L'appuntamento è per domani pomeriggio alle 16.30 a Largo Seggiola. Ma il collettivo "Non una di meno" raccolta le difficoltà incontrate per organizzare l'evento
“Non una di meno” in piazza a Messina contro ogni violenza sulle donne. Violenza verbale, fisica, psicologica, violenza di genere, violenza sulle donne in quanto donne.
Ogni 72 ore in Italia una donna viene uccisa da una persona di sua conoscenza, solitamente il suo partner; 3 femminicidi su quattro avvengono in casa; il 63% degli stupri è commesso da un partner o ex partner; continuano le violenze di matrice omolesbotransfobica. La violenza non ha passaporto né classe sociale, spesso ha le chiavi di casa e il volto di chi ha scelto come compagno di vita.
Come in tutte le città italiane, anche a Messina domani si sfilerà tutte insieme per le donne che non ci sono più e soprattutto per quelle che domani potrebbero incontrare sulla loro strada una qualsiasi forma di violenza.
L’appuntamento è per domani pomeriggio, alle ore 16.30, a Largo Seggiola. Poi il corteo si muoverà per le strade del centro città.
In vista della manifestazione, però, Domiziana Giorgianni, componente del collettivo Non una di Meno-Messina, racconta di aver incontrato difficoltà nell’organizzazione dell’evento. Tutto inizia quando circa un mese fa, a nome del collettivo Non una di meno – Messina, Domiziana ha comunicato alla Questura di Messina il previsto preavviso di pubblica manifestazione e in risposta la Digos ha chiesto alla stessa di munirsi di documentazione riguardante la pubblica sicurezza.
«Per far chiarezza è importante dire che fornire tale documentazione spetta alle Autorità Pubbliche, che hanno il potere-dovere di attivare tutti i dispositivi per garantire il pacifico esercizio dei diritti costituzionalmente garantiti, e non ai manifestanti o agli organizzatori. L’ adempimento, infatti, a titolo dell’organizzatore non è previsto da nessuna norma. In sostanza, alle donne di Non una di Meno Messina è stato detto che per l’esercizio del diritto a manifestare le proprie idee bisognava svolgere una pratica che non è per nulla di loro competenza. E, infatti, il corteo, ad oggi, non è stato vietato da nessuna comunicazione ufficiale. Alle minacce, insomma, non sono seguiti i fatti.
L’assurda richiesta da parte della Digos – dice Domiziana Giorgianni – e la pretesa che si svolgano dei compiti non di competenza degli organizzatori della manifestazione, è un chiaro ed evidente abuso di potere che va a ledere il fondamentale diritto di espressione. Pensare che si possa giocare con i nostri diritti, sfiancare il nostro desiderio di lotta con richieste assurde significa pensare a noi come soggetti deboli e facilmente soggiogabili. Ecco l’ennesima dimostrazione della natura strutturale della violenza di genere. Nella società odierna – continua Domiziana – veniamo continuamente discriminate e vittimizzate. Adesso anche ostacolate, con inutili faccende burocratiche, nell’esercizio del sacrosanto diritto di manifestare.
Domani il corteo si farà, perché come abbiamo detto alle minacce non sono seguiti i fatti. E – conclude Domiziana – saremo in piazza e saremo ancora più numerose e determinate. Non abbiamo bisogno di essere protette ma ci difendiamo l’una con l’altra, la nostra forza sta nel nostro fronte sempre più unito e compatto. Unite, forti e determinate ci impegneremo quanto più possibile nella lotta contro ogni discriminazione di genere e affinché sia sempre garantito a tutte il diritto di manifestare».