Cuore, emozione, rischio: ecco il Birrificio Messina. Chiunque potrà sostenere questa avventura

Cuore, emozione, rischio: ecco il Birrificio Messina. Chiunque potrà sostenere questa avventura

Francesca Stornante

Cuore, emozione, rischio: ecco il Birrificio Messina. Chiunque potrà sostenere questa avventura

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lunedì 28 Aprile 2014 - 14:22

Prima uscita ufficiale per il gruppo del Birrificio Messina. Ad organizzare la conferenza stampa a Palazzo dei Leoni la Fondazione di Comunità di Gaetano Giunta che ha lanciato una serie di iniziative per coinvolgere tutti i messinesi nel progetto. Grande l'emozione per i 16 ex lavoratori e oggi imprenditori.

La voce rotta dall’emozione, gli occhi lucidi e nel cuore un mix di sensazioni. Un po’ di paura perché in gioco ci sono tanti soldi e il futuro di 16 famiglie, tanta voglia di farcela, di dimostrare che uniti si superano anche i momenti più difficili, la gioia di vedere un sogno che giorno dopo giorno assume i contorni della realtà, la speranza di trovare accanto a loro la città e tutti i messinesi perché non vogliono più restare soli. Nelle poche parole di Mimmo Sorrenti, oggi presidente del Birrificio Messina, c’era tutto questo.

Fino ad oggi i giornalisti li avevano incontrati per quelle innumerevoli proteste che per oltre un anno non si sono stancati di portare avanti per salvare il loro posto di lavoro e quella che per loro era una casa e una grande famiglia. Chiedevano aiuto, lanciavano appelli, provavano a smuovere le coscienze di un’intera città perché la loro non doveva essere solo una vertenza lavorativa ma una battaglia che doveva coinvolgere tutti. Alla fine si sono dovuti arrendere perché non c’era più nulla da fare. Ma come l’Araba fenice sono riusciti a rinascere dalle loro stesse ceneri. Così adesso i giornalisti li hanno convocati per una vera conferenza stampa e per la loro prima uscita ufficiale da “imprenditori”.

Sorrenti ha preso il microfono solo alla fine per i ringraziamenti. Alle Istituzioni che ci sono state, a chi in questi anni ha dato loro un aiuto, un supporto, ma soprattutto ai suoi compagni, a quei 15 che ci hanno creduto e che ci credono ancora, che stanno scommettendo e che hanno consentito che tutto ciò fosse possibile. Proprio su quel “grazie” l’emozione ha tradito Mimmo Sorrenti. Nei momenti più neri del passato lo avevamo visto urlare dentro un megafono, arrampicarsi sul muro del vecchio stabilimento pronto a darsi fuoco, parlare a muso duro con chi faceva finta di non sentire, senza mai un attimo di scoramento. Oggi, in un giorno finalmente felice, trattenere la commozione per lui è stato impossibile, una commozione di gioia perché è solo questo lo spirito con cui da adesso in poi sperano di andare avanti.

Il futuro inizia con il progetto che hanno presentato oggi a Palazzo dei Leoni, insieme alla Fondazione di Comunità di Gaetano Giunta che fin dall’inizio è stata accanto alla cooperativa Birrificio Messina. Giunta ha lanciato un messaggio ai messinesi affinché tutti sostengano il progetto attraverso due iniziative: sul sito della Fondazione è già disponibile un modulo attraverso cui titolari di bar, ristoranti, club, birrerie, locali, pizzerie, possono dichiarare la propria disponibilità a comprare e utilizzare la birra che sarà prodotta dal Birrificio Messina (vedi al link http://www.fdcmessina.org/fdcmessina/s2magazine/index1.jsp?idPagina=620). C’è anche la raccolta fondi a cui possono partecipare tutti i cittadini. Resta ancora attivo il conto corrente intestato a Fondazione di Comunità di Messina su cui è possibile versare un contributo con la dizione “Donazione a favore del Birrificio Messina”. Chi volesse sostenere la cooperativa potrà farlo utilizzando il codice Iban: t 75 f 07098 16500 000000003044. Oppure sempre sul sito c’è un modulo apposito anche per donare un contributo economico. La Fondazione ha aiutato i lavoratori nella redazione del Piano Industriale, conta di raccogliere circa 100 mila euro da investire nel nuovo stabilimento, altri 300 mila circa sono stati messi dai 16 nuovi imprenditori e sono frutto dei loro Tfr e di quanto rimane degli ammortizzatori della mobilità, 450 mila arrivano dalla Legacoop e da alcune finanziaria che hanno scelto di appoggiarli con la formula del capitale di rischio, quindi assumendosi il carico dell’investimento se le cose non dovessero andar bene, si spera di poter intercettare altri 200 mila euro circa dalla Regione tramite la Crias.

