Dubbi della Corte dei Conti sul consuntivo 2010: chiesti chiarimenti sulle principali voci di bilancio

Dubbi della Corte dei Conti sul consuntivo 2010: chiesti chiarimenti sulle principali voci di bilancio

ELENA DE PASQUALE

Dubbi della Corte dei Conti sul consuntivo 2010: chiesti chiarimenti sulle principali voci di bilancio

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sabato 04 Febbraio 2012 - 17:27

L’organo di contro mira ad accertare anche le cause che hanno determinato un “persistente disavanzo di gestione di competenza per il triennio 2008/2010”. Focus sui rapporti con le partecipate e sui debiti fuori bilancio. I consiglieri Melazzo, Pergolizzi e Cantello prendono posizione: «Non è più tempo di tergiversare da nessuna parte»

Il timbro non cambia, l’intestazione nemmeno: Corte dei Conti, Ufficio supporto controllo gestione enti locali Sicilia. La data è quella del 31/01/2012 e l’oggetto riguarda “richieste di notizie e chiarimenti sul rendiconto della gestione 2010”. Nel documento recapitato al sindaco Buzzanca e al Collegio dei Revisori dei Conti, l’organo di controllo chiede ulteriori analisi (tredici in totale i punti da “indagare”), riguardo gli aspetti più complessi del consuntivo 2010, approvato lo scorso 2 agosto. Risposte che la Corte, al fine di poter effettuare i necessari approfondimenti, richiede con urgenza “entro 15 giorni dal recepimento dell’avviso”, ovvero, entro il 15 febbraio. La traballante condizione economico finanziaria del Comune, spinge dunque l’organo di controllo ad ampliare il raggio della propria analisi.

Sulla questione intervengono, con una nota “trasversale”, i consiglieri comunali, Pergolizzi (Fli), Melazzo (Udc) e Cantello (Sicilia Vera). Gli stessi che lo a dicembre (con l’aggiunta di Guerrera), a seguito delle osservazioni mosse dalla Corte all’approvazione del previsionale 2011, a cui sarà necessario dare risposta entro il 28 febbraio, avevano presentato in consiglio una proposta di delibera (bocciata, ndr), in cui il ragioniere generale e il collegio dei revisori venivano invitati a fornire una relazione dettagliata dello stato economico e finanziario dell’Ente. Alla luce degli ulteriori chiarimenti richieste dalla Corte, i tre consiglieri colgono l’occasione per rivolgersi a colleghi e amministratori: «Non è più tempo di tergiversare da nessuna parte: amministrazione, uffici, consiglio comunale, tutti insieme, devono attivarsi nella medesima direzione nell’estremo tentativo di verificare, una volta esposti con chiarezza tutti i numeri reali del bilancio comunale e delle partecipate, se vi sia la possibilità o meno di poter evitare l’avvio della procedura di dissesto finanziario, dovuta per legge in presenza di determinati presupposti». E i rappresentanti del civico consesso rilanciano la proposta, esplicitamente avanzata dai Revisori durante l’ultima seduta della commissione bilancio, di convocare una seduta del consiglio straordinario ed urgente.

