A causa dell’impatto nello Stretto tra il Segesta e la motonave “Susan Borchard”, persero la vita quattro membri dell’equipaggio del Segesta: il comandante Sebastiano Mafodda, il direttore di macchina Marcello Sposito, il marinaio Palmiro Lauro e il motorista Domenico Zona. IN ALLEGATO IL VIDEO DEL COMITATO SPAZIOMESSINA
15 gennaio 2007 – 15 gennaio 2013. Ricorre il sesto anniversario della tragica collisione del “Segesta Jet” con la motonave “Susan Borchard”, avvenuta nelle acque dello Stretto. A causa di quel tremendo impatto, persero la vita quattro membri dell’equipaggio del Segesta: il comandante Sebastiano Mafodda, il direttore di macchina Marcello Sposito, il marinaio Palmiro Lauro e il motorista Domenico Zona, mentre rimasero feriti circa 80 dei 151 passeggeri.
Anche quest’anno il Sasmant, il sindacato autonomo dello Stato maggiore delle navi traghetto, organizza il memorial “Segesta”, un appuntamento fisso per onorare la memoria dei colleghi.
In mattinata, all’hotel Royal, tavola rotonda dal titolo “La disciplina del lavoro nautico e la prevenzione del rischio”, al termine della quale verranno consegnate, come di consueto, le borse di studio agli allievi più meritevoli dell’Istituto Nautico Caio Duilio.
Su iniziativa di Rfi, alle 15.30, sarà reso omaggio alle vittime con il lancio in mare di una corona di alloro nel punto della collisione. Alle 16.30, nella chiesa di Santa Caterina, in via Garibaldi, verrà celebrata una Messa in suffragio delle vittime, alla quale parteciperà anche il commissario del Comune, Luigi Croce. Infine alle 17.54, ora in cui avvenne la collisione, sarà deposta una corona di alloro presso il monumento alle vittime del Segesta alla Stazione Marittima di Messina.
Ed anche il comitato SpazioMessina ha voluto onorare le 4 vittime con un video, che alleghiamo al pezzo. “Qualche anno fa – commenta Salvatore Piconese di Spazio Messina – mi dilettai nel creare un video, per non dimenticare quanto accaduto quel giorno, il 15 Gennaio 2007. Non avendo altre parole per descrivere quei momenti (o forse ne ho ancora tante che non basterebbe un articolo), preferisco tacere, conscio di quel dolore, con tantissime domande, al quale nessuno ha mai dato risposta alcuna. Da quel giorno solo una volta riuscii a salire a bordo di un aliscafo, lo stesso tratto di mare, un esperienza devastante che non ho più voluto ripetere. Perchè? Certe cose non passano mai, malgrado la vita, gli ostacoli, e la politica spesso ci faccia perdere di vista il vero senso delle cose, l’orientamento deciso dei nostri passi”.
in ques ta italietta ci vogliono i morti per far funzionare le cose