Lo sblocco delle somme consente di mettere un pezza ad una situazione che necessita però di un progetto concreto. Lavoratori e sindacati reclamano stabilità
Sembra quasi un paradosso, ma sempre più spesso, questioni su cui la comunione d’intenti dovrebbe essere una prerogativa e i punti di vista univoci, vengono osservate e raccontate in modo diametralmente opposto. Lo confermano, ancora una volta, le diverse reazioni al vertice svoltosi presso gli uffici dell’assessorato regionale al turismo, allo sport e allo spettacolo, guidato dal messinese Daniele Tranchida, in merito alle vicenda Teatro Vittorio Emanuele e, nello specifico, al pagamento degli stipendi dei lavoratori. Alla comunicazione, di tono decisamente positivo, del rappresentante palermitano, in cui si annuncia lo sblocco dei fondi per le retribuzioni degli stipendi e degli oneri riflessi di luglio e agosto, fa eco la nota, di tutt’altro tenore, delle organizzazioni sindacali, Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcome-Uil, Fials-Cisal e S.A.Di.R.S. . Quest’ultime, ieri mattina, in contemporanea all’appuntamento del capoluogo di Regione, hanno indetto un’assemblea al Vittorio Emanuele, che da ordinaria (inizialmente previste due ore dalle 10 alle 12) è diventata permanente (terminata nel tardo pomeriggio). Precise le richieste avanzate dai segretari sindacali: pagare gli stipendi ai lavoratori ma soprattutto assumere determinazioni nette sulla alla gestione dell’Ente, mandando definitivamente in soffitta la “vecchia politica”. «Non si parla di programmazione per la stagione prossima – hanno scritto i sindacati – ed ancor meno di completare la stagione attuale. La gestione dell’E.A.R. Teatro di Messina incide sulla sopravvivenza del teatro precarizzando i posti di lavoro, sia per i dipendenti facenti parte dell’organico così come per i tanti lavoratori impiegati con contratti a tempo determinato. In più, sui lavoratori del teatro, continua a pesare la mancata soluzione delle due questioni irrisolte da anni». Su tutte, l’equiparazione dei dipendenti in organico ai ruoli regionali e l’approvazione della pianta organica propedeutica alla crescita ed allo sviluppo del Teatro, con la conseguente stabilizzazione di tutto quel personale assunto, da anni, con contratti a tempo determinato. Ragioni ben note che hanno indotto i sindacati a chiamare a raccolta le forze politiche della città che realmente hanno a cuore le sorti del Vittorio Emanuele e con esso della cultura. Le notizie relativa al pagamento delle retribuzioni, infatti, non tranquillizza i lavoratori, che si dicono già pronti a nuove eclatanti azioni di protesta nel caso in cui non si decida di mettere in campo un progetto che metta in sicurezza la vita del Teatro. Stando così le cose, infatti, da qui a qualche settimana la “suonata” tornerà ad essere la stessa: niente stipendi, nuove proteste. (EDP) (FOTO STURIALE)