Entriamo però nel merito delle richieste della Corte, numerose e non trascurabili. Esse, riguardano, ad esempio, chiarimenti circa le cause che hanno determinato un persistente disavanzo di gestione di competenza per il triennio 2008/2010; verifica delle incongruenze riscontrate nelle singole voci del bilancio rispetto a quanto riportato nei quadri contabili SIRTEL (Sistema Informativo Rendicontazione Telematica), procedendo alle necessarie rettifiche. In riferimento alle società partecipate, si chiede di verificare il corretto allineamento delle scritture contabili dell’ente e delle società relativamente ai crediti vantati da queste ultime nei confronti dell’ente, ovvero se sussiste corrispondenza, nei rispettivi documenti di bilancio, tra i suddetti crediti e l’ammontare dei debiti contabilizzati tra i residui passivi alla data del 31.12.2010. Il riferimento, in particolare, è al complesso rapporto tra Messinambiente, di cui proprio ieri è stata decisa la messa in liquidazione, e Ato3.
Screening dettagliato sulla quota dei debiti fuori bilancio non riconosciuti al dicembre 2010, relativa alle transazioni con società partecipate pari a (euro 14.650.248,72). Relativamente all’azienda trasporti Messina (ATM), è stato richiesto di comunicare se sono stati approvati i bilanci dagli anni 2004 al 2010. E poi ancora specificare in dettaglio la tipologia di spese la cui copertura è stata effettuata attraverso l’utilizzo dell’avanzo di amministrazione chiarendo le ragioni del frequente ricorso e motivando il mancato utilizzo dei fondi aventi specifica destinazione.
In merito ai servizi conto terzi, la Corte chiede i tabulati, sottoscritti dal responsabile del servizio finanziario, riportanti gli accertamenti e gli impegni riguardante la voce “altre per servizi per conto terzi”; specificare la tipologie di spese incluse nelle voci “pagamenti diversi” (euro 2.199.853,20) e “somme disponibili da accertamenti” (euro 3.172.836,36). E poi ancora fornire chiarimenti circa la mancata adozione da parte dell’Ente delle misure inerenti la tempestività dei pagamenti, far conoscere lo stato delle riscossioni dell’attività di recupero dell’evasione tributaria alla data 31.12.2011 (accertamento ICI e Tarsu nonché delle sanzioni amministrative pecuniarie per violazione al codice della strada – rimasti da riscuotere); fornire dettagliate informazioni in ordine alla permanenza in bilancio di residui attivi costituiti in anni precedenti il 2005 di entrate correnti, in particolare il titolo I e III (euro 20.411.389,27 ed euro 26.629.824,56) specificando l’eventuale adozione di atti interruttivi della prescrizione dei suddetti crediti, fornire un elenco dettagliato, con i relativi importi, delle componenti escluse dalla spesa per il personale relativamente al biennio 2009 2010. Un’analisi che non fa sconti e che rischia di vedere scoperchiati tanti, troppi vasi di Pandora. (ELENA DE PASQUALE).

6 commenti

  1. Salvatore Vernaci 5 Febbraio 2012 10:36

    Bisogna vagliare, con attenzione, i rilievi e le richieste della Corte dei Conti, perché il controllo sulla situazione finanziaria degli Enti Locali, oggi è cambiato ed ha una disciplina diversa.
    E’ bene accennarne alcuni aspetti:
    1.- Sindaci, Presidenti di Provincia ed Amministratori Pubblici che provocano danni alle casse finanziarie degli Enti che amministrano, se riconosciuti colpevoli dalla Corte dei Conti, non possono più candidarsi per 10 (dieci) anni (D.Lgs. 149 del 6 settembre 2011) in qualsiasi carica pubblica.
    2.- Regione, Province e Comuni sono tenuti a presentare una relazione di fine mandato con tutte le indicazioni relative allo stato finanziario, ai controlli realizzati ed agli eventuali rilievi ricevuti. Una sorta di conto consuntivo.
    3.- Se la Corte dei Conti rileva nella gestione amministrativa degli Enti comportamenti difformi alla sana gestione finanziaria, violazione degli obiettivi di finanza pubblica, irregolarità contabili o squilibri di bilancio, in grado di provocare il dissesto, viene imposto, dalla Corte dei Conti, al Consiglio (provinciale o comunale) un termine perentorio per adottare misure correttive. In caso di inottemperanza si provvede allo scioglimento degli Organi amministrativi, alla nomina di un Commissario e alla dichiarazione di dissesto finanziario d’ufficio dell’Ente.
    4.-.-L’attività delle società interamente partecipate dal Comune – sia affidatarie dirette di servizi pubblici locali a rilevanza economica, oppure svolgano servizi pubblici locali privi di tale rilevanza o attività strumentali – è imputata nel suo complesso all’Ente Locale, socio totalitario, anche in relazione ai centri di costo (e relativi servizi) “autonomi”. (Corte dei conti, sez. controllo Regione Lombardia –parere 20 settembre 2011, n. 479)
    5.- La decisione di dichiarare lo stato di dissesto finanziario non è più frutto di una scelta discrezionale dell’Ente, ma è una determinazione vincolata, in presenza dei presupposti di fatto fissati dalla legge (art. 246 D.Lgs. 267/2000)
    6.- Ai Revisori dei Conti che , una volta accettata la nomina,sono legati all’Ente da un rapporto di servizio, è applicabile l’art. 83, comma 2 della legge sulla Contabilità dello Stato (R.D.18 novembre 1923, n. 2440 e successive modificazioni, secondo il quale, qualora nell’esercizio delle loro funzioni,i Revisori vengano a conoscenza di fatti che possono dar luogo a responsabilità per danno erariale all’Ente, debbono far denuncia al Procuratore Generale presso la Corte dei Conti, in caso di inottemperanza, diventano corresponsabili.

