Porto di Tremestieri, c’è una proposta progettuale per un terzo scivolo. I dettagli

Porto di Tremestieri, c’è una proposta progettuale per un terzo scivolo. I dettagli

Marco Ipsale

Porto di Tremestieri, c’è una proposta progettuale per un terzo scivolo. I dettagli

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domenica 24 Aprile 2016 - 22:02

In questa settimana sarà discussa in Comitato Portuale per l’approvazione. Si tratta di un approdo “di bel tempo”, esterno al molo, utilizzabile solo in caso di condizioni meteo favorevoli, fino a 10 mesi l’anno, la cui realizzazione costerebbe meno di un milione. Ma l’obiettivo primario è quello di usarlo in “sostituzione” di un altro scivolo quando se ne renda necessaria la chiusura per dragare. Il porto potrebbe così restare sempre aperto

“Trappola delle sabbie” e terzo scivolo. Sono le soluzioni studiate dall’Autorità Portuale per rendere il porto di Tremestieri pienamente fruibile tutto l’anno. Un risultato che, a dire il vero, dopo la disastrosa stagione 2014-15, è stato praticamente ottenuto anche negli ultimi dodici mesi, a partire dal 18 aprile 2015 sino ad oggi, reso possibile da un dragaggio a novembre e uno a marzo che hanno comportato la chiusura di uno dei due scivoli solo per una decina di giorni strettamente necessaria alle operazioni.

Tra l’altro, a brevissimo, l’Autorità Portuale stipulerà un accordo di programma attraverso il quale la Regione s’impegnerà a dare autorizzazioni annuali al dragaggio da 60mila metri cubi, non più solo da 20mila, che dovrebbero azzerare i lunghi tempi di attesa del passato. Sempre da Palermo è atteso il via libera sul progetto esecutivo della “trappola delle sabbie”. Quando arriverà, sarà possibile bandire la gara d’appalto. Si tratta di una “fossa” sottomarina da realizzare a sud del porto, in modo tale da far depositare lì i sedimenti in movimento durante le sciroccate. Serviranno, poi, dragaggi manutentivi per evitare che le sabbie si accumulino fino a saturazione.

Non si tratta, però, dell’unica soluzione allo studio da parte dell’Authority. Il responsabile dell’area tecnica, Massimiliano Maccarone, ha preparato una proposta progettuale per la realizzazione di un terzo scivolo all’esterno del molo, da utilizzare anzitutto nel momento in cui la draga lavora davanti allo scivolo 2, rendendolo inutilizzabile per un periodo solitamente compreso tra i 5 e i 15 giorni. “E’ un’importante soluzione di emergenza – spiega Maccarone -, utile quando uno dei due scivoli è indisponibile. Ma non solo, se malauguratamente una nave sbatte su uno scivolo, se va in avaria, se cede un cassone o se accade qualunque imprevisto, potrebbero volerci mesi per risolvere la situazione e riavremmo i tir in centro città. Con un altro scivolo, invece, non ci sarebbe alcun problema”.

Ma come si fa a realizzarlo all’esterno, lì dove non c’è protezione? “Si realizzano tre briccole – prosegue Maccarone -, vale a dire tre pali o coppie di pali dal diametro di due metri, con un parabordo, fissate per 20 o 25 metri, e si fa una piccola banchina lunga 30 metri e larga 10 o 15, senza toccare la scogliera tonda che mantiene la sua funzione antiriflettente. Stanno adottando una soluzione simile a Salerno, anche se lì è all’interno del porto, mentre c’è già all’esterno a Fiumicino. Tra l’altro il fondale è quasi pronto, servirebbe un piccolissimo dragaggio di 4mila metri cubi, dal costo di 30mila euro (nel rendering accanto, è indicato in viola lo spazio da dragare, ndr)”.

La proposta passerà al vaglio del Comitato Portuale in questa settimana. Se dovesse ottenere il via libera, si potrebbe realizzare un progetto esecutivo in tempi molto brevi. Più lunghi, invece, i tempi necessari per un’eventuale gara d’appalto ma, senza particolari intoppi, l’opera potrebbe essere completata tra un anno o un anno e mezzo.

