Passa il principio che un cittadino della Ue, se può abitare ovunque in Europa può anche scontare la sua pena all'estero
Roma – Potrà effettuare gli 8 mesi di messa alla prova in Germania il 58enne messinese al centro di un caso giudiziario dai risvolti interessanti, sul piano giuridico. L’uomo ha infatti ottenuto dal Tribunale di Sorveglianza di Roma di scontare la sua pena alternativa in Germania, dove si è da tempo trasferito e dove ha messo su una nuova famiglia, senza dover ritornare in Italia per chiudere i suoi conti con la giustizia.
Il provvedimento del Tribunale romano si basa sull’assunto che si tratta di un cittadino europeo, che in base alla legislazione europea può risiedere ovunque all’interno della Comunità, quindi anche la sentenza italiana può essere eseguita all’estero, purché all’interno di un paese della UE ovviamente.
Cittadino italiano, cittadino europeo
I giudici hanno cioè accolto la tesi del suo difensore, l’avvocato Giovanbattista Freni, che commenta: “E’ un provvedimento giurisdizionale corretto che tiene conto del fatto che un cittadino della Comunità può trasferite domicilio in un altro Stato e l’autorità italiana non può prescindere da questo fatto”.
Provvedimento destinato a fare giurisprudenza
Il principio giuridico non è scontato, visto che per casi analoghi il Tribunale di Sorveglianza di Messina come quello di Reggio Calabria, per fare alcuni esempi a noi vicini, si sono pronunciati in senso opposto, chiedendo a persone ormai radicate in altri stati europei di tornare in Italia per scontare la loro pena o la misura alternativa, anche quando si trattava appunto di affidamento ai servizi sociali e a fronte di un già provato reinserimento sociale.
La vicenda dell’ingegnere di Messina
Al centro del processo c’è un ingegnere messinese, palermitano di nascita ma residente in città, per un periodo domiciliato a Roma con la ex moglie alla quale, è questo il motivo della condanna, non avrebbe pagato per alcuni anni il mantenimento.