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  2. La gestione “Schizofrenica” del Comune di Messina ha trovato la massima espressione nella vicenda dei BOC e connessa destinazione, come di seguito esemplificato.Il Comune di Messina aveva sottoscritto con la Cassa Depositi e Prestiti, 9 mutui pari a circa 52.4 milioni di euro, per finanziare opere pubbliche.Di tale somma,solo 5 milioni di euro sono stati effettivamente utilizzati,il resto pari a circa 48 milioni di euro,ovviamente sarebbe stato erogato ad opere realizzate.Nel frattempo,stante la mancanza di liquidità,un esperto “azzeccagarbugli” del Comune per fare cassa,surrettizziamente attinge all’Istituto dei BOC,rinegoziando presso altro Istituto di Credito, i mutui già concessi dalla Cassa depositi e Prestiti,invocando a pretesto il tasso più conveniente (-1%).Con detta operazione “fantaeconomica” sottoscritta con il nuovo contraente,il Comune ha introitato la somma di 52 milioni di euro,di cui 5 restituiti alla Cassa Depositi e prestiti per estinguere i debiti precedenti. I rimanenti 48 milionin sono stati utilizzati subito per coprire situazioni debitorie.Quindi la liguidità scaturita dalla operazione dei BOC che nell’immediato ha soddisfatto esigenze di Cassa,in sostanza ha accresciuto notevolmente il dissesto finanziario. Si precisa che uno dei 9 mutui era relativo ai Lavori degli svincoli…

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  3. Ringrazio Tempostretto per la Censura,ancora una volta siete un FULGIDO ESEMPIO DI CASTA ARROCCATA E FEDELE NEL NASCONDERE LA VERITA’

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  4. Il commento del dr. Vernaci è corretto, vorrei però aggiungere una situazione di non poco conto che deve far riflettere sulle responsabilità di chi stà concorrendo a nascondere mediante artifici contabili la reale situazione contabile del Comune di Messina, l’Articolo 242 del dlgs 267/2000 è il seguente e si commenta da se: Individuazione degli enti locali strutturalmente deficitari e relativi controlli
    1. Sono da considerarsi in condizioni strutturalmente deficitarie gli enti locali che presentano gravi ed incontrovertibili condizioni di squilibrio, rilevabili da una apposita tabella, da allegare al certificato sul rendiconto della gestione, contenente parametri obiettivi dei quali almeno la meta’ presentino valori deficitari. Il certificato e’ quello relativo al rendiconto della gestione del penultimo esercizio precedente quello di riferimento. ( Per definire quindi il Comune “strutturalmente deficitario” si ricorre alla predisposizione di tabelle e parametri di riferimento economico che però risentono ovviamente di ciò di cui non si è tenuto conto nei conti consuntivi e, pertanto i risultati risultano falsati.! Basti pensare alla mancanza di rispondenza con i bilanci delle partecipate ed all’assenza di sistemazione contabile di debiti fuori bilancio per fare crollare quel castello di carta fatto di parametri e tabelle che non rappresentano la realtà della situazione.) La Corte dei Conti sta indagando evidentemente perchè si è resa conto delle rilevanti anomalie che emergono dal conto consuntivo e, lasciatemi dire, dalle mancate azioni di riequilibrio economico più volte richieste e non effettuate.
    Solo attraverso la predisposizione di un bilancio o conto consuntivo “veritiero” si potrà capire quali azioni amministrative e politiche sia opportuno intraprendere.
    Fino ad allora si assisterà solo al disfacimento di realtà produttive come l’ATM e Messinambiente col solo ed unico obiettivo di guadagnare tempo. Ciò potrebbe inoltre favorire l’inserimento di privati in condizioni di emergenza x l’effettuazione di insopprimibili servizi pubblici!
    Infine, si rischia la dichiarazione di dissesto senza aver prima fatto chiarezza contabile ai sensi e per l’effetto dell’art. 244/capo secondo del dlgs 267/200 che prevede:
    “Si ha stato di dissesto finanziario se l’ente non puo’ garantire l’assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili ovvero esistono nei confronti dell’ente locale crediti liquidi ed esigibili di terzi cui non si possa fare validamente fronte con le modalita’ di cui all’articolo 193, nonche’ con le modalita’ di cui all’articolo 194 per le fattispecie ivi previste.”
    Credo che tale situazione si sia prodotta e manifestata e che chi di dovere ha fatto poco o niente per evitarla, basta pensare alla insufficiente gestione delle entrate, alla mancata dismissone di oltre 1200 alloggi e di altri numerosi immobili, al ricorso a strumenti finanziari contestati ed all’utilizzo dell’anticipazione di cassa come fido stabile attestato sempre sui max valori concedibili.
    Caro Vernaci ed amici tutti bisogna cambiare con urgenza ed i Partiti devono realizzare un progetto credibile affidandosi ad esperti dei vari settori per ridare un futuro alla Città.
    Un saluto a tutti
    Luigi Beninati già Assessore alle Finanze del Comune di Messina

