Per i servizi sociali solo un "rimpastino" tra le solite coop. Ecco la nuova pianta

Per i servizi sociali solo un “rimpastino” tra le solite coop. Ecco la nuova pianta

Francesca Stornante

Per i servizi sociali solo un “rimpastino” tra le solite coop. Ecco la nuova pianta

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lunedì 12 Gennaio 2015 - 00:28

Negli ultimi giorni di dicembre si sono chiuse tutte le gare d'appalto che hanno portato alla fine delle odiosissime proroghe e ai nuovi affidamenti per l'intero 2015 ma nulla è cambiato e le cooperative rimangono protagoniste. Tra annunci e promesse mancate anche i durissimi commenti di Fp Cgil e Orsa Servizi.

Il 2015 dei servizi sociali si è aperto con delle novità. Novità più formali che sostanziali perché, a guardar bene cosa è accaduto tra la fine dell’anno appena finito e quello nuovo, ci si rende ben presto conto che di fatto è cambiato tutto per non cambiare niente, prendendo in prestito la celebre espressione di gattopardiana memoria. Lecito chiedersi dove sia finita la famosa rivoluzione dei servizi sociali, soprattutto adesso che sono trascorsi 18 mesi di amministrazione Accorinti e quello che da sempre è stato uno dei settori più caldi e difficili non mostra nessuna ventata di cambiamento. Si è parlato a lungo di rivoluzione del sistema, di nuova gestione dei servizi, di maggiore attenzione nei confronti dell’utenza, di analisi dei bisogni. Il risultato del lavoro dell’assessore ai Servizi sociali Nino Mantineo è però quello che si è concretizzato in queste ultime settimane, con la chiusura delle gare d’appalto dei nuovi bandi e gli affidamenti dei servizi per tutto il 2015. Bandi e gare che si attendevano con speranza, ma che subito avevano mostrato alcune falle, a cominciare dalla durata annuale, e non triennale come era stato inizialmente annunciato per dare al settore un po’ di stabilità. Bandi che non si sono discostati molto da quelli del passato e che anzi hanno messo subito in allarme diversi gruppi di lavoratori, come quelli degli asili nido preoccupati per i criteri previsti per partecipare, e che hanno letteralmente fatto fuggire alcune cooperative per l’impossibilità di garantire servizi e occupazione a quelle condizioni. L’assessore Mantineo e il Dipartimento di Palazzo Satellite hanno sempre fornito massime rassicurazioni e garanzie, adesso emergerà se erano fondate oppure no.

Le gare si sono quasi tutte chiuse negli ultimi giorni del 2014, le proroghe scadevano il 31 dicembre e i servizi sono quasi tutti ripartiti nella prima settimana di gennaio. Il dato certo è che le protagoniste principali restano le cooperative, tante quelle che hanno partecipato ai bandi, poche le new entry giunte in riva allo Stretto. I nuovi affidamenti hanno infatti creato una sorta di rimpastino, un passaggio di testimone tra una cooperativa che esce per andare a gestire un altro servizio e una che entra.

Vediamo dunque com’è cambiata la pianta dei servizi sociali. La gestione dei tre asili nido comunali passa dalla coop La Garderie alla coop Cas che si è aggiudicata la gara con un 41% di ribasso sull’importo a base d’asta di 156 mila euro, ma non stanno mancando i problemi per il passaggio di tutti i lavoratori: da capitolato gli operatori risultano 52 ma ad essere impiegati sono 57 dunque in 5 sarebbero fuori. La Fp Cgil sta provando a battere la strada della “donazione delle ore” tra colleghi, ma la situazione è pesantissima perché si tratta di lavoratori con contratti da 24 ore settimanali che si sono ritrovati a dover cedere qualche ora per garantire occupazione a chi saarebbe stato tagliato fuori.

Sempre la Cas, all’interno dell’Ati Amanthea, prende anche sei Centri di Aggregazione giovanile, mentre i Cag di Gravitelli e Camaro saranno gestiti da Azione sociale, la cooperativa ormai conosciutissima per Casa Serena. Il servizio di trasporto nei centri riabilitativi passa dalla coop Progetto vita alla Genesi che ha già assunto tutti i lavoratori del vecchio appalto, cioè i 22 operatori più 1 coordinatore da capitolato e altri 6 che erano entrati attraverso il sistema delle sostituzioni.

L’assistenza domiciliare disabili passa dalla coop Alba a Progetto Vita e questo passaggio non si sta rivelando indolore per tutti i 73 lavoratori effettivamente impiegati, visto che da capitolato sarebbero 57. Intanto il servizio è ripartito con 61 operatori, anche in questo caso la Fp Cgil ha presentato una proposta di donazione delle ore da parte di chi è rientrato in servizio per garantire continuità occupazionale a tutti, la strada però è tutta in salita.

