Si è riunito il coordinamento della Confederazione Unitaria di Base (CUB) per discutere è approfondire la VAS (Valutazione Ambientale Strategica) sul piano regolatore del porto e le ricadute sulle attività lavorative della zona falcata e in particolare della cantieristica navale ormai ridotta al lumicino.
Duro il commento del sindacato: “Esaminare la Valutazione Ambientale Strategica (VAS), relativa al Piano Regolatore Portuale ci ha riempito di amarezza e rabbia. Vedere l’affaccio al mare cittadino violentato nel suo ecosistema, depredato delle sue potenzialità economiche e soprattutto sottratto alla libera fruizione dei cittadini è inaccettabile”.
La CUB ricorda che in un passato non molto remoto operavano migliaia di lavoratori della cantieristica (fiore all’occhiello di Messina), del commercio e dei trasporti. L’area fin dal 1954 era stata individuata per la realizzazione del Punto Franco quale viatico di sviluppo per l’intera città in accordo alla sua vocazione marinaresca.
“A oggi tuttavia- si legge nella nota.- l’A.P. a nostro avviso agisce come una sorta di “esattore” e, in contrasto con le sue prerogative di Ente Promotore di Sviluppo delle attività portuali, gestisce aree che non hanno niente a che vedere con la portualità (Villa Sabin, il Baby Park il lungomare del Ringo, le aree della Fiera con il suo teatro annesso, la passeggiata a mare ecc.). Il risultato è sotto gli occhi di tutti: degrado e desertificazione sociale. Per non parlare dell’assoluto disinteresse per le prospettive occupazionali dei giovani messinesi, salvo la riproposizione di progetti costosi e devastanti che prevedono la costruzione di torri alte 60 metri e porticcioli turistici che oltre a stravolgere le aree interessate sono totalmente incompatibili con la cantieristica navale e le altre attività sopravvissute”.
La CUB, fortemente preoccupata per le ricadute occupazionali e ambientali, invita il Comune di Messina a utilizzare tutti gli strumenti in suo possesso per pretendere il rispetto dell’accordo con l’ Autorità Portuale, in cui si prevedeva una diminuzione della cementificazione e una maggiore fruizione pubblica del territorio. Il coordinamento della CUB, a fronte delle notizie di un possibile ritiro del ricorso giudiziario sulle aree FAL 3 del P.R.P da parte del Comune, inivta il sindaco a tornare sulla sua decisione e a rilanciare l’azione giudiziaria onde evitare di passare alla storia cittadina come colui che ha privato i messinesi del proprio affaccio a mare.
“Simile disgraziata scelta condizionerebbe il futuro dei messinesi, residenti in un territorio da millenni a forte vocazione marinara, costretti a cedere a Gioia Tauro, il diritto alla pianificazione e allo sviluppo del lavoro nella cantieristica ed a poter usufruire del diritto inalienabile al proprio mare”.