Il progetto è ambizioso e tutti sono consapevoli che la strada è in salita. Finora però intorno a loro hanno trovato tanto sostegno. Anche oggi l’intervento del commissario della Provincia Filippo Romano che chiede a tutti, Istituzioni comprese, di fare la propria parte e di consumare la birra messinese che verrà fuori dagli stabilimenti di Larderia. “Si tratta di 16 lavoratori su una città di 250 mila abitanti e piena di drammi sociali e occupazionali, loro però sono un simbolo e forse Messina potrà così accorgersi che non si vive solo di assistenzialismo” ha detto Romano, seguito anche dal viceprefetto Caterina Minutoli che ha ribadito la vicinanza della Prefettura, dal deputato regionale del Pd Filippo Panarello che ha assicurato il massimo impegno in sede palermitana affinché la Regione non si tiri indietro nel sostenere un’esperienza così importante, dal presidente della Legacoop Mimmo Arena che non metterà solo i soldi ma soprattutto il cuore perché si tratta di recuperare in qualche modo un pezzo di storia della città.

Non poteva mancare Giovanni Mastroeni, il segretario della Flai Cgil che è stato accanto a loro in questi anni di lotta. “Sono passati tanti mesi da quell’11marzo del 2011, quando alle 17 un delegato della Triscele ci comunicò la fine di ogni produzione. I lavoratori erano distrutti, all’orizzonte vedevamo solo tragedie. Iniziò una lunga e dignitosa protesta, i tavoli, le riunioni, i tentativi di trovare soluzione. Il 30 aprile 2013, alla fine di un incontro a Palermo tra i vertici dell’Heineken, della Triscele e l’assessore alla Attività produttive Linda Vancheri, abbiamo capito che non c’era più nulla per cui lottare e che la Triscele era finita. Da lì nacque la cooperativa, i lavoratori hanno messo in gioco per la seconda volta il loro Tfr (l’avevano già fatto nel passaggio dall’Heineken alla Triscele) e oggi siamo qua a parlare di un primo lieto fine” ha raccontato Mastroeni che in quella vertenza non li ha mai abbandonati. La Cgil resterà accanto a loro. Accanto a questi nuovi imprenditori che possono diventare un simbolo per Messina, testimonianza del fatto che c’è sempre una via d’uscita e che rimboccandosi le maniche si può ricominciare.

Francesca Stornante

8 commenti

  1. CIcciuzzoDisoccupato 28 Aprile 2014 14:51

    Erano 40 adesso sono 16 ma gli altri operai che fine hanno fatto? sta cosa puzza….. Chiedete agli altri e avrete risposte.
    Stanno sfruttando il nome ex triscele ma erano 40 e non 16…..
    Ma sta cosa e strana.

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  2. CIcciuzzoDisoccupato 28 Aprile 2014 14:51

    Erano 40 adesso sono 16 ma gli altri operai che fine hanno fatto? sta cosa puzza….. Chiedete agli altri e avrete risposte.
    Stanno sfruttando il nome ex triscele ma erano 40 e non 16…..
    Ma sta cosa e strana.

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  3. Caro CICCIUZZO DISOCCUPATO, a leggere l’articolo di Francesca STORNANTE il percorso di questi SEDICI lavoratori messinesi sembra limpido, mi pare di capire che gli altri VENTIQUATTRO non abbiano creduto a questa avventura imprenditoriale. I finanziamenti sono alla luce del sole, il loro TFR, il resto della mobilità, i finanziamentI dalla Lega delle cooperative e di alcune finanziarie, a questi si aggiungerà quello volontario di noi messinesi, a questo proposito stiamo decidendo con mia moglie con quanto contribuire. Caro CICCIUZZO se tu fossi a conoscenza di fatti a noi ignoti dovresti informarci, invece di essere vago e quindi inattendibile. Facci sapere.