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  5. I rilievi della Corte dei Conti sono la prova provata dello stato pietoso, rispetto alla organizzazione del lavoro,in cui versano l’Area Coordinamento Economico Finanziaria,diretta dal Dott. Ferdinando Coglitore,
    l’Area Coordinamento Tributaria diretta dal Dott. Romolo Dell’acqua e l’Area Coordinamento Urbanistica diretta ad interim dall’Ing. Giovanni Caminiti.Le tre aree sono quelle più direttamente collegate alla capacità di reperire e gestire le risorse finanziarie del Comune.E’ poi un mistero,su cui la stampa dovrebbe indagare,che la SERIT è scandalosamente inefficace nella fase di riscossione.Il vero significato contabile dell’utilizzo dell’avanzo di aministrazione è la volonta politica di mantenere dirigenti senza autorevolezza,spesso cinghia del voto di scambio,incapaci di far lavorare quei 2 su 3 dipendenti,che sunnu sduvacati ‘nte stanze di palazzu Zanca.Senza quell’uno su tre che lavora sodo e professionalmente preparato,saremmo in un mare di guai.

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  6. CERCHIAMO DI CAPIRE PERCHE’.Si ha un Avanzo di Amministrazione quando il Comune “scopre” che le entrate hanno superato le uscite effettive.
    L’Avanzo di Amministrazione risulta dal seguente calcolo:al Fondo di cassa di fine esercizio si aggiungono i Residui attivi e si sottraggono sia i Residui passivi che i Residui di stanziamento:se il numero è positivo,si ha un Avanzo di Amministrazione,se negativo si ha un Disavanzo di Amministrazione.
    I Residui attivi sono in genere i CREDITI NON INCASSATI dal Comune.I Residui passivi sono i DEBITI ACCERTATI MA NON PAGATI nell’esercizio(pagamenti rinviati negli esercizi successivi).Per Residui di stanziamento si intendono le somme che il Comune aveva previsto di spendere (impegno contabile) per effettuare un investimento nell’esercizio, ma per le quali di fatto non ha ancora iniziato il relativo procedimento di spesa(in sostanza aveva deciso di spendere ma che in effetti poi non lo ha fatto).
    Un Avanzo di Amministrazione evidenzia come il Comune abbia speso molto meno di quanto avessero previsto.
    Ora, se il Comune fosse una qualsiasi azienda privata,di fronte ad un corposo Avanzo di Amministrazione,bisognerebbe fare i complimenti agli Amministratori per essere riusciti a raggiungere un risultato così importante:per fortuna,dico io) il Comune non è affatto un’azienda privata,ma è un Ente pubblico,siamo i messinesi,il cui scopo non è quello di fare utili,ma di erogare servizi ai cittadini utilizzando fino all’ultimo le entrate che ha a disposizione.
    Addirittura la Corte dei Conti ha definito l’Avanzo di Amministrazione come eccedenza di risorse sottratte ai contribuenti e agli utenti, rispetto alle previsioni di spesa per i servizi da erogare.Perciò l’Avanzo di Amministrazione non è dunque classificabile come utile di gestione,e se superiore alle percentuali fisiologiche rapportate alle entrate correnti,può rappresentare un sintomo di ECCESSIVO PRELIEVO FISCALE o CAUSA DI INDEBITAMENTO.

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