Erano le 4.15 quando il sindaco ha finito il suo intervento conclusivo della seconda maratona Salva Messina. Attacco a Cgil e Uil che hanno presentato un documento alla fine del confronto e non hanno siglato il verbale, plauso alle altre organizzazioni sindacali e obiettivi del lavoro svolto
Ha parlato per circa un’ora il sindaco Cateno De Luca questa notte, alla fine della seconda maratona per il Salva Messina. Erano le 3 quando ha preso la parolaper chiudere l’ultimo verbale di di questi due giorni di confronti e in barba all’orario e alla stanchezza generale è andato avanti fino alle 4.15. Ha tirato fuori nuovamente quell’ascia di guerrache aveva sotterrato con Cgil e Uilperché non ha accettato il documento finale depositato dalle due organizzazioni sindacali a chiusura dei lavori. Ha ringraziato le altre organizzazioni sindacaliper aver invece raccolta fin dal principio la sfida del Salva Messina. Ha lanciato un messaggio al consiglio comunaleche adesso si troverà tra le mani gli atti per la rimodulazione del Piano di riequilibrio, atti che saranno frutto di questa concertazione iniziata lunedì sera e che è andata avanti fino quasi all’alba con tavoli tematici ad Amam, MessinaServizi, Atm, Servizi sociali e organizzazione di Palazzo Zanca.
LE PAROLE DI DE LUCA
«L’occasione rappresentata dal Salva Messina ha aperto uno scenario storico riguardo alle relazioni industriali, sgomberando tradizionali steccati che hanno spesso mortificato organizzazioni sindacali che, pur se non contemplate in quelle firmatarie di contratti collettivi nazionali, hanno rappresentato sul territorio qualificanti numeri di lavoratori nei vari settori economici e della pubblica amministrazione. Il nostro metodo inclusivo viene confermato dalla presenza di tutte le organizzazioni sindacali a questa fase conclusiva di una lunga concertazione iniziata l’8 ottobre con più tappe che hanno rappresentato oltre dieci anni di relazioni industriali tra il Comune di Messina, le partecipate e le organizzazioni sindacali. Non c’è traccia negli archivi del Comune di trattative così articolate, analitiche e inclusive e ciò denota la capacità dell’amministrazione comunale nel saper condurre a ragionamento anche le posizioni più intransigenti e pretestuose. Sulla scorta di questa esperienza l’amministrazione comunale ribadisce la volontà di proseguire con questo metodo coinvolgendo le organizzazioni sindacali anche sui documenti economico-finanziari del Comune e delle partecipate, essendo fermamente convinti che la conoscenza non concede alibi a chi realmente vuol costruire un percorso nell’interesse della città e allo stesso tempo smaschera chi, delle partite sindacali vuol farne una partita politica o peggio ancora una caccia all’uomo».
L’ATTACCO A CGIL E UIL
«Il fallimento della manifestazione organizzata da Cgil e Uil che ha portato ad appena 500 presenze. in parte politicizzate. nel vano tentativo di voler stoppare una complessiva azione di riforma dell’organizzazione del palazzo municipale e delle sue partecipate con un palese connubio, senza un briciolo di pudore, con illustri rappresentati di chi ha dato il colpo di grazia alla città di Messina, conferma che in questa città sono ancora tante le cose da cambiare e soprattutto sono molte le menti da ricondurre alla retta via del bene comune. Abbiamo iniziato il percorso l’8 ottobre con una bozza di proposta finalizzata a stimolare quel dibattito che le organizzazioni sindacali non hanno avuto il coraggio in questi anni di affrontare, spesso subendo in silenzio le azioni di governo municipale e del sistema delle partecipate finalizzate allo sperpero del denaro pubblico e complici di procedure collusive e rivelatisi illecite. Noi ci siamo anche proposti di far trionfare la legalità nei bilanci del Comune e delle partecipate e in alcuni contesti, come i servizi sociali, ove la politica e certe lobby hanno agito appesantendo la spesa pubblica e criminalizzando operatori che non si sono allineati ai vari cambiamenti delle cooperative in collegamento con sponsor politici di varia natura. Grazie al grande senso di responsabilità di Cisl, Cisal, Ugl, Orsa, Isa, siamo riusciti a passare alla seconda fase del Salva Messina del 28 ottobre, pur sotto minaccia di un assalto al palazzo di un fantomatico esercito rivelatosi deludente rispetto alle previsioni. Nonostante la complessiva azione denigratoria subita dal sindaco e dalle organizzazioni sindacali che hanno voluto rischiare in un percorso nuovo e pieno di insidie, siamo riusciti ad elaborare una nuova versione del Salva Messina frutto anche delle ulteriori informazioni e approfondimenti che nel frattempo l’amministrazione comunale aveva iniziato ad effettuare. Non posso accettare documenti mistificatori che fanno riferimento a presunte prebende di solidarietà istituzionale non più praticate da decenni e che ha visto anche la declaratoria di dissesto finanziario del comune di Catania più volte sbandierato da Cgil e Uil come esempio da seguire. Non posso accettare documenti che falsano la realtà dei fatti, come ad esempio la questione riguardante i lavoratori addetti alla pulizia di Palazzo Zanca che devono ringraziare esclusivamente le organizzazioni sindacali che hanno scelto di proseguire la concertazione, e in particolare la Cisl, che hanno saputo nel rispetto dei ruoli evidenziare un profilo non esplorato dall’amministrazione comunale e che effettivamente rendeva inutile la volontà di internalizzare il servizio non essendoci nel prossimo quinquennio il personale in servizio di categoria A per poter garantire in alternativa all’affidamento esterno tale attività. In merito non posso che evidenziare la falsità di quanto riportato nel documento Cgil e Uil in merito al cambio di idea dell’amministrazione comunale per una presunta protesta nella sala consiliare di questi 40 lavoratori dell’impresa di pulizie di Palazzo Zanca».
