Vulcano-Capo Calavà: nuova impresa nella traversata a nuoto per la Scotto

Vulcano-Capo Calavà: nuova impresa nella traversata a nuoto per la Scotto

Vulcano-Capo Calavà: nuova impresa nella traversata a nuoto per la Scotto

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martedì 26 Luglio 2016 - 22:45

Nella giornata di domenica, la nuotatrice di gran fondo Cristina Scotto, tesserata con il CUS Unime, ha compiuto la traversata che da Vulcano nelle Isole Eolie l'ha portata a Capo Calavà di Gioiosa Marea per complessivi 22 chilometri e con un tempo di 5 ore e quarantanove minuti. L'impresa ha quasi eguagliato il primato personale dell'atleta, non nuova a imprese simili, ottenuto nel 2005.

Ancora una "traversata" dalle isola di Vulcano nelle Eolie a Capo Calavà nel comune di Gioiosa Marea per la nuotatrice di gran fondo Cristina Scotto, tessserata con il CUS Unime, compiuta nella giornata di domenica 24 luglio.

Poco meno di sei ore, per la precisione cinque e quarantanove minuti, per attraversare un tratto di mare lungo 22 km, che l'atleta, seguita dal preparatore tecnio Sirio La Spada, ha percorso affiancata da due imbarcazioni in appoggio condotte rispettiamente da Giovanni Fiannacca e Natale Morabito, e con a bordo tutto lo staff e il personale addetto all’assistenza e alla sicurezza tra cui il medico Massimo Irrera e l'assistente al salvataggio Nicola Mangano, nonché Il servizio cronometrico garantito dalle cronometriste Angela Mangraviti e Veronica Dulcetta.

L'atleta Cristina Scotto non è nuova a simili imprese e su questa rotta attraversata già in altre due occasioni, nel 1989 e nel 2005, stabilendo in quest’ultima occasione – in coppia con Fabrizio Mandanici – il record, di 5 ore e 37 minuti e ad oggi è l’unica donna ad aver compiuto l’impresa di raggiungere a nuoto la costa siciliana partendo dalle isole Eolie. Per bene sette volte la nuotatrice ha solcato le onde dale Eolie alla Costa messinese: nel 1991 nuotò da Vulcano a Capo d’Orlando, nel 1992 da Salina a Capo d’Orlando, nel 1994 da Lipari a Milazzo e nel 2007 da Vulcano a Milazzo.

Al suo attivo, oltre a numerose gare di Campionato Italiano, anche due doppie traversate dello Stretto di Messina e cinque singole, di cui una, nel 1998, effettuata in inverno.

Affrontare una lunga traversata in mare aperto – ha detto la Scotto – richiede disciplina e capacità di concentrazione oltre che spirito di sacrificio. Trovate queste si apre la porta ad una dimensione estremamente piacevole, molto elementare, che è fatta di esclusiva comunicazione tra sé stessi e l'elemento acqua".
"Oltretutto quando la meta è lontana e spesso invisibile, si pensa solamente ad ascoltare il proprio corpo in relazione all'acqua che ti circonda, non esistono suoni se non il tuo respiro, né altra necessità se non sete e fame. Poi si riaccende tutto quando vedi il fondo. Quando sai che stai facendo le tue ultime venti bracciate, quando hai di colpo chiaro perché lo hai fatto. La mia soddisfazione è stata la riconferma del tempo di 11 anni fa, obiettivo che non pensavo di centrare ma che invece è arrivato” ha ricordato la nuotatrice tesserata con il CUS Unime.

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