Emergenza sanitaria e protocollo per la riapertura, intervento della Siad Cisal dopo l'incontro con il direttore Orazio Miloro
Su convocazione del direttore del Museo regionale di Messina, Orazio Micale e si è tenuto l’incontro per le verifiche delle condizioni di sicurezza e salute in attuazione del protocollo per la riapertura dei luoghi e degli Istituti di cultura in ordina alla emergenza sanitaria Covid 19.
Il sindacato autonomo Siad Cisal, dopo ore di confronto, ha chiesto al direttore del Museo di aggiornare la riunione in quanto il Comitato per la sicurezza costituito il 25 giugno scorso, risultano esclusi i rappresentanti aziendali dei lavoratori. Inoltre, non risulta aggiornato il Dvr (documento valutazione rischi) alle misure anticovid. Il sindacato ha richiesto la verifica delle attuali condizioni di sicurezza rispetto a quanto contenuto e prescritto nel Dvr.
“Per il sindacato autonomo Siad è inaccettabile che il Museo sia sprovvisto di impianti di condizionamento dell’aria – dichiara il segretario provinciale Clara Crocè – nonostante le richieste avanzate alla Regione soltanto a fine estate l’impianto di condizionamento potrà essere messo in funzione. Gli uffici e le sale sono dei forni. Le condizioni sono talmente inaccettabili sia per il personale quanto per i potenziali visitatori ma soprattutto per le opere custodite all’interno del museo. Il Direttore ha anche ipotizzato la sospensione dei rientri pomeridiani . Abbiamo notato .- continua Crocè- che i bagni all’interno del Museo sono sprovvisti di acqua. A Palermo si sottoscrivono protocolli che la Regione non rispetta. Tutte le richieste che giungono dalle periferie vengono puntualmente disattese. Anche riguardo al materiale igienizzante, che non viene fornito dalla Regione”. Il Siad ha chiesto anche la modifica dell’orario di lavoro dei dipendenti “adottato in modo unilaterale dal direttore. I luoghi di cultura – conclude Crocè – sono ben altra cosa e vanno rilanciati non riteniamo sufficiente aver ceduto degli spazi per la proiezione di film . Sono solo palliativi buoni a nascondere i problemi”.