IL MEDOTO SALVA MESSINA
«Per la prima volta siamo riusciti a portare il confronto nella giusta e legittima visione del gruppo pubblico locale, evidenziando in tale ottica anche le scelte scellerate che in questi anni sono state effettuate nelle singole partecipate in radicale contrasto con gli equilibri economico-finanziari del Comune di Messina. L’Atm è un esempio eclatante di malaffare gestionale e ripetute violazioni di legge in materia contabile e gestione delle risorse umane e in tale ottica è appena il caso di citare le inchieste in corso che hanno anche generato arresti e le cui indagini stanno proseguendo. Abbiamo cercato, e riteniamo in gran parte di esserci riusciti, di trasformare i punti di debolezza ereditati in punti di forza, evitando di giocare una partita finalizzata solo alla salvaguardia degli equilibri economico-finanziari del Comune, ritenendo che la città non si può permettere altri anni di economia stagnante e di recessione produttiva. La proposta originaria del Salva Messina è stata impropriamente definita “macelleria sociale”, mentre si trattava di una semplice e cruda fotografia di una prima reazione al disastro economico-fianziario e organizzativo ereditato in un quadro mutevole per la grande difficoltà nel ricostruire un sistema di informazioni spesso refrattario e non veritiero.
Ci saremmo aspettati più onestà intellettuale perché abbiamo avuto il coraggio e la perseveranza di affrontare questioni irrisolte da tempo e che richiedevano da tempo di essere affrontate e risolte. Ci siamo presi questa responsabilità perché crediamo nella buona politica e nella buona amministrazione e siamo fermamente convinti che un corretto e trasparente rapporto con le organizzazioni sindacali possa esaltare questi valori. Questa amministrazione he ha eliminato la riduzione dei trasferimenti all’Atm per come era stato perpetrato dalla precedente giunta comunale, con oltre 30 milioni di euro di tagli al trasporto pubblico locale, per finanziare un piano di riequilibrio rivelatosi farlocco. E’ stata sempre la nostra amministrazione comunale ad eliminare oltre 40 milioni di euro di prelievo forzoso ed illecito all’Amam con una sottrazione di risorse indispensabili per riqualificare la rete di distribuzione. Questa amministrazione comunale ha messo sul tavolo della concertazione oltre 50 milioni di investimenti con il lungimirante obiettivo di trasformare parte della spesa corrente in spese di investimenti. E’ ovvio che l’obiettivo di questa amministrazione comunale non era e non è quello di effettuare un’operazione meramente ragionieristica nell’ambito della rimodulazione del piano di riequilibrio finanziario, ritenendo invece necessaria un’onda d’urto ad una visione della spesa pubblica ancorata alle classiche logiche clientelari e parassitarie.
