall’Auditorium e che vada verso il torrente Nisi; lungo la via Olivarella partendo dalla via Villafranca; dalle corporative Zagara e Dioniso e che percorra la nuova strada che ipotizziamo fino al torrente Landro. Abbassare l’indice di fabbricabilità delle zone B 3 a 2 mc/mq in quanto trattasi di zone non urbanizzate e per equilibrare il rapporto con le zone B4; non concedere o limitare la possibilità di realizzare immobili monolocali nelle nuove costruzioni; incentivare la realizzazione di strutture recettive prevedendo sgravio degli oneri concessori.

Per permettere un migliore recupero abitativo degli immobili del centro storico: valutare la contraddizione tra le nuove indicazioni normative e quelle in atto per quanto riguarda gli immobili di via Garibaldi, zona B4, in quanto fino ad adesso si è dato la possibilità dei 10,50 di altezza purché la prima elevazione fosse destinata ad uso commerciale mentre adesso non si differenzia dal resto della B4 con un limite di 7,50; permettere in tutte le zone la realizzazione di terrazzini eliminando l’obbligo del tetto a falde continue in modo da dare luce alle abitazioni soprattutto nella zona B4 per non avere delle terrazze che poi si coprono con tettoie; autorizzare l’altezza di 2,70 per i locali commerciali, salvo prescrizioni particolari per attività specifiche, eliminando la contraddizione tra i 3.00 previsti all’art. 66 e i 2,70 previsti all’art. 59, in modo che gli edifici esistenti possano essere ristrutturati ed edifici ad uso commerciale; per quanto riguarda i muraglioni sul lungomare quasi del tutto scomparsi, prevedere che si lascino testimonianze; ridimensionare le aree della spiaggia destinate ad attrezzature balneari in quanto riducono sensibilmente l’utilizzo pubblico della stessa; inserire per zone omogenee, soprattutto per il lungomare, prescrizioni architettoniche che diano uniformità e valorizzino le peculiarità del territorio.

“Come si evince da tutte queste osservazioni che abbiamo raccolto vi è la necessità di attenzionare le norme tecniche ed il regolamento edilizio che sembrano fare riferimento ad un’altra cittadina, in quanto genererebbero confusione e contraddizione tra un prima ed un dopo e metterebbe in difficoltà gli operatori ed i cittadini. Confidiamo – conclude il Partito Democratico – che questo nostro impegno possa essere utile a questa Amministrazione e che possa essere accolto con interesse da parte del Consiglio Comunale che dovrà deliberare a breve”.

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