Oggi riunita l'assemblea regionale sul tema del prelievo forzoso alle ex province, la relazione di Armao prima e di Musumeci dopo regala colpi di scena.
“Lasceremo una Regione a chi verrà dopo di me con i conti in ordine”. Musumeci si toglie più di qualche sassolino dalla scarpa in un’aula che si era preparata ad affrontare il tema del prelievo forzoso dopo il tavolo tecnico istituito con il Ministero lo scorso dicembre.
Musumeci conferma di non doversi ricandidare, di avere già presentato una decina di riforme sotto forma di disegni di legge al vaglio dell’aula – e altre 5-6 in cantiere per il futuro – per poi “finire il suo lavoro”.
“Per chi ha gufato contro di me, sono stato settimane assente a causa di un problema personale di salute – riferendosi all’intervento chirurgico che lo ha tenuto in convalescenza – non sarò quercia ma neanche cespuglio, attorno a me non vedo alternative ergersi.”
Un Musumeci in gran rispolvero quindi. Si sofferma molto – dopo la relazione dell’Assessore Armao sui conti delle province – sulla questione riforma mancata sottolineando con enfasi l’esigenza di riproporre al governo centrale un ritorno al passato con elezione diretta del Presidente della Provincia perché – continua – “non si può davvero pensare che il Presidente di una Città Metropolitana già sindaco di città capoluogo, trovi il tempo anche di amministrare una provincia nelle due-tre ore libere, è una follia. Lasciatevelo dire da chi lo ha fatto il Presidente di una Provincia, è un incarico che richiede molto tempo, dalla mattina alla sera.”