L'Atm di Messina era riuscita a trattare con l'azienda milanese l'acquisto di 8 mezzi usati ad un prezzo conveniente. C'era una condizione: chiudere l'accordo entro il 31 marzo. In via La Farina però ci si è lasciati scappare l'affare dalle mani e adesso si va all'asta.
Nel 2002 l’Atm contava su un parco macchine di 230 mezzi, mentre oggi sono solo 95 di cui circa 50 guasti. Quelli funzionanti sono vecchi, l’80% ha più di dieci anni, ce ne sono sette che hanno sulle spalle ben 27 anni di carriera. Lo scrivevano appena due mesi fa i revisori dei conti dell’Atm in un pesantissimo documento con cui l’organo contabile bocciava, senza se e senza ma, il bilancio 2012 e in generale la gestione dell’azienda trasporti. Numeri che fotografano la drammatica situazione del parco mezzi di via La Farina, numeri a cui i cittadini messinesi si sono tristemente dovuti abituare. Da mesi si parla di dare nuova linfa al parco macchine Atm, primo e fondamentale passo per ricominciare a programmare un servizio di trasporto pubblico locale degno di essere definito tale. L’assessore alla Mobilità Gaetano Cacciola fin dall’inizio aveva messo in cima alla lista delle priorità la necessità di acquistare nuovi mezzi per ricominciare a macinare quei chilometri che significano contributi dalla Regione e servizio per i cittadini. Ed in effetti già da qualche mese era nell’aria la trattativa per portare in riva allo Stretto bus ovviamente usati ma utili all’azienda messinese. Inizialmente dovevano essere trenta. Poi circa venti. Il commissario dell’Atm Domenico Manna era anche riuscito a mettere da parte un tesoretto di circa 400 mila euro per riuscire a comprare i mezzi. Sembrava che l’affare dovesse andare in porto da un momento all’altro. E invece, ancora una volta, il traguardo non è stato tagliato.
L’Atm messinese era riuscita a intavolare un trattativa con l’Atm di Milano che avrebbe portato in città 8 bus usati ad un prezzo che lo stesso commissario Manna aveva ritenuto “particolarmente conveniente”. Ad intercettare l’affare era stato il Direttore dell’Esercizio gommato Salvatore Orlando che lo scorso mese di febbraio era stato incaricato dal commissario e dal direttore generale facente funzioni di svolgere una ricerca di mercato per individuare bus usati. Orlando, insieme al responsabile dell’Officina e ad un team di meccanici, aveva anche effettuato dei sopralluoghi nelle aziende di trasporto di Milano, Como, Terni e in Svizzera, per toccare con mano le possibilità a portata di mano (e di portafoglio). Alla fine l’affare più conveniente si era rivelato quello con l’Atm di Milano, pronta a vendere 8 suoi mezzi alla sorella messinese. L’azienda trasporti lombarda però aveva posto una precisa condizione: l’Atm avrebbe dovuto chiudere l’accordo entro il 31 marzo. Dopo di che gli autobus sarebbero stati messi all’asta. Così Manna nominò Orlando responsabile dell’acquisto dei bus con un provvedimento siglato lo scorso 28 marzo e, forse per il poco tempo a disposizione, forse per la cronica mancanza di gestione, alla fine non si è fatto nulla. L’azienda milanese attendeva solo di chiudere la trattativa, quella messinese avrebbe dovuto avere tutte le intenzioni a fare il prima possibile. Invece nulla e così adesso quei mezzi sono stati messi all’asta. L’ennesima occasione sfumata per un’azienda che avrebbe potuto iniziare così quel nuovo percorso tanto auspicato ma a quanto pare difficilissimo da avviare.
