Droga, armi, prostituzione ed estorsione nell'inchiesta sfociata in 81 arresti
MESSINA – Sono condanne per tutti quelle che la Procura di Messina invoca per i 39 tra boss, gregari e “vicini” al clan di Barcellona, che hanno scelto il rito abbreviato e saranno giudicati dal Giudice per l’udienza preliminare Simona Finocchiaro.
Al banco dell’Accusa c’erano i pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia Vito Di Giorgio, Fabrizio Monaco e Antonella Fradà, che hanno sollecitato condanne che vanno dai 2 anni per i commercianti e imprenditori accusati di favoreggiamento, per aver negato le richieste di pizzo, fino ai 20 anni per i boss Carmelo Vito Foti e Mariano Foti. Complessivamente i pm hanno chiesto al giudice di infliggere 385 anni di carcere.
Ci sono proprio Vito Foti e Mariano Foti al centro dell’inchiesta, e il loro tentativo di riorganizzare il clan ricostruendo la cassa comune. Case d’appuntamento, case da gioco, droga e il racket a tappeto ma anche l’ecobonus per l’edilizia gli affari che i due volevano “riconquistare”, dopo la scarcerazione. Agli atti dell’inchiesta anche i movimenti durante le elezioni comunali a Barcellona e nei dintorni.
Il blitz con 81 arresti dei Carabinieri è scattato il 22 febbraio scorso. Si torna in aula a fine mese per ascoltare i difensori, poi il giudice deciderà.