L’assessore regionale agli Enti locali, Patrizia Valenti, ha dato venti giorni di tempo per adempiere all’obbligo di legge. Intanto, il Consiglio comunale stila l’elenco degli atti urgenti e indifferibili da approvare in questo scorcio di mandato
A Palazzo Zanca c’è aria di smobilitazione. Quasi tutti i consiglieri comunali sono ormai completamente dediti alla campagna elettorale, che li vede impegnati in prima persona a cercare voti, per poter tornare a mettere il proprio nome sullo scranno occupato in questi cinque anni, magari sul fronte opposto, o tentare di “traslocare” dall’Aula Consiglio alla Sala giunta. Eppure , gli adempimenti loro richiesti in questo scorcio di mandato sono tutt’altro che terminati, come ricorda anche la circolare n.8 firmata il 30 aprile dall’assessore regionale agli Enti locali, Patrizia Valenti. Si tratta di una diffida ad adempiere per l’approvazione del rendiconto di gestione esercizio finanziario 2012, inviata a tutti i rappresentanti istituzionali di Comuni e Province e per conoscenza anche alla Corte dei Conti.
Nel documento, recapitato al Comune di Messina lo scorso 2 maggio e tramesso dalla Presidenza del Consiglio comunale ai singoli consiglieri comunali venerdì 3 maggio, l’assessore Valenti ricorda che i termini per l’approvazione del bilancio consuntivo sono scaduti il 30 aprile scorso e sollecita, quindi, «gli enti allo stato inadempienti ad approvare il rendiconto 2012, indifferibilmente, entro il termine di 20 giorni dalla presente» avvertendo altresì che «ove ciò non avvenga, questo Assessorato darà corso alla nomina di commissario ad acta presso le medesime amministrazioni». Un aut aut in piena regola, a cui l’ente di Piazza Unione Europea è ormai abituato, visto che i ritardi nell’approvazione dei documenti contabili sono diventati una regola. Interpellato telefonicamente, il ragioniere generale di Palazzo Zanca, Ferdinando Coglitore, fa comunque sapere che gli Uffici stanno lavorando per ultimare il documento finanziario, che dovrà poi ricevere il placet del commissario straordinario Luigi Croce, essere tramesso al Collegio dei revisori dei conti per il parere tecnico, e, infine, approdare in Consiglio comunale dopo l’esame preventivo da parte della Commissione bilancio. Un iter piuttosto lungo, che probabilmente non consentirà di rispettare la scadenza fissata dalla Regione, facendo arrivare in riva allo stretto ancora una volta un commissario ad acta.
E, a proposito di scadenze e di Consiglio comunale, il presidente Pippo Previti ha incontrato il segretario generale, Santi Alligo, e i capigruppo consiliari, per definire l'elenco degli atti urgenti ed indifferibili, rientranti tra le competenze finali del Consiglio comunale. A conclusione della riunione è stato deciso di chiedere il parere preventivo del dirigente competente per iscrivere al prossimo ordine del giorno le proposte deliberative di nove riconoscimenti di debiti fuori bilancio; dei bilanci A.T.M.; della costituzione di una società per azioni denominata “Azienda Trasporti Messina s.p.a.”; delle modifiche ed integrazioni al regolamento comunale sull’occupazione suolo; dell'approvazione del piano regolatore cimiteriale e del piano particolareggiato esecutivo di ampliamento dei cimiteri di S. Paolo Briga e Santo Stefano Briga. Sarà iscritto al prossimo ordine del giorno, perché anche questo rientra tra gli atti urgenti ed indifferibili, il provvedimento di approvazione della modifica del PUT (Piano Urbano Traffico) con l'inserimento di nuove ZTL ubicate in prossimità degli imbarchi.
Si tratta di un’infinità di delibere, che probabilmente non vedranno mai la luce, sicuramente non in questi ultimi 20 giorni di mandato. Perché come saggiamente fatto notare da un consigliere veterano: «E cuannu si riunisci stu Cunsigliu comunali cu 18 o 23 consiglieri chi sunnu tutti in campagna elettorale?». Compreso chi ha pronunciato questa frase, ovviamente. (Danila La Torre)
U jonnu du *****!
Il bello è che questa gente sarà, per l’ennesima volta, rivotata in massa.
Il default ve lo meritate…
Il Consiglio comunale, dopo la convocazione dei comizi elettorali, che è avvenuta il 25 aprile u.s., perde la possibilità di emanare atti che non siano urgenti ed improrogabili. In sostanza il Consiglio mantiene una attività limitata all’adozione solamente di atti urgenti ed improrogabili, come stabilito per legge. Spetta ai Consigli comunali, in scadenza, nella propria autonomia, individuare i casi in cui ricorrono gli estremi dell’urgenza e della improrogabilità (Ministero dell’interno, 7 dicembre 2006). Tali sono i casi in cui l’inattività comporti un danno per l’Ente o si configuri come un inadempimento di fronte a obblighi derivanti da leggi, provvedimenti amministrativi o comunque collegati a vincoli contrattuali. E’ opportuno, in merito, che i Consiglieri Comunali tengano presente quanto sentenziato dal TAR di Catania, in data 22 dicembre 2009, n. 2194: “il singolo Consigliere comunale può impugnare gli atti adottati dal precedente Consiglio comunale dopo la convocazione dei comizi elettorali, perché gli stessi ledono le prerogative dell’attuale Consiglio comunale e, quindi, del Consigliere stesso. L’improrogabilità ed urgenza non c’è se per l’adozione di un atto non è previsto un termine perentorio cui è riconnessa una decadenza o una sanzione”