Nell'ambito del Salva Messina il sindaco De Luca punta a far crescere il patrimonio di MessinaServizi cedendole l'autocentro di via Salandra, ma pensa anche all'obiettivo della differenziata per il quale aveva annunciato 10 milioni di euro da dividere in premi per i dipendenti
Anche MessinaServizi nel calderone delle 31 delibere del Salva Messina. Per la società rifiuti però niente di paragonabile rispetto a ciò che il sindaco porterà in aula per la sorella Atm, destinata alla liquidazione per dare vita a una nuova società, o per i servizi sociali che si preparano ad una vera rivoluzione del sistema. E se è vero che il 29 giugno scorso una delle prime delibere siglate dal sindaco De Luca annuncia la liquidazione della società rifiuti per aprire le porte ai privati, è anche vero che la fase delicatissima che si è aperta con il fallimento di Messinambiente ha imposto un stop che servirà per capire quali strade giuridiche si dovranno seguire.
Dunque per MessinaServizi solo tre delibere di questo pacchetto che barricherà in aula da oggi a venerdì giunta e consiglio per un tour de force che dovrà arrivare all’approvazione della rimodulazione del Piano di riequilibrio.
L’AUTOCENTRO DI VIA SALANDRA
Cosa troveranno i consiglieri tra le centinaia di pagine di delibere da votare sotto la voce MessinaServizi? Innanzitutto una soluzione per incrementare il patrimonio della società. Quindi l’amministrazione De Luca intende rendere più forte la MessinaServizi, nonostante il futuro totalmente incerto. E la strada per farlo è la stessa che si insegue da anni anche per l’Atm: ricapitalizzarla attraverso l’apporto di patrimonio immobiliare. Per Atm è lo stabile di via La Farina, per MessinaServizi sarà tutto l’immobile di via Salandra, quello che ospita l’autocentro.
La motivazione di questa scelta è spiegata nella delibera: MessinaServizi è nata con un capitale sociale che inizialmente era di appena 100 mila euro, poi portati a 300 mila euro dalla scorsa amministrazione. Un capitale comunque ritenuto insufficiente a consentire le spese e gli investimenti necessari al piano di esercizio della sua attività. Un vero punto debole per l’amministrazione De Luca è che MessinaServizi non dispone né di un patrimonio immobiliare né di un patrimonio mobiliare. La società infatti fino ad ora ha lavorato utilizzando mezzi e tutto ciò che era di Messinambiente in forza del famoso contratto di usufrutto che adesso tra l’altro, vista la dichiarazione di fallimento, potrebbe subire delle modifiche. Ad ogni modo, l’intenzione è di rendere la società più forte perché un capitale sociale così esiguo e la carenza di patrimonio impediscono alla società di accedere a qualsiasi forma di finanziamento, non avendo beni da utilizzare come garanzia.
Quindi, se il consiglio voterà questo atto, si darà mandato al dirigente del Dipartimento Patrimonio di predisporre gli atti necessari al conferimento dell’immobile alla MessinaServizi.
I PREMI SE SI RAGGIUNGE IL 65% DI DIFFERENZIATA
Un capitolo è invece dedicato alla raccolta differenziata e a quel 65% che De Luca vuole a tutti i costi raggiungere entro luglio 2019. E così, nella discussione del Salva Messina e del Piano di riequilibrio entra anche un semplice atto di indirizzo che rappresenta l’impegno a muoversi in questa direzione. Un atto che sembra più politico che tecnico e strettamente legato al Riequilibrio, ma che racchiude un passaggio dibattuto durante la concertazione sindacale sul Salva Messina e che aveva destato non poca curiosità. De Luca ha infatti annunciato di essere pronto a mettere 10 milioni di euro sul tavolo che potranno essere utilizzati come premio di risultato da dividere ai dipendenti di MessinaServizi se a luglio 2019 sarà centrato il 65% di differenziata.
Esattamente sulla scia di questo annuncio, i consiglieri dovranno esaminare e votare un atto di indirizzo rivolto alla stessa MessinaServizi, affinché predisponga un complessivo piano di obiettivi di produttività finalizzato al riconoscimento di premi per il personale e il management aziendale basato sul raggiungimento dei seguenti obiettivi:
-superamento della soglia del 65% entro luglio 2019 a seguito di graduale aumento medio del 6% mensile a partire da dicembre 2018;
– mantenimento della percentuale di raccolta differenziata sopra il 65% da agosto a dicembre 2019.
Il 75% delle somme destinate a questi premi sarà legato all’obiettivo fissato per luglio, mentre il restante 25% al secondo traguardo da verificare a dicembre del prossimo anno.
Non c’è scritto da nessuna parte però quale sarà la somma destinata ai premi per i dipendenti di MessinaServizi. I 10 milioni annunciati dal sindaco non sono stati messi nero su bianco.
VERDE E CIMITERI
Si punta a dare a MessinaServizi anche la cura del verde pubblico e dei cimiteri, così come in realtà era stato previsto sin dal principio anche dalla vecchia amministrazione. Era stato anche predisposto un contratto di servizio che però non fu mai votato. De Luca invece conta di inserire tra le attività di MessinaServizi anche questo settore che precedentemente era sempre stato nelle mani dell’Ato3. Un passaggio che si deve leggere in ottica futura, anche alla luce del fallimento di Messinambiente. Perché se si verificherà che secondo la Legge Madia la MessinaServizi non potrà più occuparsi di rifiuti a causa del fallimento di un’altra partecipata del Comune, potrebbe però rimanere in vita a occuparsi di verde e cimiteri lasciando ai privati la gestione dei rifiuti. Insomma, un remake dell’Ato3, ma con un nome diverso.
Francesca Stornante
Qui siamo alla barzelletta. Spiegate al comico De Luca che il 65% si raggiunge grazie alla popolazione e non grazie ai dipendenti di Messina Servizi. Che macchietta!!