Abbiamo ricevuto nuovi video. Oltre alla richiesta di sicurezza, bisogna affrontare il tema delle responsabilità di noi adulti
MESSINA – Ancora video di violenze con protagonisti minorenni. Pugni e calci da parte di una ragazzina su una coetanea a terra, sempre a Villa Dante. Due minori si tirano i capelli e una terza fa finta di fare da paciere per poi infierire sulla più fragile. Altra violenza tra minorenni a Piazza Duomo, davanti a un locale. Una ragazza tira i capelli con forza a una sua coetanea e un ragazzo tenta di dividerle. In tutte e due le situazioni, tanti giovanissimi rimangono a guardare, come spettatori, e quasi mai d’aiuto. Chi ci ha inviato i video riferisce di episodi avvenuti, a piazza Duomo ieri sera e nuovamente a Villa Dante, negli ultimi due giorni. Ovvero, proprio quando il tema della rissa tra minorenni a Villa Dante era già esploso.
La violenza tra ragazzine nei due video
Nel primo video, a Villa Dante, tutto ha inizio con uno schiaffo. Dalle parole passano ai fatti. Una ragazzina comincia a schiaffeggiare una coetanea, che si difende con difficoltà. Schiaffi e capelli lunghi tirati con violenza. Arriva una terza che, prima, finge di fare da paciera e poi afferra per i capelli la minorenne aggredita. La butta a terra e le sferra una serie di pugni, per concludere con un calcio.
Nel secondo, a Piazza Duomo, una ragazzina tira per i capelli violentemente un’altra minore, tra i tavolini di un locale all’aperto. E un ragazzo sembra intervenire per dividerle. Attorno a loro, c’è chi urla e chi guarda. E chi aggredisce non ha resipiscenze. Anzi, inveisce contro chi riprende la scena.
Occorrerà vigiliare pure su eventuali tendenze imitative e va precisato che la violenza non è una caratteristica solo della società attuale. La differenza è che oggi i telefonini registrano tutto ciò che avviene, nel bene e spesso nel male. Ma l’allarme è indiscutibile. Un’emergenza educativa c’è. Il malessere dei giovanissimi è palese e qualsiasi psicologo lo può testimoniare. Un malessere che interroga noi adulti. Ci costringe a vedere le nostre mancanze e a dare centralità a un’educazione che sappia reagire al vuoto, alla violenza e aggressività gratuite, ai disagi psicologici e sociali.
Scuola, servizi sociali, istituzioni, psicologi: tutti devono agire nella stessa direzione
Non fermiamoci a chiedere solo “sicurezza”. Quella è sacrosanta, in termini di prevenzione e tutela della collettività, ma non basta. Scuola, servizi sociali, media, psicoanalisti e psicologi, istituzioni: tutti devono lavorare, pur nelle differenze, nella stessa direzione. Cogliere i segnali e intervenire, sul piano emotivo educativo sociale culturale economico, per aiutare le nuove generazioni a non soccombere a una società sovente tossica. E che non offre loro la possibilità di sperare in qualcosa di autentico e di nuovo. In un avvenire e in una vita migliore.
Sport, spazi d’aggregazione giovanile, cultura, musica, spettacolo, teatro e arte: tanto si può fare per invertire la rotta, coniugando educazione emotiva e giustizia sociale. Ne riparleremo.