Un gruppo ha anche posizionato due bandiere contro la grande opera nell'area di stoccaggio, creata dopo il "caso arsenico"
MESSINA – Uno striscione a Villaggio Unrra, coinvolto dai lavori per il ponte sullo Stretto. E due bandiere no ponte sulla rete di recinzione dell’area di stoccaggio creata dopo il caso arsenico. “Non ci faremo avvelenare dai vostri cantieri”: questo si legge. E un gruppo no ponte lo spiega in un comunicato: “Se si vuole immaginare l’impatto che i cantieri del ponte avranno sulle città dello Stretto basta osservare cosa sta accadendo intorno ai lavori per il raddoppio ferroviario Giampilieri-Fiumefreddo. Lunghe file di camion lungo le arterie stradali che attraversano la Riviera Jonica, rumori insostenibili e aria irrespirabile per chi abita a ridosso delle reti di recinzione, fino ad arrivare alla estrazione di materiali di scavo che contengono arsenico e altri metalloidi in quantità preoccupanti. L’epifenomeno di questa condizione è stato registrato nel Comune di Nizza di Sicilia, dove una ordinanza del sindaco ha dichiarato l’acqua non potabile a causa delle percentuali di arsenico contenute e la talpa che operava per scavare la galleria Sciglio è stata fermata per ordine della Procura della Repubblica”.
E ancora: “In seguito all’estrazione del materiale di scavo dalla galleria Sciglio, una porzione di territorio che interesserebbe un cantiere del Ponte, quella di villaggio Unrra, è stata utilizzata per stoccare terre cariche di arsenico, prima senza alcuna protezione, poi, in seguito alle denunce che provenivano dagli abitanti della Riviera Jonica, coperta da teloni. Così, quelle che saranno aree che Webuild utilizzerà ai fini della costruzione dell’infrastruttura di attraversamento si sono sovrapposte a quelle utilizzate per stoccare materiale inquinato. Se avessero voluto dircelo più chiaramente non ci sarebbero riusciti. Il modello è lo stesso: la presa di possesso del territorio al fine di estrarre profitti, nessuna cura per la popolazione che abita i territori, totale esautoramento delle autonomie locali”.
E ancora: “Per queste ragioni un gruppo di No ponte ha dato vita, nella giornata di oggi, ad una iniziativa di contestazione attraverso l’affissione di uno striscione con la scritta “Non ci faremo avvelenare dai vostri cantieri” e la posa di due bandiere No ponte sulla rete di recinzione dell’area di stoccaggio. Lo abbiamo promesso e lo faremo. Quello che qualcuno vorrebbe chiamare fine dell’iter per noi è l’inizio della lotta”.
Io confido su quello che farà la magistratura italiana e l’Unione europea
Bloccare subito il progetto per evitare che messina e provincia diventino INVIVIBILI.
L’opera “verde” più inquinante e devastante della storia
Il disastro voluto dai leghisti e dai loro amici
Vorrei sapere se questi signori hanno mai protestato per i materiali di risulta fortemente inquinanti gettati nelle spiagge e nei torrenti della zona sud o per l’inquinamento acustico e non solo causato dalle ferrovie dello stato lungo il tragitto che attraversa pure il loro quartiere o per il traffico caotico della via Marco Polo o della ex SS 114. Secondo me, la risposta è no, perché è più facile accodarsi alla polemica politica del ponte per godere di visibilità
Tutti questi problemi solo in Italia si fanno …perché l’ignoranza, il sentito dire , la stupidità, le mancate rispetto delle regolare lavorative e di stoccaggio la fanno da padrona, nel resto del modo da secoli costruiscono opere imponenti e non mi pare siano così distruttivi . Vi piace proprio stare in una città antiquariata , ricca di baracche, e di povertà
Ma sono gli stessi che ogni giorno buttano montagne di spazzatura in strada e non hanno il minimo rispetto per la propria città???Ma per favore
VIVA IL PONTE 🌉 Opera che porterà posti di lavoro e turismo a Messina e Villa. Ci saranno sicuramente disagi mentre ci saranno i lavori…gli stessi disagi che vivono i pendolari in estate quando fanno 4 ore di fila per imbarcarsi. Speriamo inizino presto va.