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  4. Caro CICCIUZZO DISOCCUPATO, a leggere l’articolo di Francesca STORNANTE il percorso di questi SEDICI lavoratori messinesi sembra limpido, mi pare di capire che gli altri VENTIQUATTRO non abbiano creduto a questa avventura imprenditoriale. I finanziamenti sono alla luce del sole, il loro TFR, il resto della mobilità, i finanziamentI dalla Lega delle cooperative e di alcune finanziarie, a questi si aggiungerà quello volontario di noi messinesi, a questo proposito stiamo decidendo con mia moglie con quanto contribuire. Caro CICCIUZZO se tu fossi a conoscenza di fatti a noi ignoti dovresti informarci, invece di essere vago e quindi inattendibile. Facci sapere.

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  5. Ma nessuno capisce che si è perso il senso della ragione? Questo modo di procedere particolaristico mi sembra folle, come folle appare la richiesta di contributo ai cittadini. Potrei capire la cessione di quote della società ma trovo inammissibile l’idea del'”aiutiamo questi eroi”.
    L’Italia e’ piena di piccoli imprenditori, e mai nessuno si sognerebbe di avere un trattamento di favore del genere. Da operatore che combatte all’interno del mercato dei servizi da 15 anni mi sento umiliato e offeso da questo modo di procedere. Attenzione, apprezzo queste 16 persone, ma credo che dovrebbero essere aiutate al momento del confronto con il mercato, in base alla qualità del loro lavoro, non prima. E soprattutto “non a prescindere”. Ricordo ancora mia moglie che mi proponeva di comprare le birre patroni e sutta e del sole per sostenere l’economia cittadina e il mio disappunto nell’appurare che, per il mio gusto, queste birre facevano letteralmente schifo.
    In pratica, nelle attività imprenditoriali, non è prevista e non deve esserlo la spinta assistenzialistica tipica delle nostre terre. Hanno investito circa 20/30.000 euro ciascuno? Ad essere sincero non mi sembra granché… Ci sono aziende familiari che in pochi mesi di grave crisi hanno perso centinaia di migliaia di euro… E non avevano nessuna fondazione di comunità pronta a farsi pubblicità per difenderli.
    Il mio commento sarà cinico, ma sono disgustato.
    Che gli imprenditori siano tali! Senza se è senza ma…

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  6. Ma nessuno capisce che si è perso il senso della ragione? Questo modo di procedere particolaristico mi sembra folle, come folle appare la richiesta di contributo ai cittadini. Potrei capire la cessione di quote della società ma trovo inammissibile l’idea del'”aiutiamo questi eroi”.
    L’Italia e’ piena di piccoli imprenditori, e mai nessuno si sognerebbe di avere un trattamento di favore del genere. Da operatore che combatte all’interno del mercato dei servizi da 15 anni mi sento umiliato e offeso da questo modo di procedere. Attenzione, apprezzo queste 16 persone, ma credo che dovrebbero essere aiutate al momento del confronto con il mercato, in base alla qualità del loro lavoro, non prima. E soprattutto “non a prescindere”. Ricordo ancora mia moglie che mi proponeva di comprare le birre patroni e sutta e del sole per sostenere l’economia cittadina e il mio disappunto nell’appurare che, per il mio gusto, queste birre facevano letteralmente schifo.
    In pratica, nelle attività imprenditoriali, non è prevista e non deve esserlo la spinta assistenzialistica tipica delle nostre terre. Hanno investito circa 20/30.000 euro ciascuno? Ad essere sincero non mi sembra granché… Ci sono aziende familiari che in pochi mesi di grave crisi hanno perso centinaia di migliaia di euro… E non avevano nessuna fondazione di comunità pronta a farsi pubblicità per difenderli.
    Il mio commento sarà cinico, ma sono disgustato.
    Che gli imprenditori siano tali! Senza se è senza ma…

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  7. Vedi mai che anche gli ex dipendenti dell’Hotel Europa possano rilevare l’azienda dal momento che avanzano un mucchio di soldi
    e che la struttura è ferma …e al buio!
    Peccato veramente era una tradizione per Messina.
    Come si suol dire:amara cu mori!!

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  8. Vedi mai che anche gli ex dipendenti dell’Hotel Europa possano rilevare l’azienda dal momento che avanzano un mucchio di soldi
    e che la struttura è ferma …e al buio!
    Peccato veramente era una tradizione per Messina.
    Come si suol dire:amara cu mori!!

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