Dopo Cgil e Orsa, anche la Uil boccia la delibera “bis” approvata dalla giunta sulla messa in liquidazione dell’azineda trasporti. Amato e Lasagni: «Si tratta della riproposizione dell’ennesima scatola vuota. Non esiste alcun piano industriale di rilancio»
Se fossimo a scuola, sarebbe una bocciatura senza “esami di riparazione”. Ma qui la scuola non c’entra e la questione riguarda l’annosa vertenza Atm, cioè l’azienda di trasporto pubblico locale colma di debiti a causa di una politica decennale sorda, cieca ed immobile di fronte ai problemi economici e gestionali della società di cui il Comune è unico proprietario. Una situazione disastrosa che si trascina da anni, almeno dieci, alla quale l’attuale amministrazione comunale, guidata dal sindaco Giuseppe Buzzanca, ha deciso di porre rimedio attraverso una soluzione drastica, fortemente contestata da lavoratori e sindacati, vale a dire la messa in liquidazione , recentemente riproposta in una delibera “bis”, che ha sostituito quella precedente ma che, nonostante i “ritocchi” (verdi articoli correlati), non convince le organizzazioni sindacali. Dopo la bocciatura dell’Orsa e della Cgil arriva anche quella della Uil.
«Uno schiaffo per i lavoratori e per il sindacato» è così che Costantino Amato, segretario Generale della UIL, e Silvio Lasagni, Segretario Provinciale della UILTRASPORTI, definiscono la riproposizione al Consiglio Comunale della delibera di messa in liquidazione dell’ATM da parte della Giunta Comunale. «Riproporre l’atto tale e quale dopo il ritiro di un mese fa e gli impegni assunti dal sindaco Buzzanca – spiegano Amato Lasagni – è un atto irresponsabile che produce una fase di stallo che prolunga inutilmente l’agonia dell’azienda e mette in seria difficoltà i lavoratori che continuano a non percepire le retribuzioni. E’ un atto che calpesta la dignità dei lavoratori, che per due giorni in maniera unitaria hanno protestato esprimendo la loro contrarietà e le loro preoccupazioni rispetto alla eliminazione dell’ATM, senza alcun progetto futuro per la mobilità cittadina. Un atto che si prende gioco del fronte sindacale al quale era stato chiesto di esprimere attraverso un documento congiunto un parere di indirizzo. Parere fornito lo scorso 3 ottobre e totalmente ignorato dall’amministrazione comunale che, nonostante la ferma posizione del sindacato, contrario alla messa in liquidazione, si è ostinata a proseguire in una strada che inevitabilmente produrrà la più assoluta incertezza per il futuro dei lavoratori e di tutti quei cittadini che quotidianamente si vorrebbero affidare al servizio pubblico di trasporto.”
«Si tratta – spiegano Amato e Lasagni – della riproposizione dell’ennesima scatola vuota. Non esiste alcun piano industriale di rilancio, nessun progetto su quali e quanti servizi dovranno essere affidati alla nuova azienda, mentre è evidente, perché inserita nel corpo della delibera, la volontà di esternalizzare servizi o attività in atto svolte dall’ATM»
«Se i nostri amministratori non sono capaci di produrre da soli un concreto piano di rilancio dell’azienda – ironizzano Amato e Lasagni – guardino agli esempi di Palermo e Catania, che, trasformate in SpA, sono riuscite a risanare i bilanci, garantire i livelli occupazionali (conciliando le esigenze dei cittadini con quelle dei lavoratori) e migliorare notevolmente il servizio, senza sentire la pressante esigenza di liquidare a tutti i costi».
«Siamo sempre convinti- concludono Amato e Lasagni – che sulla vertenza ATM sia necessario riprendere il confronto tra le parti, con la regia dell’Assesorato Regionale ai Trasporti, che aveva dato a tal proposito tutta la sua disponibilità. Un confronto al quale il fronte sindacale dovrà presentarsi il più compatto possibile nell’interesse dei lavoratori e della città». (DLT)