Ecco cosa cambia rispetto alle amministrative del 2008. E cosa cambierà dopo il voto di giugno. Le regionali di novembre 2012, da questo punto di vista, sono state un vero e proprio spartiacque.Prima tutti a destra, poi tutti a sinistra
Chi si fosse messo in criogenesi cinque anni fa, all’indomani delle amministrative del 2008, e si fosse svegliato d’improvviso oggi, avrebbe difficoltà a credere ai propri occhi. Vicepresidenti del consiglio di dichiarata fede Pdl passati senza colpo ferire sotto l’ala dell’ex comunista presidente della Regione Rosario Crocetta, fedelissimi dell’ex sindaco Giuseppe Buzzanca che oggi lo hanno abbandonato come se quattro anni di strenue difese, spesso contro l’evidenza, non fossero mai esistite.
E’ un consiglio comunale rivoluzionato, quello che ha appena chiuso i battenti. E lo sarà ancora di più dopo il voto di giugno. Quali sono i cambi di casacca più clamorosi? Quello di Angelo Burrascano, per esempio: vicepresidente del consiglio e uomo di solide tradizioni Pdl (il fratello Raimondo è stato consigliere prima di lui con Forza Italia) in quota Nino Germanà; a dicembre Burrascano è diventato uomo di Crocetta con il Megafono, sotto l’ala dell’ex deputato regionale Francesco Calanna. I suoi disagi, però, Burrascano li aveva espressi quasi due anni fa, transitando dal Pdl al gruppo misto. Dopo le regionali, per lui è arrivata la folgorazione. Ma è in buona compagnia, Burrascano. Le regionali di novembre 2012, da questo punto di vista, sono state un vero e proprio spartiacque.
Prima tutti a destra, poi tutti a sinistra. Pietro Iannello, per esempio, da sempre in quota Nino Beninati in Forza Italia prima e nel Pdl poi, e oggi armi e bagagli al Pd. Anche Giuseppe Chiarella, eletto nel 2008 con la lista civetta del Pdl Forza Azzurri, oggi è saldamente piazzato al centrosinistra, inserito in una delle liste che supporta la scalata alla poltrona più alta di palazzo Zanca di Felice Calabrò. Chiarella ha seguito il suo maggiorente Beninati nel trasloco di questi dal Pdl all’Udc a settembre, ma non ha sposato il “ritorno a casa” di Beninati di qualche settimana fa.
Nella stessa lista troverà Ivano Cantello, eletto nel 2008 tra gli autonomisti in quota Cateno De Luca, poi all’opposizione dell’amministrazione Buzzanca, poi supportandola, poi ancora tornando strenuo oppositore e oggi sorridente nei manifesti della lista che sostiene lo storico esponente Pd Felice Calabrò.
All’Udc sono arrivati in tempi diversi i due più combattivi oppositori dell’amministrazione Buzzanca, entrambi eletti nel Pdl nel 2008. Giuseppe Melazzo, passato nel 2010 senza mai più guardarsi indietro, e Nello Pergolizzi, che ha aperto e chiuso l’avventura di Fli. Chi la parentesi Fli l’ha chiusa con un ritorno a casa è Pippo Trischitta. Dal Pdl al partito di Gianfranco Fini e ritorno. I Dr, movimento di centrosinistra che a Palermo fa capo ai deputati (ed ex consiglieri comunali) Giuseppe Picciolo e Marcello Greco, hanno fatto un vero e proprio bottino. Tanino Caliò arriva dal Pid e prima ancora dall’Udc (e prima prima ancora, non da consigliere, faceva parte della Margherita), Nino Carreri da Risorgimento Messinese, Carmelo Conti dal Pdl e Marcello Capillo dal Pd (dopo aver fatto parte di Alleanza Nazionale fino al 2008). Discorso a parte merita il “globetrotter” Salvatore Serra: Margherita fino al 2008, poi Risorgimento messinese, a metà della scorsa legislatura ultra-buzzanchiano con passaggio al Pdl e subito dopo le regionali transitato nel centrosinistra. Non è solo Serra ad aver abbandonato Buzzanca come se nulla fosse. Salvatore Ticonosco dell’ex sindaco è stato il più fido scudiero, ma è rimasto al Pdl, con strascichi polemici, quando Buzzanca ha deciso di uscire dal partito e fondare Nuova Alleanza. Con molta meno enfasi, sia prima che dopo lo strappo, lo stesso ha fatto Pinuccio Magazzù, anche egli come Ticonosco eletto consigliere nella lista Rialzati Messina con Buzzanca. La cui Giunta ha praticamente quasi tutta effettuato il cambio di campo. A parte gli assessori Udc, “costretti” a sinistra dall’alleanza col Pd, dall’altra parte della barricata è arrivata Elvira Amata, candidata al consiglio comunale coi Dr, e Pippo Corvaja, prima in quota Beninati e oggi da “esterno”. Entrambi professavano fede Pdl (ma Corvaja è stato consigliere prima del 2008 in quota Carmelo Lo Monte quando questi era autonomista).
Chi ha invertito la rotta è invece Pinuccio Puglisi. Storicamente Udc, ha abbandonato polemicamente il partito ed ha aderito al Pdl poco prima delle politiche. Altri casi clamorosi sono quelli di Peppuccio Santalco, con Forza Italia dagli albori e oggi in lista a sostegno di Calabrò, e Michele Ainis, ex consigliere di quartiere e da sempre in quota Santi Formica (quindi An) oggi transitato al Megafono di Crocetta.
Ora qualcuno mi dica perchè dovrei dare il voto a certa gente che certamente manca tantissimo di coerenza…..
La soluzione di tutto :non votare per queste persone che fanno della politica un mestiere, fregando le ideologie del popolo che li ha eletti
speriamo che il Comune di Messina fallisca presto così questa gente non potrà essere eletta.
Questi signori hanno mai lavorato?
In questa gozzoviglia di individui pronti solo a tornare in carica non certo per amor di ideali (non mi si venga a dire ciò, anche se, alla luce dei recenti avvenimenti emersi in Parlamento, e grazie a i 5 stelle, si è scoperto che PD e PDL sono della stessa pasta), mi piacerebbe sapere, anche alla luce del dissesto imminente che grava su messina, distrutta e dissodata come una tera di conquista dagli stessi poteri politici che oggi si propongono come soluzione a mali che essi stessi hanno creato, chi avrà nuovamente il coraggio di votare certi partiti. Mi vengono spontanee in questo momento le parole di Travaglio per queste persone: o siete complici, o siete c….i.
Profonda stima a Maria Cristina Saija, l’unica che, magari non avrà tutta questa esperienza politica (che però abbiamo visto dove ci ha portato), ma che almeno potrà governare la città a testa alta.
Per non venire meno al diritto/dovere al voto, darò la mia preferenza ad un giovane – e ce ne sono – che fino adesso non ha avuto mai a che fare in alcun modo con la politica.
Quanto meno non persevero.
Ma quanti visi da schiaffi.
Non hanno vergogna neppure a distribuire i famosi santini.
Posso essibirne tanti di questi tornacontisti, per non dire altro.
Sono tutti al migliore offerente.