Il destino di Casa Serena appeso a un filo. Senza il previsionale, tutto più complicato

Il destino di Casa Serena appeso a un filo. Senza il previsionale, tutto più complicato

Francesca Stornante

Il destino di Casa Serena appeso a un filo. Senza il previsionale, tutto più complicato

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giovedì 20 Dicembre 2012 - 21:26

Nessuna buona notizia dall'incontro in Prefettura di oggi pomeriggio. Senza il bilancio del Comune sarà impossibile fare qualunque tipo di discorso, l'unico impegno preso è che si continuerà a cercare soluzioni per evitare il dramma sociale.

Non solo non c’è niente di nuovo all’orizzonte, ma quel poco che si riesce a intravedere non promette nulla di buono. Il destino di Casa Serena, dei cento anziani che vivono lì, dei lavoratori che ieri sono stati licenziati, di tutti gli altri operatori dei servizi sociali che stanno pian piano facendo la stessa fine sembra davvero nero. Se n’è parlato oggi pomeriggio in Prefettura durante il nuovo tavolo tecnico convocato dal Prefetto Stefano Trotta. C’erano anche l’assessore regionale Bartolotta, il commissario Croce, il Direttore dell’Ufficio Provinciale del Lavoro De Francesco, i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Orsa, il Dirigente del Dipartimento Servizi Sociali del Comune De Francesco. Tutti insieme ancora una volta per individuare delle soluzioni per evitare un doppio dramma: sociale per gli anziani che non vogliono in alcun modo lasciare Casa Serena, occupazionale perché sta lasciando senza lavoro un centinaio di persone.

L’incontro di oggi però non ha portato nulla. Non ha risolto il problema di Casa Serena e in generale dei servizi sociali. Sulla struttura di Montepiselli gli unici impegni che il commissario Croce, il Prefetto Trotta e l’assessore Bartolotta si sono assunti è di continuare con il tavolo tecnico per individuare i lavori urgenti per la messa a norma della struttura e ottenere la deroga per l'iscrizione della casa di riposo all'albo regionale. A questo dovrebbe seguire il bando per la gestione di Casa Serena. Tutto però deve comunque passare dal bilancio del Comune, bilancio che ancora non c’è e che il commissario Croce ha rispedito indietro senza approvazione. Questo complica non poco le cose perché se anche si procedesse speditamente con il lavori di messa a norma e l’iscirizione all’albo regionale chi si occuperebbe dei cento anziani? I lavoratori sono tutti licenziati, dunque chi presterebbe assistenza tra le mura della struttura? Se lo chiedono i rappresentanti sindacali dell’Orsa Mariano Massaro, Michele Barresi e Francesca Fusco.

Per i sindacalisti “ “Casa Serena sarà il primo effetto del dissesto del Comune di Messina. I cento lavoratori rischiano di essere le prime vittime della scellerata politica che ha portato questo comune al default. Dopo aver strappato un impegno all'assessore regionale su una proroga temporanea per l'iscrizione all'albo, il destino del Comune è apparso chiaro quando il Commissario Croce ha comunicato di non aver firmato il bilancio e di averlo restituito al ragioniere generale. Il re è nudo non è sufficiente mettere in sicurezza Casa Serena, il Comune non potrà bandire gare e non potrà dare alcuna proroga tecnica per i servizi, il bilancio a tuttora non é approvato. La sintesi di quest'incontro è che dal 31 dicembre i lavoratori saranno disoccupati e quindi, pur avendo la struttura aperta, gli anziani non avranno i lavoratori ad accudirli e la nostra città sarà allo sfascio”.

Dura anche la reazione dei segretari delle Funzioni Pubbliche di Cgil, Cisl e Uil Clara Crocè, Calogero Emanuele e Giuseppe Calapai che ricordano che “il vero problema sono i 700 posti di lavoro di tutti i Servizi sociali che rischiano seriamente e concretamente il posto di lavoro, perché manca il bilancio di previsione e dalle dichiarazioni fatte non si intravedono spiragli positivi”. I segretari, hanno chiesto al commissario Croce ed al rappresentante del governo di porre tutti gli atti in essere affinché al 31 dicembre possa essere approvato il bilancio di previsione 2012. Senza tale strumento parliamo del nulla, spiegano i sindacalisti, e la città rimarrà senza servizi sociali per 2000 utenti (anziani, disabili, minori, minori in rapporto con l'autorità giudiziaria e centri di aggregazione giovanile) e la sicura perdita di 700 posti di lavoro.

Di fronte a questo dramma i sindacati proclamano lo stato agitazione dei lavoratori e sono pronti a dare vita ad ogni iniziativa di mobilitazione al fine di indurre la classe politica messinese e regionale ad assumersi tutte le responsabilità per evitare a intere famiglie messinesi un vero disastro economico e una catastrofe del sistema sociale della città. (Francesca Stornante)

2 commenti

  1. La situazione descritta in questo articolo presenta risvolti estremamente preoccupanti per quanto riguarda il mantenimento dei livelli occupazionali non solo dei lavoratori addetti ai servizi sociali ma anche per quelli addetti al servizio di refezione scolastica oltre che per il personale precario del Comune di Messina.E’, pertanto, opportuno e necessario che tutte le forze politiche e sociali facciano uno straordinario sforzo unitario per risollevare le sorti di questa Città “snobbata” dai vertici politici nazionali e regionali altrimenti non ci dovremo sorprendere se i lavoratori coinvolti in questo gravissimo momento di crisi economico finanziaria – che comunque attraversa trasversalmente tutte le categorie dell’apparato produttivo – possano organizzare clamorose manifestazioni di protesta.

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  2. Qualcuno degli esperti in “contabilità pubblica” che pullulano nei corridoi del palazzo municipale può dirmi. visto sotto l’aspetto dei “principi contabili” di finanza pubblica e non privata, quale è la funzione del “bilancio pluriennale” definito autorizzatorio sopratutto per le spese di carattere legislativo nonché per quelle definite essenziali ai fini, fra gli altri, delle emergenze sociali ed occupazionali?. Da giorni rifletto e la risposta mi è vicina.

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