Il comitato Capo Peloro prepara un'assemblea e "Invece del ponte" richiama l'attenzione sulla "bufala" posti di lavoro: "Per ora solo chiacchiere"
MESSINA – Ponte sullo Stretto. Quali le reazioni dei contrari all’approvazione della relazione sull’aggiornamento del progetto definitivo 2011? Il comitato Noponte Capo Peloro annuncia una mobilitazione in vista di un’assemblea degli espropriandi il prossimo 16 marzo, alle 17, al Capo Peloro Resort in via Circuito. E, a partire da sabato 17 febbraio, avvia una campagna d’informazione porta a porta. In particolare, sabato 17 febbraio, dalle 10, si prevede un volantinaggio porta a porta con la distribuzione di un vademecum informativo sulle procedure d’esproprio nelle zone di via Circuito e via Margi a Torre Faro; lungo il lago di Ganzirri; la salita Frantinaro di Granatari e il viale Annunziata a Messina.
Sottolinea il comitato: “Ci sono ancora ampi margini per bloccare le procedure del ponte e impedirne la costruzione. Ma che fare se dovessero partire veramente i lavori propedeudici del ponte? Cosa possono fare gli espropriandi, coloro che saranno soggetti a servitù, tutti i cittadini che sarebbero costretti a vivere circondati dai cantieri, dai mezzi di lavoro, dall’inquinamento acustico e atmosferico determinato dai lavori del ponte? Di questo e di tanto altro si parlerà all’assemblea degli espropriandi nella convinzione che il ponte sullo Stretto è un’opera devastante che bisogna contrastare con tutti i mezzi che la nostra Costituzione ci mette a disposizione”.
“La bufala dei posti di lavoro”
Sull’argomento interviene pure il coordinamento “Invece del ponte – cittadini per lo sviluppo sostenibile dell’area dello Stretto”, che s’esprime così: “Per ora solo chiacchiere. Dopo essere stata “secretata” per oltre quattro mesi, è stata approvata la relazione di aggiornamento del progetto preliminare. Naturalmente tutti noi (associazioni, cittadini, tecnici, parlamentari, componenti della Conferenza dei servizi), attendiamo di vederne il contenuto prima di esprimerne un giudizio e una valutazione. Al momento leggiamo che la relazione attesta la rispondenza del progetto definitivo (del 2011) alle prescrizioni contenute nell’approvazione del progetto preliminare (del 2002). In pratica attesta che 13 anni fa era stato redatto un progetto preliminare che si adeguava a prescrizioni indicate 22 anni fa. Se è così, è una comica. Voluta dalla legge “speciale” per il ponte, ma sempre comica”.
“Un inutile spreco”
Continua “Invece del ponte”: “Vedremo il contenuto delle varie indicazioni, ma tre quarti di questi argomenti sono ovvietà: come potrebbe un progetto esecutivo non rispettare le norme tecniche, di sicurezza, l’evoluzione tecnologica o le regole di programmazione dei “manuali attualmente in uso”? Apprendiamo che i tempi di costruzione previsti sono già cresciuti di un anno: 7 anni anziché 6”.
E ancora: “Il comunicato di Stretto di Messina, poi, smentisce da solo la bufala dei 120.000 lavoratori: SdM comunica che l’occupazione diretta del ponte sarà in media di 4.300 lavoratori/anno, con “picchi” di 7.000 nelle fasi maggiore intensità. Significa che i lavoratori che per sette anni saranno occupati nella costruzione del ponte saranno circa 3.500, a fronte di 15 miliardi di costo e della devastazione, invasione, distruzione che l’area dello Stretto dovrebbe subire per “fare spazio” a quest’inutile spreco. Lo avevamo detto più volte e la “Stretto di Messina” lo conferma, giocando con le parole: i numeri sull’occupazione a quattro e cinque zeri si riferiscono non a “lavoratori”, ma a “unità di lavoro annue”. E moltiplicano fittiziamente i posti di lavoro”.
“Il ponte un modello obsoleto, oggi bisogna puntare su navi moderne ed ecologiche”
Il comitato mette in evidenza: “Un lavoratore impiegato per 7 anni nella costruzione del ponte è, ovviamente, un “posto di lavoro”, ma vale nei conti di facciata della Stretto di Messina sette “unità di lavoro annue”. Capito il trucco? I risparmi di tempo dei treni, poi, sono fasulli. Si confrontano con un sistema di attraversamento dinamico obsoleto, superato dalle sperimentazioni già consolidate che consentono, secondo le comunicazioni ufficiali delle Ferrovie, di risparmiare 40’. E un sistema più moderno di attraversamento, con navi più grandi ed ecologiche, consentirà di risparmiare anche più di 50’ sui tempi attuali. Il “risparmio di tempo” del ponte sarebbe quindi molto minore di quanto prospettato, riverberandosi sull’asserito saldo positivo dell’analisi costi-benefici”.
E infine: “Aspettiamo, finalmente, di vedere le carte. Perché il dibattito pubblico che il decreto legge 35 vuole negare ce lo prenderemo con gli argomenti e con la legge”.
PD 5 STELLE e tutta la sinistra a casa subito e pure i no ponte prima le case per questi e poi demolizioni a tutti
L’interesse di pochi, contro il progresso.
Sono una vittima del porto a sud.Brucia vero?.All’epoca nessuno si è mosso. Subite in silenzio come allora.Viva il ponte