Soddisfatti i legali degli studenti Delia e Bonetti: «La decisione del Tribunale amministrativo palesa che non sarà più consentito soffocare il diritto allo studio indiscriminatamente e senza spiegazioni»
Troppo pochi i posti a disposizione nella Facoltà di Medicina e Chirurgia nell’Università di Messina. A dirlo non sono solo le centinaia di studenti che ogni anno si vedono sbarrata la strada al corso di studi per cui si sentono più portati, ma è il Tribunale amministrativo del Lazio (vedi correlato), a cui si sono rivolti gli aspiranti medici rimasti fuori dalla graduatoria, conquistando un altro piccolo successo.
Dopo l'ennesimo diniego da parte del M.I.U.R. di aumentare il numero dei “vincitori”, il Tar ha ordinato la comparizione in aula dei vertici dell'Università e del Ministero. Come si legge nell’ordinanza, infatti, il rettore Francesco Tomasello e il Direttore generale Daniele Livon « dovranno essere presenti di persona, ovvero delegare un funzionario di propria fiducia, alla prossima udienza di trattazione del ricorso, che fissa al 7 novembre 2012, per rispondere al Collegio, in contraddittorio con i legali di tutte le parti costituite, eventualmente assistiti da propri tecnici di fiducia, sui chiarimenti che il Collegio intende chiedere in merito, rispettivamente, alla nota dell’11.5.2012, oggetto di impugnativa con i motivi aggiunti, e alla nota del 26.9.2011, inviata al MIUR, nonchè su quant’altro il Collegio medesimo potrà richiedere in relazione alla pendenza in atto».
La convocazione in aula giudiziaria di Tomasello e Livon viene accolta con grande soddisfazione dagli avvocati Michele Bonetti e Santi Delia, che difendono gli studenti ed il loro diritto allo studio: «la decisione del T.A.R. Lazio – scrivono in un comunicato – palesa che non sarà più consentito soffocare il diritto allo studio indiscriminatamente e senza spiegazioni».
«I vertici di Ateneo e MIUR vengano in aula e spieghino perché sempre e solo il nostro Ateneo ed i nostri studenti messinesi debbono essere penalizzati», continua il legale Delia, il quale ricorda che, negli ultimi 4 anni, il corso di laurea in Medicina dell'Ateneo di Messina risulta essere l'ultimo della Sicilia, con soli 200 posti. Nel frattempo si è infatti registrato l'aumento esponenziale dei posti di CATANIA (da 257 con il polo di Ragusa nel 2007 a 347 senza il polo di Ragusa nel 2011) e PALERMO (da 250 del 2007 a 440 del 2011).«Come sta sempre più spesso avvenendo per tutto ciò che riguarda Messina – commenta ancora il giovane avvocato – negli ultimi anni si assiste ad una vera e propria "dismissione del sapere" in riva allo stretto». (DLT)