Il servizio di trasporto e assistenza igienico nelle scuole medie inferiori è stato vinto dalla coop Vivere Insieme del Consorzio Progetto Vita, la stessa che nei mesi scorsi si è aggiudicata lo stesso tipo di servizio per i ragazzi delle scuole superiori bandito dalla Provincia e che non pochi problemi ha già scatenato. Servizio su cui tra l’altro si sono accesi i riflettori anche per un anomalo 100% di ribasso, esattamente come accaduto alla Provincia, che ha spinto gli uffici comunali ad istituire una commissione di verifica.

Manca ancora all’appello l’assistenza domiciliare anziani per la quale proprio tre giorni fa si è insediata la commissione di gara. Silenzio al momento anche su Casa Serena: non è ancora stata ufficializzata la strada della trattativa privata per un nuovo affidamento della struttura, di certo c’è che ancora nulla si sa della destinazione che avrebbero i 12 operatori che resterebbero fuori da questo nuovo affidamento.

Il quadro è questo. E le tensioni sono alte, soprattutto tra quei lavoratori che al momento sono ancora nel limbo. Durissimi i giudizi che arrivano dal mondo sindacale. “Siamo molto amareggiati per quanto sta accadendo in alcuni servizi come gli asili nido, dove lavoratrici a 24 ore stanno donando parte delle loro già misere ore per non far licenziare i colleghi – commenta la segretaria della Fp Cgil Clara Crocè. Ciò a cui assistiamo è una sconfitta, piuttosto che aumentare e migliorare i servizi si continua a tagliare ai danni di operatori e utenti”. Il sindacato ricorda che aveva messo sul tavolo dell’amministrazione un progetto alternativo che però è stato ignorato, adesso però non ha intenzione di rimanere a guardare e al più presto tornerà a proporre un diverso modello di gestione.

Il sindacato prova dunque a guardare avanti, lì dove evidentemente l’assessore Mantineo non ha ancora intenzione di imprimere un cambiamento auspicato a parole ma inesistente nei fatti. Inevitabile chiedersi anche dove siano finiti i progetti che l’esponente della giunta Accoranti annunciava appena due mesi fa, nei giorni dell’emergenza servizi sociali a Palazzo Zanca.

Entro fine anno convocherò una conferenza dei servizi per riprendere il discorso sui servizi sociali e provare a lavorare andando oltre l’emergenza. Serve un nucleo di valutazione che ciclicamente possa verificare e valutare l’andamento dei servizi, la soddisfazione dell’utenza, che effettui controlli nelle strutture come Casa Serena, un organo che possa monitorare continuamente se i servizi sociali funzionano davvero per chi ne fruisce. Contestualmente bisognerà avviare una nuova ricognizione dei bisogni per fare in modo che qualsiasi servizio ci sia perché c’è un’utenza che lo chiede e non per mantenere posti di lavoro che dovranno rispondere prima di tutto al principio della qualità, attraverso l'istituzione di un albo comunale degli operatori dei servizi sociali” diceva Mantineo a novembre. L’anno nel frattempo è finito e di queste novità ancora neanche l’ombra.

A chiedere notizie è anche la segretaria dell’Orsa Servizi Francesca Fusco che di fronte a questa perenne condizione di stallo si interroga su quale sia l’effettiva conseguenzialità tra le parole dell’assessore Mantineo e i fatti che poi si concretizzano. “Questa amministrazione non ha dato nessun segnale di rottura con il vecchio sistema, anzi le nuove aggiudicazioni non sono altro che il passato che ritorna. Auspicavamo l’eliminazione delle cooperative e così non è stato, ma non intravediamo neanche l’inizio di quel percorso che possa portare a questo obiettivo” dice la sindacalista che chiede a Mantineo che fine abbiano fatto i fondi Pac, gli impegni presi in piena emergenza, o la telenovela infinita di Casa Serena. “L’assessore è un grande oratore ma ci scontriamo con negligenze e inadempienze che riguardano la qualità dei servizi per gli utenti e la garanzia occupazionale dei lavoratori. Per esempio i 37 fuoriusciti da Casa Serena ad agosto devono ancora iniziare a lavorare, come gli infermieri ricollocati nei bandi comunali nell’assistenza disabili che devono ancora firmare i contratti anche se il servizio è stato aggiudicato”.

Insomma, il settore resta in fibrillazione. La rivoluzione al momento è rinviata a data da destinarsi.

Francesca Stornante

8 commenti

  1. Se ci sono gli affidamenti occorre essere ottimisti.

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  2. Se ci sono gli affidamenti occorre essere ottimisti.

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  3. obbedienza cieca agli Unti dal Signore

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  4. obbedienza cieca agli Unti dal Signore

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  5. Amen !

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  6. Amen !

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  7. Ite Missa est

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  8. Ite Missa est

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