I SERVIZI SOCIALI
La scelta di rendere giustizia ai lavoratori dei servizi sociali, rompendo il cordone ombelicale tra la mala politica e una pseudo attività imprenditoriale, è stata effettuata nella consapevolezza di mettere a repentaglio l’intero progetto Salva Messina. D’altronde l’aver agito come il sistema gestionale delle cooperative dei servizi sociali ha sempre ottenuto il monopolio del servizio giocando sui valori della remunerazione del lavoro posti a base d’asta, con i contratti collettivi effettivamente applicati, con un margine di guadagno di oltre il 25%, giustifica il perché i servizi sociali sono stati l’unico settore alimentato dalla spesa pubblica comunale a non essere mai stata coinvolta in processi di stabilizzazione e internalizzazione che hanno riguardato invece tutti i servizi municipali che negli ultimi vent’anni sono stati ingoblati all’interno del palazzo municipale e del mondo delle partecipate. Non solo siamo riusciti a riqualificare la spesa dei servizi sociali, evitando riduzioni di risorse, ma lo strumento dell’agenzia oltre a far uscire da certe schiavitù i lavoratori del settore consentiranno al comune di adottare un modello che genenerà quelle economie previste dalla normativa di legge per poter internalizzare i servizi. In tale ottica non si può condividere il documento di Uil e Cgil che crea una cortina fumogena in merito alle risorse umane che andrebbero stabilizzare nell’ambito dell’agenzia dei servizi sociali, avendo rappresentato una sorta di stabilizzazione per tutte le stagioni in evidente violazione delle previsioni normative e delle clausole sociali a salvaguardia dei livelli occupazionali. Anche per quanto riguarda questo aspetto l’amministrazione comunale intende andare avanti esclusivamente rispettando le regole, non potendo accettare che si alimentino ulteriori illusioni incompatibili con il quadro di regole che consentirà ai lavoratori dei servizi sociali di ottenere ciò che da troppi anni gli è stato levato. E’ stata l’amministrazione comunale a porre al tavolo concertativo la questione inerente alle vittime della gestione dei servizi sociali in mano a cooperative che evidentemente avranno dovuto rispondere in certe fasi storiche al padrone politico di turno. Tanto è vero che dall’estratto contributivo si potranno vedere interessanti coincidenze in prossimità di campagne elettorali anche con nomi e cognomi di personaggi più volte candidati alle elezioni amministrative e che hanno dovuto trovare sazio nel settore dei servizi sociali uccidendo i sogni di tanti padri e madri di famiglia. Non c’erano le organizzazioni sindacali, non ci risulta che sono state avviate vibranti vertenze per tutelare prima la dignità e poi il lavoro di queste innumerevoli vittime che oggi rischiano ancora di non trovare soddisfazione ma non possono subire la beffa di essere ulteriormente illusi da coloro che sono tati supinamente complici dei loto licenziamenti. E’ stata data ampia facoltà alle organizzazioni sindacali di proporre le soluzioni tecnico-giuridiche per garantire chi attualmente è in servizio e chi invece è stato licenziato nel recente passato, ma proposte concrete al di là di quelle che già avevamo esplorato con la Cisl per quelli che erano le garanzie occupazionali applicabili al cambio di appalto non ne sono pervenute, se non deplorevoli dichiarazioni ancora contaminate dall’intento di generare altre illusioni».
NESSUNA PRIVATIZZAZIONE
«La conclusione di questo percorso concertativo ha confermato che non c’era mai stato l’intento di privatizzare l’Atm e l’Amam, per come falsamente sbandierato da Cgil e Uil. Mentre è stata la pressante ma intelligente attività concertativa di Cisl, Cisal, Ugl, Orsa, ad accettare il principio di mantenere pubblico il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani che nel programma di questa amministrazione era stato sempre previsto come da privatizzare. Anche la possibilità di avviare una concreta e complessiva lotta all’evasione è frutto dell’accettazione della proposta di riorganizzare, riqualificare, ricollocare il personale in servizio nel palazzo municipale con l’individuazione di elementi incentivanti che consentiranno di far conseguire eccellenti risultati al costituendo ufficio unico delle entrate comunali. Tale principio, mutuato nel sistema delle partecipate, consentirà di internalizzare numerosi servizi e di completare le attività di stabilizzazione e aumento delle ore del personale ancora precario e part-time. Anche nell’ambito del palazzo municipale il presupposto per completare la stabilizzazione e garantire l’aumento delle ore dei dipendenti in part time deriva dalla scelta di questa amministrazione di non utilizzare i risparmi derivanti dai pensionamenti per finanziare il piano di riequilibrio per come era stao previsto dalla precedente amministrazione comunale.
Il MESSAGGIO AL CONSIGLIO COMUNALE
Complessivamente è stato fatto un ottimo lavoro che rappresenta un concreto esempio di concertazione storica alla luce del sole, dove le parti pur nell’accesa dialettica sono riuscite ad avvicinare la controparte alle posizioni che originariamente potevano sembrare destinate a rimanere distanti. Questo è stato il Salva Messina: il risultato di un confronto senza pregiudizi svolto da uomini e donne responsabili che hanno posto al centro di questa attività concertativa il bene comune della città. In quest’ottica non può non citarsi la disponibilità dell’amministrazione comunale a dare un concreto segno di amicizia e di apprezzamento ai lavoratori di MessinaServizi con una proposta che può rappresentare un interessante e precedente di condivisione di obiettivi e convenienze economiche. Proposta che smentisce il paventato atteggiamento negativo dell’amministrazione comunale nei confronti di questi lavoratori. In conclusione di questo esemplare lavoro che abbiamo svolto, è auspicabile che venga ulteriormente valorizzato dal consiglio comunale e che possa nel contempo rappresentare la via maestra delle future relazioni industriali con tutte le organizzazioni sindacali, anche quelle che nella fase del Salva Messina potevano contribuire concretamente alla risoluzione delle delicate questioni affrontate ma hanno preferito sprecare tempo prezioso per arroccarsi su posizioni che mi auguro non si ripetano più».
Francesca Stornante