L’Atm di Messina parteciperà comunque all’asta, il rischio però adesso è che il prezzo lieviti sensibilmente, quando invece sarebbe bastato accelerare i tempi. Nella delibera con cui il commissario Manna nominava Orlando responsabile del procedimento di acquisto si sottolineava l’urgenza di acquistare i mezzi, sia per la vetustà del parco macchine attualmente in forza all’Atm, sia per il fatto che i mezzi ad oggi circolanti non sono sufficienti a garantire un livello di servizio adeguato alle esigenze dei cittadini. Nonostante la buona volontà però è saltato tutto. E adesso non si può far altro che rimboccarsi le maniche ancora una volta.
Di questa vicenda si era parlato anche ieri durante la conferenza stampa del consigliere comunale Daniele Zuccarello, impegnato nella realizzazione di un progetto di start up per una ipotetica e futura nuova Atm. L’ex revisore dei conti Giuseppe Frisone ha di parlato di questa vicenda proprio come esempio e testimonianza del corto circuito ormai costante che caratterizza la vita di un’azienda che fatica a ritrovare la sua strada. Perché c’è una certezza: senza nuovi mezzi da mettere in strada difficilmente le cose cambieranno. Nel frattempo però un’occasione è svanita nel nulla.
Francesca Stornante
CITANDO DE ANDRE’ “LE OCCASIONI LASCIATE AD ASPETTARE”
CITANDO DE ANDRE’ “LE OCCASIONI LASCIATE AD ASPETTARE”
dai sono solo 10 mesi che stanno al governo
dai sono solo 10 mesi che stanno al governo
Pazzesco, volevamo fare affari con una città seria come Milano?
Noi, volevamo acquistare a Milano dei bus? Cioè, loro ci davano dei bus e noi davamo loro dei soldi?
Scusate, ma questa città si deve sempre leggere con una lente d’ingrandimento, decriptare e poi lasciar perdere o al massimo mettersi a ridere.
Ma se gli amministratori cittadini in passato sono stai capaci di smontare dei tram funzionanti per prelevarci dei pezzi di ricambio e, quindi, rendendoli inservibili al trasporto (i tram) e per la sola ragione di poter ricavare dal bilancio quel risparmio che gli permettesse di stornare delle somme da poter dedicare a quelle voci aggiuntive dello stipendio che si chiamano produttività, progetti e straordinari?
E adesso dovremmo credere che avrebbero stornato dalle voci aggiuntive somme per l’acquisto di nuovi bus?
E voi, i giornalisti per primi, ci avete creduto?
Se le cose stanno così, fanno bene a trattarci come ci trattano!
Andate a rivedervi la data di questa proposta. Sento di poter azzardare che quasi sicuramente è coincisa con la stesura del bilancio. E se questo fosse vero, sarebbe servita solo a rendere plausibili certe voci (produttività, straordinari, premi, ecc. ecc.) del bilancio in quanto sarebbero esistiti i presupposti per una progettualità futura dell’azienda ( i nuovi bus!).
Fatta la festa, riposto il Santo, una delle due voci è di troppo per un’azienda in crisi profonda.
Secondo voi quale delle due proposte potevano far decantare, scemare?
Sveglia!
Pazzesco, volevamo fare affari con una città seria come Milano?
Noi, volevamo acquistare a Milano dei bus? Cioè, loro ci davano dei bus e noi davamo loro dei soldi?
Scusate, ma questa città si deve sempre leggere con una lente d’ingrandimento, decriptare e poi lasciar perdere o al massimo mettersi a ridere.
Ma se gli amministratori cittadini in passato sono stai capaci di smontare dei tram funzionanti per prelevarci dei pezzi di ricambio e, quindi, rendendoli inservibili al trasporto (i tram) e per la sola ragione di poter ricavare dal bilancio quel risparmio che gli permettesse di stornare delle somme da poter dedicare a quelle voci aggiuntive dello stipendio che si chiamano produttività, progetti e straordinari?
E adesso dovremmo credere che avrebbero stornato dalle voci aggiuntive somme per l’acquisto di nuovi bus?
E voi, i giornalisti per primi, ci avete creduto?
Se le cose stanno così, fanno bene a trattarci come ci trattano!
