La determina di affidamento alla dott.ssa Famà è stata siglata solo ieri, ma i rappresentanti sindacali della funzioni pubbliche di Cgil, Cisl e Uil, sono già pronti alla battaglia giudiziaria. «Incarico a titolo gratuito o a carico dell’Ufficio del soggetto attuatore?»
Il dato è tratto. Il primo cittadino fa le valige e lascia quel palazzo che, in fondo, nel suo destino era un po’ scritto: Buz-zanca saluta Zanca. Anni complessi, discussi e discutibili, “segnati” dal maledetto 1. ottobre 2009 che ha rappresentato uno spartiacque non solo nel mandato di una giunta anzitempo pronta alla “pensione”, ma anche della storia recente di Messina. Il sindaco farà il bilancio del suo mandato dal suo punto di vista ma, a prescindere dalla valutazione complessiva sul suo operato, gli ultimi atti da primo cittadino fanno riflettere. L’attenzione si concentra su quelle nomine “last minute” o se preferite mordi e fuggi, che, soprattutto in alcuni casi, sono destinate a far discutere. I colpi di penna, si sa, sono rapidi come il batter delle ciglia, ma i “segni” spesso sono indelebili. Veniamo al dunque. La nomina “incriminata” è quella di direttore della Galleria d’arte moderna e contemporanea presso il Palacultura, che l’ormai ex-sindaco Buzzanca ha “cucito”, con determina firmata in extremis, sulle spalle di Giovanna Famà, stretta collaboratrice del primo cittadino in materie culturali. L’incarico affidato alla curatrice della IV edizione della Notte della Cultura, trova fondamento in nella delibera che, nonostante l’accesa attività di concertazione richiesta dai segretari delle funzioni pubbliche di Cgil, Cisl e Uil, (chiusa peraltro prima della scadenza di legge), è stata approvata lo scorso 27 agosto.
CONTENUTO DELIBERA
Il documento ha previsto l’istituzione della figura del direttore della Galleria, (figura economica D), avvalendosi di soggetti appartenenti alla Sovrintendenza. Badate bene però: non si tratta di soggetti qualsiasi. I problemi economici di palazzo Zanca (lo sforamento del patto di stabilità impone di non poter procedere alla selezione di nuovo personale), hanno spinto il sindaco ad avanzare alla Sovrintendenza richiesta per “un nominativo, in posizione di distacco, munito di adeguata professionalità per essere designato quale direttore”. Una descrizione ben precisa, a cui non poteva che rispondere un solo volto e un solo nome, quello, appunto, di Giovanna Famà, indicata dall’ente di viale Boccetta come “unica dipendente munita di adeguata professionalità in posizione di distacco”. Condizione quest’ultima che sulla base dell’istituto giuridico da cui è retta, appunto il distacco, permetterebbe all’ente beneficiario della prestazione (quindi il Comune) di non dover effettuare adempimenti amministrativi ed economici, che rimarrebbero invece a carico dell’ente “concedente” (cioè la Sovrintendenza). Quest’ultimo, infatti, a propria volta, trarrebbe beneficio dal trasferimento (nel caso della Galleria sarebbe giustificato dai beni di valore artistico in essa contenuti).
DISTACCO O COMANDO?
L’utilizzo del condizionale non è casuale. Per spiegarne il motivo, è però necessario precisare in cosa e perché la procedura di distacco si distingua da un altro istituto giuridico che riguarda lo spostamento del personale da un ente locale all’altro: il comando. Sulla base del quale, il dipendente comandato, pur appartenendo comunque all’ente cedente, non “risponde” più ad esso né dal punto di vista amministrativo, né economico gestionale (retribuzione economica, salario accessorio, salari, tutti a carico dell’ente che ne beneficia). E ciò perché chi cede non condivide (come avviene invece per il distacco) un interesse alla cessione.
CASO FAMA’ vs SINDACATI
E veniamo al caso in questione. Come detto, la dott.ssa Famà risulta essere l’unica dipendente distaccata della Sovrintendeza. Quale il motivo? Facciamo un salto indietro nel tempo ai tristi giorni dell’ottobre 2009, allorquando l’esperta di cultura venne “prelevata” dal soggetto attuatore (alias Buzzanca), inizialmente per censire i beni artistici danneggiati dall’alluvione, e successivamente mantenuta come Coordinatrice dello stesso Ufficio commissariale. E’ proprio su tale punto che i sindacati, con in testa la Fp Cgil, insorgono: « E’ realmente possibile parlare di distacco nel caso Famà? Se sì – si domanda la segretaria Clara Crocè – quale sarebbe l’interesse della Sovrintendenza a tale “cessione”? Non ci troviamo piuttosto in presenza dell’istituto del comando?» che, come detto, implicherebbe oneri a carico del soggetto che usufruisce del personale, dunque la struttura commissariale. A supporto dei dubbi sollevati dai sindacati anche in fase di concertazione, si aggiunge una circolare della Regione datata 30 aprile 2012. In essa non si fa alcun accenno alla procedura del distacco, ma solo del comando, specificando che “il trattamento economico del personale regionale comandato presso le strutture commissariali, salvo diverse disposizioni, è a carico di chi ne beneficia (e non dell’ente di provenienza), compreso il trattamento economico accessorio”. Se tale è il quadro normativo, la dott.ssa Famà può realmente essere considerata come unità distaccata (dunque senza oneri a carico del soggetto attuatore), o invece è da ritenere “personale comandato”? E se così fosse, l’incarico di direttore della Galleria d’arte, potrebbe essere realmente considerato “a titolo gratuito”?
INCARICO IN CASSAFORTE
Una nomina decisamente “border line”, quella di Giovanna Famà, di cui forse lo stesso primo cittadino è consapevole. Lo si intuisce da un passaggio della determina di nomina, allorquando si specifica che alla scadenza dell’attuale distacco (se tale lo si può ritenere, aggiungiamo noi), in seno all’Ufficio commissariale, la Sovrintendenza attiverà con l’amministrazione comunale “le procedure di distacco per svolgere, previa autorizzazione, le mansioni assegnate con il presente provvedimento in ottemperanza alla delibera 734 del 27 agosto 2012”. Un linguaggio burocratese che, in termini pratici, significa garantire alla Famà, in qualità di “distaccata”, l’incarico di direttore anche nel momento in cui l’Ufficio del soggetto attuatore venga “smantellato” e con esso tutti coloro che, oltre necessità, vi continuano ad operare. Un discorso complesso, non scevro di tecnicismi, necessari però per capire le “strategie” degli ultimi e forse consapevolmente “frettolosi” colpi di penna. Che i rappresentanti sindacali sono intenzionati a portare all’attenzione della Procura della Corte dei Conti e della Procura della Repubblica. (E.DEP.)
Forse i sindacati hanno già un nome o meglio ancora una persona da inserire? Siete ridicoli. Siete la rovina dell’Italia…….
Ma che vergogna, questi uomini non hanno pudore di nulla, e “Forse i sindacati hanno già” non è colpa dei sindacati che vogliono eliminare questa ulteriore scempio. Ma purtroppo i Messinesi sono coloro che hanno votato come sindaco un uomo venuto da fuori, a conquistare questa bella città. VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA Speriamo che messina faccia Default, solo così parecchia gente a carico di questa città dovrà pensare a cercarsi un lavoro, siamo stanchi di mantenervi.