I sindacati: “Rfi sfoltisce gli equipaggi per poi eliminare i treni a lunga percorrenza”

I sindacati: “Rfi sfoltisce gli equipaggi per poi eliminare i treni a lunga percorrenza”

I sindacati: “Rfi sfoltisce gli equipaggi per poi eliminare i treni a lunga percorrenza”

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giovedì 25 Febbraio 2016 - 08:40

Secondo Cgil, Uil, Orsa e le Rsu, Rfi starebbe attuando la stessa “tattica” messa in campo a Civitavecchia per i collegamenti con la Sardegna, in modo tale da eliminare il servizio

“L’attacco di Rfi alla continuità territoriale non è mai cessato”. Dopo la pausa per la forte reazione dei siciliani, suggellata con la manifestazione del 14 febbraio 2015, “Rfi cambia tattica e invece dell’eclatante eliminazione dei treni a lunga percorrenza punta a sfoltire gli equipaggi della navi per staccare definitivamente la spina al servizio di traghettamento”. Lo affermano i sindacati Filt Cgil, Uil Trasporti, Orsa Ferrovie e le Rsu 18.

“E’ in atto da mesi – scrivono – il tentativo aziendale di imporre un nuovo orario di lavoro che oltre a sottoporre i ferrovieri marittimi a turni anomali prevede il taglio di oltre 40 posti di lavoro. L’arroganza dei management dell’azienda che si sostiene con sovvenzioni di Stato, arriva a snobbare impunemente anche le istituzioni. Dopo aver evitato lo sciopero concordando in sede prefettizia un tavolo di trattativa con le Organizzazioni Sindacali, finalizzato a condividere un nuovo orario di lavoro senza comprimere ulteriormente i livelli occupazionali, Rfi ha violato i patti sottoscritti davanti al rappresentante del Governo rinviando l’incontro e annunciando che dal prossimo mese di marzo entrerà in vigore l’organizzazione del lavoro decisa dall’azienda che impoverirà ulteriormente il servizio di traghettamento per la continuità territoriale da e per la Sicilia. Dopo la vertenza partecipata dai cittadini che ha bloccato il taglio dei treni, Rfi ha tentato di mettere in ginocchio il servizio con alchimie volte a distogliere l’attenzione generale dal vero obiettivo: le navi restano periodicamente ferme con equipaggi dimezzati e con grave pregiudizio per la sicurezza; la Logudoro è ferma da quasi un anno per interminabili lavori, fantasiose diffide per i comandanti sono all’ordine del giorno nonostante i moniti ufficiali del Ministero dei Trasporti, il trasporto delle merci su rotaia è sistematicamente boicottato; il responsabile dell’impianto, Carmelo Rogolino, è stato promosso alla Direzione Territoriale Siciliana e trasferito a Palermo ma mantiene l’incarico di Direttore della Navigazione con la pretesa di governare a distanza il delicatissimo impianto di Messina da cui dipende il diritto alla mobilità dell’intera Sicilia. La tattica che stanno tentando di porre in essere a Messina è il copia incolla di quanto è successo all’impianto navigazione di Civitavecchia per il collegamento ferroviario con la Sardegna, dopo aver ridotto ai minimi termini il personale navigante sono spariti anche treni e navi. Siamo certi che il Prefetto di Messina non permetterà a Rfi di disattendere gli accordi sottoscritti in presenza del suo rappresentante, intanto i lavoratori sono mobilitati. #ilferribittenonsitocca, Messina non è Civitavecchia”.

2 commenti

  1. Basta con queste pagliacciate. Chiunque, al posto di Rfi azzererebbe il traghettamento dei treni a lunga percorrenza, che avviene in violazione di ogni norma di sicurezza. Un servizio così pericoloso non esiste da nessuna altra parte. Nei soli 2 posti dove i treni si imbarcano, di giorno i passeggeri sono obbligati a scendere dalle carrozze e di notte il servizio viene sospeso. Questo atteggiamento è da irresponsabili, bisogna pretendere un collegamento stabile. Senza, non esiste possibilità di conurbazione con Reggio, il traghettamento continuerà a peggiorare e costare di più. Lo Stato è stufo di sussidiare un sistema da trogloditi. E ha ragione. La continuità territoriale, ci piaccia o no, la assicurano solo Caronte-Tourist

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  2. Basta con queste pagliacciate. Chiunque, al posto di Rfi azzererebbe il traghettamento dei treni a lunga percorrenza, che avviene in violazione di ogni norma di sicurezza. Un servizio così pericoloso non esiste da nessuna altra parte. Nei soli 2 posti dove i treni si imbarcano, di giorno i passeggeri sono obbligati a scendere dalle carrozze e di notte il servizio viene sospeso. Questo atteggiamento è da irresponsabili, bisogna pretendere un collegamento stabile. Senza, non esiste possibilità di conurbazione con Reggio, il traghettamento continuerà a peggiorare e costare di più. Lo Stato è stufo di sussidiare un sistema da trogloditi. E ha ragione. La continuità territoriale, ci piaccia o no, la assicurano solo Caronte-Tourist

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