Andate a rivedervi la data di questa proposta. Sento di poter azzardare che quasi sicuramente è coincisa con la stesura del bilancio. E se questo fosse vero, sarebbe servita solo a rendere plausibili certe voci (produttività, straordinari, premi, ecc. ecc.) del bilancio in quanto sarebbero esistiti i presupposti per una progettualità futura dell’azienda ( i nuovi bus!).
Fatta la festa, riposto il Santo, una delle due voci è di troppo per un’azienda in crisi profonda.
Secondo voi quale delle due proposte potevano far decantare, scemare?
Sveglia!
Anche questa volta e’ certamente colpa di genovese buzzanca e del prefetto
Anche questa volta e’ certamente colpa di genovese buzzanca e del prefetto
Ma se i soldi se ne vanno tutti in stipendi, ancora continuano ad illudere la cittadinanza.
Ma per favore, finiamola.
Ma se i soldi se ne vanno tutti in stipendi, ancora continuano ad illudere la cittadinanza.
Ma per favore, finiamola.
ma veramente credevate che i due super burocrati(faccio tutto io,al confronto il d.g., che si sono fatti fuori, era un principiante),riuscivano a portare a casa gli autobus? noi che li conosciamo,NO. E poi dove sta scritto che andando in gara si devono prendere x forza ad un prezzo più alto.
ma veramente credevate che i due super burocrati(faccio tutto io,al confronto il d.g., che si sono fatti fuori, era un principiante),riuscivano a portare a casa gli autobus? noi che li conosciamo,NO. E poi dove sta scritto che andando in gara si devono prendere x forza ad un prezzo più alto.
Ora la differenza perché non la pagano questi signori? O il responsabile del mancato affare. Iniziate a toccargli la tasca altrimenti non cambierá mai nulla.
Ora la differenza perché non la pagano questi signori? O il responsabile del mancato affare. Iniziate a toccargli la tasca altrimenti non cambierá mai nulla.
c’è un detto, un’azienda di xxxxx, in una città di *****, amministrata da gente di *****!!!!!!!!!!!!!!!!
c’è un detto, un’azienda di xxxxx, in una città di *****, amministrata da gente di *****!!!!!!!!!!!!!!!!
Marieditor? Un commento su questo ennesimo successo?
Marieditor? Un commento su questo ennesimo successo?
State tranquilli , non è successo nulla.
La colpa è del sindaco Leonardi, anzi Fortino, che prego di scusarmi per la citazione a sproposito.
Intanto pensiamo a fare funzionare l’isola pedonale e la pista ciclabile che faranno di Messina una città esemplare.
Se poi per togliere i residui del taglio di frasche (incrocio Viale dei Tigli con la Panoramica) occorreranno altri 10 mesi la colpa sarà stata di Buzzanca e Genovese. Nessuno ha pensato che quel legno poteva essere utilizzato dalla giunta (rigorosamente minuscolo) per fare tavoli di lavoro.
State tranquilli , non è successo nulla.
La colpa è del sindaco Leonardi, anzi Fortino, che prego di scusarmi per la citazione a sproposito.
Intanto pensiamo a fare funzionare l’isola pedonale e la pista ciclabile che faranno di Messina una città esemplare.
Se poi per togliere i residui del taglio di frasche (incrocio Viale dei Tigli con la Panoramica) occorreranno altri 10 mesi la colpa sarà stata di Buzzanca e Genovese. Nessuno ha pensato che quel legno poteva essere utilizzato dalla giunta (rigorosamente minuscolo) per fare tavoli di lavoro.
Messina come Napoli è una città molto esposta ai terremoti ; inoltre non è pianeggiante come Milano. Non sarebbe ora di pensare al Filobus per collegare meglio le diverse zone della citta’ ?
Messina come Napoli è una città molto esposta ai terremoti ; inoltre non è pianeggiante come Milano. Non sarebbe ora di pensare al Filobus per collegare meglio le diverse zone della citta’ ?