La domanda che ci si pone, a questo punto, è se l’eventuale terzo scivolo potrebbe essere usato in aggiunta agli altri due, ad esempio nei periodi di alto traffico. “Anzitutto si tratta di uno scivolo utilizzabile solo in condizioni di bel tempo, quindi per circa 300 giorni all’anno – dice ancora il responsabile dell’Authority -, come del resto ne è previsto uno anche nel progetto del nuovo porto di Tremestieri. Avrebbe un costo inferiore a un milione e, sì, dal punto di vista nautico potrebbe essere usato in aggiunta agli altri due, ma non bisogna fare il passo più lungo della gamba e capire che l’obiettivo principale è quello di rendere fruibili due scivoli per 360 giorni all’anno, anche a dragaggi in corso. Per usare contemporaneamente i tre scivoli bisogna gestire bene i piazzali e la logistica, altrimenti si corre il rischio intasamento”.

La proposta progettuale, però, prevede anche questo (come si vede nella foto accanto): “La linea blu – spiega infine Maccarone – è la corsia di accumulo per l’imbarco dello scivolo tre, la linea gialla è la corsia di deflusso per i mezzi che vanno a stoccarsi nel piazzale, mentre la linea rossa è quella di uscita libera e veloce. Al momento la chiocciola è spesso vuota perché i tir si accumulano nei piazzali a mare. Anche per il terzo scivolo ci sarebbe questa possibilità sulla corsia ‘blu’ ma, in ogni caso, per non intasare i piazzali, c’è sempre la chiocciola dove i mezzi possono attendere e imbarcarsi quando arriva la nave”.

(Marco Ipsale)

6 commenti

  1. Chi ha un po’ di fiuto, onestà intellettuale e spirito libero non ha difficoltà a leggere anche in questa vicenda, la solita ultradecennale “parabola” messinese: pochissimi ingrassano, qualcuno galleggia, moltissimi…naufragano.

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  2. Chi ha un po’ di fiuto, onestà intellettuale e spirito libero non ha difficoltà a leggere anche in questa vicenda, la solita ultradecennale “parabola” messinese: pochissimi ingrassano, qualcuno galleggia, moltissimi…naufragano.

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  3. Continuano a fioccare idee che a definirle “originali” è dire poco. Il peggio è che sono idee costosissime e, come se non bastasse, mai definitive. E dire che per questi progetti, vengono scomodati, a suon di fruscianti soldoni, fior fiori di ingegneri o pseudo tali…!
    Ciò nonostante, io insisto nel dire che, per quanto oneroso possa sembrare, l’unico intervento risolutivo e definitivo è quello di allungare i moli su fondali di tredici/diciotto metri, proteggendoli con la posa di scogliere artificiali estese fino alla riva. Si otterrebbero così due risultati: a) niente da smantellare; b) lo spazio che avanzerebbe davanti ai vecchi scivoli, farebbe da stoccaggio per i mezzi pesanti in attesa di imbarco.
    Troppo facile?

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  4. Continuano a fioccare idee che a definirle “originali” è dire poco. Il peggio è che sono idee costosissime e, come se non bastasse, mai definitive. E dire che per questi progetti, vengono scomodati, a suon di fruscianti soldoni, fior fiori di ingegneri o pseudo tali…!
    Ciò nonostante, io insisto nel dire che, per quanto oneroso possa sembrare, l’unico intervento risolutivo e definitivo è quello di allungare i moli su fondali di tredici/diciotto metri, proteggendoli con la posa di scogliere artificiali estese fino alla riva. Si otterrebbero così due risultati: a) niente da smantellare; b) lo spazio che avanzerebbe davanti ai vecchi scivoli, farebbe da stoccaggio per i mezzi pesanti in attesa di imbarco.
    Troppo facile?

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  5. “Allungare i moli…” appare, anche a non addetti ai lavori, molto più costoso… Oltre che inutile.

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  6. “Allungare i moli…” appare, anche a non addetti ai lavori, molto più costoso… Oltre che inutile.

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