Il Partito democratico si prepara a disporre un nuovo ordine del giorno da sottoporre all’attenzione del consiglio. Calabrò: «Prima però chiediamo numeri precisi». E a proposito di numeri, 38 i milioni che nel previsionale 2012 (provvisorio) il Comune ha stanziato per la società d’ambito con riferimento al piano dei servizi di igiene ambientale
«Sul futuro di Messinambiente e sulla gestione del ciclo integrato dei rifiuti è tempo di chiarezza, cosa che fino ad oggi questa amministrazione non è stata in grado di fare». È in questi termini che si esprime il segretario cittadino del Pd, Peppe Grioli, nel corso della conferenza stampa convocata nella saletta commissioni di palazzo Zanca. Un incontro che segue i giorni di “passione” durante i quali la città ha rischiato di arrivare ad un passo dal baratro dall’emergenza sanitaria a causa del blocco nel servizio di raccolta operato dal personale di Messinambiente, in astensione dal lavoro per i motivi ormai ben noti. Un desiderio di chiarezza, quello invocato dal Pd, non solo per questioni di “opposizione” ma anche in vista di possibili avvicendamenti nelle stanze dei bottoni. La messa in liquidazione di Messinambiente, infatti, così come nel caso di quella dell’Atm, non sarà un passaggio certamente semplice, ma soprattutto non sarà immediato: tutto, infatti, dovrebbe avvenire nell’arco di due anni, e chi dovrà occuparsene avrà per le mani delle vere patate bollenti.
Come raggiungere però tale obiettivo? La strada che intende seguire il Pd è quella già avviata nel novembre 2010 con l’approvazione, da parte del consiglio, di un ordine del giorno (presentato appunto dal Partito democratico) riguardante proprio il futuro di Messinambiente e il ciclo integrato dei rifiuti, con cui era stata prevista una ricapitalizzazione della società. Passaggio quest’ultimo, che come ormai tutti ben sappiamo è stato “liquidato”, in tutti i sensi, durante l’assemblea dei soci dello scorso 3 febbraio. «Il sindaco – ha affermato il capogruppo del Pd Felice Calabrò – in qualità di socio di maggioranza (99%) ha disatteso del tutto l’indicazione fornita tempo a dietro dal civico consesso, che, dunque, sul futuro di Messinambiente in realtà si è già espresso. Con il passare dei mesi, però, si sono create tutte le condizioni affinché la società di raccolta fosse messa in liquidazione. E dopo tutto – continua Calabrò – non sarebbe potuto essere altrimenti, dato che sempre nella seduta dello scorso 3 febbraio, il sindaco ha approvato i bilanci, in disavanzo, della partecipata e la legge prevede che in tale ipotesi le strade da seguire siano solo due: la ricapitalizzazione o invece, come si sta verificando, scioglimento e messa in liquidazione».
Ecco perché il Pd intende presentare un nuovo documento da sottoporre all’esame del consiglio da convocare in seduta straordinaria: «Nel febbraio del 2011, dopo l’indizione della gara, andata deserta, da parte dell’Ato3 per l’affidamento dei servizi, – afferma il capogruppo – il Partito democratico ha presentato un odg che però alla fine non è stato. Nelle prossime settimane ne predisporremo un altro ancora, “aggiornato” anche alla luce della nuova normativa del decreto Monti in materia di società partecipate, non prima però di avere ottenuto delle relazioni dettagliate che ci permettano di capire, ad oggi, quelli sia lo stato dei conti fra Comune/Ato3/Messinambiente». Relazioni che verranno richieste al sindaco, al commissario liquidatore della società d’ambito Ruggeri, al commissario liquidatore della società di raccolta Di Maria, al ragioniere generale Coglitore, al dirigente partecipate Cama e al dirigente del dipartimento tributi Dell’Acqua. Dati che il Partito democratico chiede di poter avere per capire, numeri alla mano, quali siano le somme versate dal Comune all’Ato e da quest’ultimo a Messinambiente, individuando le ragioni dei disequilibri fra i bilanci, quali siano le condizioni economiche delle rispettive società, quali siano le entrate derivanti dalla riscossione della TARSU. Proprio riguardo ai trasferimenti Comune-Ato3, nel bilancio di previsione 2012 (provvisorio in attesa dell’approvazione che dovrebbe avvenire entro giugno), l’amministrazione ha fissato la somme da versare in 38 milioni 312 mila euro, con una riduzione di quasi 560 mila euro rispetto all’iniziale stanziamento, dovuta alla necessità di “contenimento” della spesa. (ELENA DE PASQUALE)