Non accenna a giungere ad una risoluzione, la crisi politica ormai persistente nel torrese. Dopo i passaggi tra le fila della minoranza di diversi consiglieri, lo scioglimento del gruppo civico e l'azzeramento di giunta si punta adesso alla sfiducia.
Si fa sempre più turbolento, il quadro politico torrese. Nelle scorse settimane lo scioglimento del gruppo civico, a sostegno del primo cittadino Ximone, subito seguito dalla perdita di fiducia da parte di alcuni consiglieri e dall'azzeramento della giunta. Un vero e proprio effetto a catena che, ad oggi, ha portato alla presentazione di una mozione di sfiducia.
Il documento, presentato dai consiglieri di minoranza congiuntamente con i consiglieri del gruppo Torregrotta 20-21 e con i consiglieri Mondì, Saporita e Cannistrà, sarà discusso in aula entro 20 giorni dalla presentazione.
Ma la sfiducia potrebbe non avere i numeri per andare in porto, poiché i consiglieri a supporto non risultano bastevoli. L'attuale amministrazione, infatti, è entrata ufficialmente in carica nel giugno 2016 e risulta ancora soggetta alla legge n.35 del 15/09/1997 secondo la quale, come riportato all'articolo 10, affinché la sfiducia possa essere approvata è necessario ottenere la maggioranza dei quattro quinti dei consiglieri assegnati.
Attualmente, nei numeri, la mozione risulta sostenuta da 9 consiglieri necessitando dunque del supporto di un decimo consigliere. Contrariamente, con la legge n.17 dell'11/08/2016 sarebbero invece bastati i due terzi dei consiglieri assegnati. La legge, tuttavia, non risulta retroattiva e dunque non applicabile ai mandati amministrativi iniziati prima della sua entrata in vigore.
Insomma, una questione ancora aperta che lascia spazio a diversi risvolti. Intanto nei giorni scorsi il sindaco Ximone aveva tentato la via del dialogo con i gruppi presenti in consiglio, al fine di giungere ad un governo di salute pubblica. Una trattativa, almeno per quanto riguarda la minoranza, mai iniziata e sfumata già nelle prime fasi di discussione.